Ecuador, le riserve dell’Amazzonia

Mentre preparavo il viaggio in Ecuador immaginavo i mesi di vita a Puyo, credevo che avrei vissuto la Foresta Amazzonica con la stessa semplicità e frequenza con cui visito i boschi vicino a casa. Invece, fin da subito, nell’assenza di sentieri, percorsi ed indicazioni, mi resi conto della sua impenetrabilità. Le difficoltà stanno nel doversi orientare all’interno della fitta massa verde che cresce rapida e senza sosta, nel riconoscere animali e insetti, fiori e frutti, nel saper ascoltare e interpretare i rumori.

La densità della foresta è dovuta al fatto che il suolo è interamente occupato e che gli alberi, che svettano alti e sottili per poter bucare il tetto verde alla ricerca di luce, sono di per sé altri piccoli mondi. Sui tronchi e sui rami crescono altre piante e altri fiori, si sviluppano apparati radicali aerei, gli insetti e le formiche appendono nidi e costruiscono tane. Per questa ragione una delle cose da evitare assolutamente è appoggiarsi ai tronchi o appendersi alle radici aree degli alberi. Potremmo disturbare flora e fauna, mimetizzata e pronta a scatenare i suoi meccanismi di difesa. Ho imparato la lezione durante una passeggiata guidata, quando sono passata oltre un serpente liana, appeso all’altezza del mio viso, senza che me ne accorgessi, evitandolo con la stessa tranquillità con cui si evita un ramo, accorgendomi della sua presenza per l’urlo della ragazza che mi seguiva. Per queste ragioni ricordate di non addentrarvi mai nella foresta senza una guida, che a colpi di machete vi sappia indicare e aprire il cammino.

Tuttavia un modo per conoscere la foresta c’è. Esistono numerosi parchi, di piccole dimensioni, dove potrete entrare in contatto, in totale sicurezza, con questo mondo unico e meraviglioso. Molti di questi luoghi sono centros de rescate, chiamati zoologicos, ossia aree protette dove gli animali, liberati dal commercio e dal traffico illegale, vengono ospitati con l’obiettivo di reinserirli gradualmente nel loro ambiente naturale o di monitorarli e assisterli se incapaci di provvedere alla propria autonomia o se rifiutati dal gruppo. In questi parchi gli animali sono tenuti in semilibertà in grandi aree recintate. Raramente vedrete delle gabbie, salvo casi di felini particolarmente aggressivi e ancora sotto shock. Le aree recintate, in alcuni casi comunicanti, sono sufficientemente ampie per permettere alle specie preservate di muoversi e ristabilire una routine il più possibile vicina alla vita nella foresta. Questo vi consentirà di vedere e avvicinare animali che difficilmente vedreste in totale libertà.

Rio Pastaza vicino a Puyo, Ecuador
Rio Pastaza vicino a Puyo, Ecuador – Foto di Diana Maria Zilioli

La maggior parte di questi centri si mantiene grazie al lavoro di volontari e alle donazioni di associazioni, spesso straniere. Vi capiterà quindi di imbattervi in gruppi di giovani americani ed europei che con sicurezza e tranquillità portano il cibo, puliscono e accudiscono, come si trattasse di un animale domestico, felini di piccola taglia, tartarughe, roditori, serpenti, scimmie e pappagalli.

Vicino alla città di Puyo ci sono numerosi centros de rescate. Vi consiglio di visitare il YanaCocha e il Tarqui. Per quanto siano i più conosciuti e visitati sono i migliori in termini di servizi per i visitatori,i più accessibili e soprattutto i più rispettosi nei confronti degli animali- Le aree recintate sono ampie e spaziose, pulite e curate, i percorsi per le visite sono ben tenuti e localizzati, per cui potrete godere di una buona vista in totale sicurezza.

Il centro Yana Cocha si trova sulla Statale 45, in direzione Tena, al Km 3. Una corsa in taxi da Puyo vi costerà circa 2 o 3 dollari, chiedete al conducente se è disposto a portarvi fino all’ingresso, l’ultimo tratto di strada è sterrato e non tutte le auto la percorrono con facilità. Il Tarqui è nella direzione opposta, in Av. Tarqui, potrete arrivarci anche con l’autobus che serve la parrocchia omonima, ma un taxi vi costerà pochi dollari e vi porterà davanti all’ingresso. Vi consiglio questo parco se siete amanti dei felini, ne ospita di diverse specie e alcuni hanno fatto famiglia qui, nonostante la semi-cattività, dimostrando che questi centri sono davvero a misura di animale.

Mi sento di consigliarvi anche una visita al Passeo de los Monos. Il parco è un po’ decadente e il personale poco cortese, però ospita molte famiglie e diverse specie di scimmie che saltano da un ramo all’altro in totale tranquillità, giocando e litigando come bambini. Anche se avvicinarle sarà facile, fate attenzione, sono spesso aggressive e non resistono alla tentazione di fare i dispetti ai visitatori, ho visto una piccola scimmia rubare dalla mano di una bambina un sacchettino di ciliegie, con una mossa tipica di un’abile giocatrice di ruba-bandiera. Raggiungere questo centro è più difficile, se non avete un’auto propria organizzatevi con il taxista anche per il ritorno, si trova in Via 10 de Agosto, al Km. 2.

coccodrillo, amazzonia
Foto di Chiara Sonzogni

Parallelamente ai centri di protezione degli animali, ci sono luoghi che si dedicano a preservare e studiare la flora. Tra i migliori vi segnalo l’Omaere Parque e il Jardin Botanico las Orquideas. Il primo è facilmente raggiungibile dal centro di Puyo, a piedi, si trova in prossimità dell’ingresso del Paseo Turistico, al Barrio Obrero, poco prima del ponte sospeso che attraversa il fiume; per il secondo invece consiglio il taxi che per 3$ vi porterà al Barrio Los Angeles, sulla strada in direzione di Macas.

L’Omaere è gestito da una coppia, Chris nordamericano e Teresa, donna di una comunità shuar. Lei è molto conosciuta e stimata dalla comunità per le sue conoscenze di medicina tradizionale. Conosce le piante, le loro molteplici proprietà e le combinazioni migliori per curare il corpo e la mente. Chris si occupa del parco, coltiva alcune delle piante per le medicine di Teresa, preserva le tradizioni del popolo shuar e le illustra ai visitatori, in una sorta di museo a cielo aperto. E’ un luogo molto bello, verrete attirati dal profumo di incenso (palo santo) che brucia sempre all’ingresso, per allontanare insetti fastidiosi e Chris saprà ammagliarvi raccontandovi usi e costumi delle comunità. Visiterete un esempio di casa/capanna, assaggerete foglie e fiori, vi truccherà la pelle con la linfa di bacche e ramoscelli. Anche l’Omaere accoglie numerosi volontari, molti dei quali aiutano Chris nella costruzione di nuove capanne, sale accoglienti, sentieri e infrastrutture costruite secondo i principi di un’architettura sostenibile, passiva e di riuso di materiali di scarto. Fatevi mostrare il funzionamento dei bagni e lo smaltimento dei rifiuti, rimarrete a bocca aperta.

Il Jardin Botanico las Orquideas è gestito dal Sr. Omar Tello, un simpatico ecuadoriano di mezza età, che ha deciso di mettere a disposizione dei suoi visitatori il suo vasto sapere botanico. Sarà proprio lui a guidarvi nella visita al giardino per aiutarvi ad apprezzare le qualità e le caratteristiche più nascoste di fiori e piante. Vedrete orchidee e farfalle stupende, ma più di ogni altra cosa, Omar vi aiuterà a ridare confidenza agli altri quattro sensi, sopiti dall’egemonia di ciò che è soltanto visibile. Quindi anche se capiterete nel periodo peggiore, quello in cui le orchidee per una qualche ragione non sono in fiore (sono piante sensibili e spesso imprevedibili), non vi preoccupate perché potrete godere di tanti altri aspetti e la visita al giardino ne sarà valsa la pena.

Questi luoghi vi permetteranno un approccio morbido all’Amazzonia, se vorrete però addentrarvi un po’ di più e provare l’emozione di una camminata con i piedi nel suolo limaccioso della foresta, con tratti di percorso acquatici, attraversare a piedi i fiumi con l’acqua alla vita e lo zaino in testa, fare un bagno sotto una scrosciante e gelida cascata, non mancano occasioni di escursioni guidate e di gruppo. Sia a Puyo che a Tena troverete numerose agenzie che organizzano escursioni di tutti i tipi, per soddisfare ogni desiderio d’avventura.

cascata, Amazzonia
Foto di Chiara Sonzogni

Inoltre presso la località Shell, a pochi chilometri da Puyo, sulla strada per Baños, è possibile effettuare voli interni sopra e per l’Amazzonia, rivolgendosi alle compagnie aeree locali. Alcuni dei piccoli aerei, solitamente usati per raggiungere con più facilità le comunità che vivono nel cuore della foresta, effettuano anche voli turistici, permettendovi di sorvolare l’area e in alcuni casi anche di atterrare. In questi casi dovrete organizzarvi molto bene; serve l’autorizzazione del capo delle comunità che visiterete, accordo che viene confermato via radio prima della partenza, e dovrete pensare molto bene alla logistica, soprattutto per quanto riguarda l’acqua potabile ed eventuali medicinali. Anche perché in alcuni casi capita che i tempi di permanenza nella foresta aumentino, a causa dell’instabilità meteorologica. La nebbia e la pioggia possono impedire l’atterraggio nonché ridurre la visibilità. Se vorrete quindi spingervi nel cuore della foresta, rivolgetevi alle piccole compagnie locali, che, oltre ad aiutarvi nell’organizzazione del viaggio, vi affiancheranno una guida, in grado di supportare tutta l’escursione e soprattutto di aiutarvi nelle situazioni più impreviste.

Per chi invece volesse godersi la tranquillità della foresta, con più facilità, non può farsi mancare un breve soggiorno, consiglio almeno due notti, nella riserva naturale di Jatun Sacha, localizzata nella parrocchia di Jumandy. Per raggiungerla il modo migliore è prendere l’autobus dal terminal terrestre di Tena, in direzione Col. Los Rios o Ahuano.

Jatun Sacha è una delle 5 riserve dell’omonima Fondazione che a partire dagli anni 70 cerca di preservare porzioni di habitat naturali incontaminati. Jatun Sacha include 2200 ettari di foresta. Il 70% è di foresta primaria, ossia non è mai stata oggetto di disboscamento, sfruttamento e coltivazione; il restante 30% è foresta secondaria. La stazione biologica, così chiamata perché utilizzata come base per studi e ricerche sull’Amazzonia, è attrezzata per accogliere i visitatori, con piccole capanne in legno e paglia, bagni collettivi, come nei campeggi, e una zona comune con sala, veranda, terrazzo e cucina. La riserva è gestita e custodita da una famiglia del luogo, che si occupa di aiutare i visitatori, accompagnarli per escursioni e passeggiate e a richiesta occuparsi dei pasti, dettaglio non indifferente dato che la distanza dal primo villaggio attrezzato è notevole (almeno 30/40 minuti di autobus).

La riserva ha sicuramente vissuto anni migliori, quindi preparatevi a soluzioni spartane ed essenziali, la struttura è decadente ma comunque accogliente e dove non arriva l’uomo ci pensa la foresta, con la sua magia. Ho passato 3 giorni a Jatun Sacha, in compagnia di un allegro gruppo di studenti universitari intenti a catalogare pesci e alghe, e ritengo sia stata l’esperienza più completa che abbia fatto di avvicinamento alla foresta. I ritmi della giornata sono scanditi dalla natura, ci si sveglia presto, verso le 6, insieme al sole che scalda subito la foresta, facendola tacere e ci si ritira altrettanto presto, alle 19:30, quando il buio è già impenetrabile, si svegliano alcuni animali mentre se ne addormentano altri, l’umidità aumenta e la si sente sulla pelle, come un vestito. La foresta di notte suona, è molto più rumorosa che di giorno; al mattino, sulle pareti dei bagni, che rimangono illuminati anche di notte, ho ammirato decine e decine di farfalle e falene, tutte diverse, con colori e forme stupende, così immobili da sembrare disegnate. Anche cavallette e ragni fanno mostra di sé, non preoccupatevi troppo per loro, se li lasciate in pace non vi disturberanno e quelli velenosi vi verranno segnalati. Tra una navigata sul fiume, una passeggiata nella foresta primaria ad ammirarne la densità e gli alberi preistorici, e il giardino botanico non avrete modo di annoiarvi. Ma se cercate assoluta tranquillità allora occupate un’amaca e godetevi il dondolio, al ritmo di questa natura vera e viva, assorbitene l’energia e permettetevi di contemplarla.

Tecniche di pesca
Tecniche di pesca – Foto di Chiara Sonzogni

Così quando avrete imparato a respirare lentamente e a nutrirvi l’anima, sarete pronti, prima di ripartire per il vostro viaggio, a visitare uno dei luoghi più belli della zona: Los Altos del Pastaza. Si tratta di un complesso alberghiero, al momento abbandonato ma accessibile al costo di 1$, collocato su un punto panoramico da cui si può godere di una vista eccezionale sul fiume Pastaza. Si trova sulla strada che collega Puyo a Macas, prendendo, al Km 16, la deviazione per raggiungere Palora. E’ difficilmente raggiungibile con i mezzi pubblici, io l’ho scoperto per caso, passandoci con un’auto privata. Tuttavia se ne avete la possibilità vi consiglio di cercare di raggiungerlo, si tratta davvero di un luogo poetico, unico, da cui ammirare l’Amazzonia e abbracciarla con lo sguardo: non importa se sarà il primo o l’ultimo del vostro viaggio, quello che conta è poterselo tatuare nella memoria.

[alert type=”success” dismiss=”no”]Leggi la tappa successiva dell’itinerario di Chiara in Ecuador: La costa sud dell’Ecuador: Machala, Puerto Bolivar e Jambelì[/alert]

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