Cortina d’Ampezzo, probabilmente la più famosa località turistica invernale in Italia, anche in estate è una località dolomitica tra le più belle, protetta dalle vette del Cadore e dalle cime delle Dolomiti di Sesto, alcune tra le montagne più scenografiche su cui possiate posare lo sguardo.
Il pensiero corre immediatamente alle Tre Cime di Lavaredo, mito dell’alpinismo e ammirevole scultura naturale, svettante e imponente sopra le vallate circostanti Cortina. Ma gli appassionati di trekking hanno molte altre risorse. Ad esempio il Cristallo, il monte simbolo della cittadina, che sorge proprio alle sue spalle.
O ancora le Tofane, i tre massicci torrioni che ospitano moltissimi sentieri, nelle loro vallate interne e in quelle laterali. Montagne bellissime le Tofane, forse davvero il cuore delle attività estive ed escursionistiche ampezzane. Per chi ha gambe e fiato, e voglia di scoprire queste tre imponenti Dolomiti, c’è un bellissimo tour a piedi, un anello di trekking non troppo impegnativo, che segue per buona parte il sentiero n. 1, l’Alta Via delle Dolomiti di Sesto. I locali e gli appassionati lo chiamano Il Giro delle Tofane, e noi ve lo proponiamo per le vostre estati nel Cadore, per godere fino in fondo della varietà di ambienti e di paesaggi che queste montagne altamente panoramiche hanno da offrire a chi non teme un po’ di fatica, ma anche tanto relax nei rifugi.
Il Giro delle Tofane è una via aperta a tutti, forse un po’ troppo tranquilla per i professionisti del trekking, ma davvero bella da un punto di vista paesaggistico, con scorci mozzafiato sulle Tofane, uno dei simboli di Cortina.
Giorno 1 – Da Val del Boite al rifugio Lagazuoi
Il viaggio inizia in un luogo da sogno. La Val Travenanzes è un angolo di paradiso verdissimo, incorniciato da uno spettacolo roccioso irripetibile. Corre lunghissima, separando il versante delle Tofane dai contrafforti dei Fanis, e quindi della Croda del Valon Bianco, nella parte più alta. Splendide creste tipicamente dolomitiche ci accompagnano in un cammino di circa cinque ore, sul sentiero numero 10 e poi sul 401, lungo una mulattiera piuttosto confortevole che procede prima nei boschi della Travenanzes, poi nella conca sommitale della vallata, all’ombra della Tofana di Rozes e della Torre Fanes. Un percorso vario e con pochi tratti ripidi, ma per questo un po’ più lungo, porta alla panoramica Forcela Travenanzes, ai 2600 metri di altitudine, per poi scendere fino allo storico passo Falzarego e risalire in mezza costa al Rifugio Lagazuoi, uno dei più bei belvedere sulle Dolomiti della zona.

Giorno 2 – Dal Lagazuoi al Rifugio Cinque Torri
Riposatevi per bene, fate una buona colazione e prendetevela comoda. La seconda frazione del giro è più breve della prima. Si scende per un tratto verso Cortina, passando nuovamente dal Falzarego. Potete passare dalla segnalatissima Galleria Italiana, se vi siete muniti di torcia, oppure dai campi da sci. La natura attorno a voi non sarà esattamente incontaminata, ma godrete di una delle viste più belle sulla Tofana di Rozes. Seguite le indicazioni per il rifugio Col Gallina, attraversate la conca erbosa seguendo il sentiero 440, attraverso il lariceto, fino alla bella conca dell’Alpe Potor (ottimo luogo per sostare per il pranzo). Ignorate gli impianti di risalita che disturbano il paesaggio, e procedete sul sentiero fino alla parete delle Cinque Torri, esempio di formazione dolomitica se ce n’è uno, fino alla parete sud della spettacolare Torre Grande. Il sentiero prosegue verso le Tofane regalandovi anche un pezzo di storia: le postazioni italiane restaurate, lascito della Grande Guerra. Il sentiero è in saliscendi e mai troppo faticoso. In poco più di tre ore vi porterà fino al rifugio Cinque Torri.

Giorno 3 – Dalle Cinque Torri al Rifugio Palmieri Croda da Lago
Ci aspettano altre tre ore di cammino. E di nuovo si parte in discesa per scaldare i muscoli, tenendo la destra lungo i segnavia 437, per una discesa piuttosto ripida che ci conduce ad una strada sterrata. Si svolta a sinistra, uscendo dall’ambiente alpino che ci ha accompagnati sinora, per incrociare brevemente la statale del Giau. Siamo appena sotto la località di Ponte di Rucurto, e attraversata la statale raggiungiamo il sentiero 437, una sterrata che si immerge nei boschi e ci conduce in Val Formin, tra le belle malghe e gli alpeggi della radura del Casòn. Si abbandona la strada sterrata per immettersi sul sentiero 343, subito dopo il ponte Pezziè. Qui si inizia a salire nel bosco sino a scavalcare il crinale sinistro della vallata e accedere alla bellissima Val Negra. Se, come noi, vi è rimasto un poco di amaro in bocca per quel breve tratto di strada asfaltata che nessun vero montanaro vorrebbe vedere durante il trekking, siamo certi che la vista del Lago Federa, appena al di sotto della Croda del Lago, vi compenserà a dovere. Il rifugio Palmieri Croda da Lago è proprio nelle vicinanze, vostra meta odierna.

Giorno 4 – Ritorno a Cortina
I più allenati ci metteranno addirittura una sola ora e mezza, contro le due e mezza, anche tre, per quei saggi che vorranno riposare ginocchia e caviglie e prendersela comoda. Magari fermandosi anche a pranzo al rifugio Palmieri, per un pasto a base di piatti tipici cadorini. La sterrata che torna in paese è ripida in principio, ma larga e confortevole, scende verso Malga Federa e verso i verdi pascoli ai piedi della Croda del Lago. Dopodiché si scende tra i boschi seguendo il corso del Rio Federa (segnavia 432) fino alla deviazione per Pianozes e località Campo di Sotto, dove vi aspetta l’autobus che vi riporta a Cortina.