In cammino sulla Via Francigena

Fino qualche anno fa non avrei mai pensato di mettermi a camminare lungo un antico tracciato battuto dai pellegrini provenienti da ogni dove d’Europa, spinti dal desiderio di raggiungere Roma in quanto sede della tomba di Pietro. Quando ho deciso di mettermi in cammino sulla Via Francigena mi sono posta il problema della motivazione che mi spingeva a intraprenderlo. Motivazione che si è trasformata e arricchita durante il viaggio, come spesso accade quando abbracci esperienze nuove che ti mettono in discussione.

Qualunque sia la spinta che vi incita a compiere in parte o totalmente questo tragitto (io ho percorso sette tappe avendo una settimana a disposizione), cercate di mantenervi in contatto con voi stessi e accogliete i fuori programma! Non è necessario professare una fede in particolare, la spiritualità che è in ognuno di noi si svela attraverso la bellezza della natura e la condivisione con perfetti sconosciuti. Che sia una borsa del ghiaccio, una situazione impegnativa, una risata ristoratrice. O riflessioni e scambi su quanto siamo diversi e simili tra di noi, dal Canada all’Irlanda, ma anche tra vicini di casa.

La Via Francigena è per tutti. Tutti coloro che sono interessati alla storia, alla bellezza che ci circonda e a una cultura che affonda le sue radici nell’integrazione di popoli differenti. Tutti coloro che vogliono scoprire qualcosa in più su di sé e gli altri.

La via Francigena: un po’ di storia

Dal Colle del Gran San Bernardo a Piazza San Pietro: 850 chilometri. La Via Francigena però inizia più su, esattamente da Canterbury. La Via Romea o Francesca, com’era anche conosciuta, era un insieme di itinerari diversi, tracciati romani e longobardi battuti dai pellegrini fin dal tardo medioevo, che dal nord Europa convergevano nella Capitale. Quella che oggi percorriamo, suddivisa in 79 tappe, ricalca invece il tragitto di Sigerico, il Vescovo di Canterbury, Sigerico che alle soglie dell’anno Mille si recò dal Papa per ricevere il pallio. Mille e ottocento chilometri racchiusi in un diario, una documentazione su appello del pontefice per la via del ritorno. Grazie ai viandanti che l’hanno riscoperta, all’Associazione Europea delle Vie Francigene e ai volontari che se ne occupano, oggi possiamo ripercorrere i passi di Sigerico fin alla Città Eterna.

Via Francigena, Fornovo sul Taro
Via Francigena, Fornovo sul Taro | Ale Mad

Cosa mettere nello zaino

Abbandoniamo i massimi sistemi sulla vita e e parliamo di cose serie. Calzini è la parola chiave. Almeno per me. Visto che i piedi saranno messi a dura prova, è fondamentale che rimangano il più possibile asciutti, sani e possibilmente senza vesciche. Il kit ago-filo-disinfettante è quasi un insulto ricordarlo. Eppure, ho visto piedi che voi umani… Io sono stata fortunata, la mia compagna di viaggio Giorgia aveva già percorso la tratta Ivrea-Pavia tempo prima, quindi qualche dritta grazie all’esperienza l’ho avuta. Non sto a fare una lista di tutto ciò che è necessario perché il vademecum lo trovate sul sito ufficiale della Via Francigena e sulle varie guide pubblicate.

Dipende molto anche dal fatto che la percorriate tutta in una volta o meno, dalla stagione, dalla preparazione fisica. Da parte mia vi dirò cosa è stato fondamentale per me in una settimana di cammino. In primis la Credenziale del Pellegrino, essenziale per essere accolti negli ostelli (in diverse foresterie vi rimbalzano se non l’avete) ed eventualmente richiedere il Testimonium, ovvero l’attestato dell’avvenuto viaggio. Oltre al già citato paio di calzini in più rispetto ai pronostici, crema o lozione adatta ai vostri piedi per rimanere asciutti e non patire troppo la frizione con la calzatura, un solo cambio di abiti (se estate), mollette da bucato ovviamente, il minimo indispensabile per la toilette, rotolo di carta igienica, coltellino multifunzione, sali minerali da sciogliere in acqua, numeri utili, mappa. Eventuale guida se vi fa sentire più sicuri.

Via Francigena tra Orio Litta e Piacenza
Da Orio Litta a Piacenza | Ale Mad

Il mio zaino da venti litri pesava 5,5 kg, non appesantitelo inutilmente, visto che dovrete portarvelo tutti i giorni, pochi o tanti che siano. Non è l’attraversamento del deserto di Atacama. Se vi servirà qualcosa potrete comprarlo o chiederlo a qualche altro viandante. A tal proposito se dormite in rifugi o ostelli e non vi nutrite come Obelix, un budget di 35/45 € al giorno è sufficiente. Io e la mia socia abbiamo sempre mangiato al sacco a colazione e pranzo, comprando viveri in piccoli alimentari o supermercati, concedendoci un buon caffè all’occorrenza e la cena in qualche locale caratteristico.

Preparazione fisica

Io cammino ogni giorno per spostarmi in città. In media 4 o 5 chilometri. Questo non ha nulla a che vedere con il camminare prolungato per giorni consecutivi con del peso sulle spalle. Perciò meglio fare un po’ di pratica se non siete proprio atleti, cercando di percorrere almeno una decina di chilometri con lo zaino pieno per qualche giorno di fila. Fatto il tagliando fisico, ricordate di scaricare le tracce cartografiche GPS sul vostro smartphone: potrebbero tornarvi utili anche se vi spremeranno la batteria. Una bella mappa dettagliata poi fa sempre comodo, insieme a buoni occhi per scorgere i cartelli e segnaletica, quasi sempre in bella vista a parte qualche eccezione.

Via Francigena, Colle Gran San Bernardo
Via Francigena in Valle d’Aosta | Alain Rouiller

Dove dormire senza improvvisare

Come già accennato, alcuni tra i momenti più belli durante il cammino sulla Via Francigena sono i fuori programma. Per il pernottamento però è bene prenotare e nel caso scegliate l’accoglienza pellegrina di comuni, parrocchie e associazioni come rifugio per la notte, avvisate un giorno prima dell’arrivo anche se non tutti accettano prenotazioni. Almeno ci si può fare un’idea dell’affluenza nel periodo scelto e, in caso di overbooking, scegliere prontamente una soluzione alternativa, che potrà magari influenzare il vostro percorso. Alcuni b&b sono fuori dai centri abitati e sapere già di dover pernottare in un altro posto può farvi evitare l’insorgere della sindrome da scorciatoia nei giorni a seguire. Pianificate il viaggio e tenetevi un piano B per ogni tappa, tra cui magari un materassino: se i posti letto sono finiti, con un tetto sopra la testa ci si adatta. Se viaggiate con il vostro amico a quattro zampe, chiedete sempre se può essere ospitato.

Il tempo che ci vuole

Un semplice calcolo in base alle tappe scelte quantifica il numero dei giorni (a piedi, in media, ogni giorno è una tappa). La tratta italiana – 44 tappe – si percorre in 35/50 giornate. C’è chi sceglie anche di percorrere la Via Francigena in bicicletta, a cavallo, in parte a piedi, in parte coi mezzi. Sta alle motivazioni, alle possibilità e alle preferenze di ognuno organizzare il proprio pellegrinaggio nel modo più adatto. Se poi avete a disposizione più tempo, potete lasciarvi trasportare dai vostri passi e proseguire verso sud. La Via proseguiva fino in Puglia, da dove i pellegrini si imbarcavano per raggiungere Gerusalemme. Il percorso non è ancora segnato, per ora sei tappe sono state tracciate fino a Terracina.

Via Francigena
Via Francigena: indicazioni per guado del Po | Ale Mad

Cosa non perdere

Per prima cosa il simbolo del pellegrino con bisaccia e bordone disseminato sul percorso. Durante la preparazione del viaggio, guardate i luoghi di interesse lungo il vostro percorso per scegliere le soste che volete fare. Non solo splendidi paesaggi vi emozioneranno, ma anche monumenti, chiese e persino eventi e manifestazioni. Soprattutto non perdetevi il viaggio. Molti vanno di fretta, devono arrivare. Senza cercare di acchiappare un coniglio, senza fermarsi a far due chiacchiere in un bar di paese alle otto del mattino tra cappuccini e bianchini, senza godersi le geometrie delle campagne. Camminate piano: mentre la meta si avvicina, non perdetevi il vero viaggio, fatto di persone, di strade asfaltate e mulattiere, arte, natura e storia. Non perdetevi il silenzio, qualche lacrima e sincere risate.

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