Viaggio in Marocco: due giorni a Marrakech

Marrakech, chiamata anche “la città rossa” a causa del colore dominante dei suoi edifici, una delle città più conosciute e visitate del Marocco, è la prima tappa del nostro viaggio di 15 giorni in Marocco. Arrivare è molto semplice: gli aerei che la collegano con i principali aeroporti italiani arrivano qui e, se prenotate nel periodo giusto, il costo con Ryanair o Easyjet non è eccessivo.

Dall’aeroporto, per arrivare in città, la cosa migliore è prendere un taxi che vi porterà direttamente all’albergo, se ne avete prenotato uno, o all’entrata della medina, da dove dovrete procedere a piedi. Potrebbe capitarvi di trovare dei ragazzi che si offriranno di aiutarvi con i bagagli, portandoli con dei carretti: affidatevi pure a loro, ma assicuratevi che vi portino al vostro riad o all’hotel da voi indicato, piuttosto che a un altro con cui potrebbero avere un accordo: se portano clienti, prendono una percentuale.

Ma parliamo un po’ di storia. Marrakech fu per un periodo capitale di tre dinastie, gli Almoravidi, gli Almohadi e i Sa’diani, e questa notorietà è perfettamente riconoscibile nella maestosità del Palazzo Reale e nelle principali moschee e scuole coraniche (mederse o madrase) della città. Questi sovrani costruirono le mura, la kasbah, l’impianto idrico, l’ospedale Dar al-Faraj, ma la città cadde in declino quando, dopo la conquista da parte dei Merinidi nel 1269, la capitale fu spostata a Fez. L’ultima dinastia ad avere la capitale a Marrakech fu quella Sa’diana, che riportò la città al suo antico splendore, costruendo alcuni tra i monumenti più belli della città, tra cui la Madrasa di Ben Youssef e il palazzo El Badi.

La prima sera a Marrakech: Jamaa el Fna

La nostra prima sera a Marrakech siamo andati a mangiare alla famosissima Jamaa el Fna, la piazza principale della città considerata dall’UNESCO patrimonio dell’umanità. Il primo effetto che la vista della piazza mi fece fu di disorientamento, di vertigine di fronte alle luci, al via vai di gente, ai rumori, agli odori. Queste sensazioni furono seguite da stupore e meraviglia. La Jamaa el Fna è il punto di aggregazione di ogni tipo di attrattiva dal tramonto fino a fonda notte: poco prima dell’ora di cena i ristoratori iniziano a montare i vari stand, ognuno numerato e con i suoi tavoli intorno.

Marrakech, Jamaa el Fna
Jamaa el Fna | Luisa Puccini

I ristoranti coprono gran parte della piazza e offrono gustosi cibi tipici marocchini. Camminando in mezzo ai tavoli verrete fermati da tantissimi ragazzi che cercheranno di indirizzarvi verso uno tra i tanti stand. È il loro mestiere. Non fermatevi al primo stand che vedete. Esplorate, leggete i menù e cercate l’offerta che vi sembra migliore, lasciatevi guidare dagli odori che aleggiano tra i ristoranti.

Quando avrete cenato cercate un banco molto particolare, è quello che vende solo tè, si trova nelle file più esterne della piazza, qui potrete assaggiare il tè alla menta, tipica bevanda marocchina (simbolo di ospitalità), caldissimo, zuccherato alla perfezione, molto più buono di quello che offrono nei vari banchi-ristorante. Godetevi il suo calore nella notte e poi addentratevi nel resto della piazza: potrete trovare cantastorie, ragazzi che si sfidano a boxe, giochi di precisione, incantatori di serpenti, uomini con scimmie al guinzaglio, venditori di rimedi e medicinali sconosciuti, musicisti che suonano strumenti tipici marocchini, donne che vi propongono i tatuaggi con l’henné. State attenti alle truffe: nella piazza avvengono furtarelli e vi potrebbe capitare che vi offrano l’ultimo modello di iPhone a soli 50€.

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Primo giorno a Marrakech

Il primo giorno nella città l’abbiamo dedicato ai suq e alla medina alta. Per recarci nella medina abbiamo attraversato la piazza Jamaa el Fna che a quell’ora del giorno era vuota rispetto alla sera prima e frequentata solo da donne che facevano l’henna e da strambi dentisti con banchetti stracolmi di denti e dentiere di ogni tipo. Per visitare la medina perdetevi tra i vicoli, seguite gli scorci che vi attraggono, gli odori che vi stimolano.

Medina di Marrakech
Luisa Puccini

Esplorate i vari quartieri come il suq dei tintori, quello degli artigiani, quello dei tessitori. Potete passare così tutta la giornata, non vi stancherete e avrete sempre davanti agli occhi nuove situazioni, nuovi colori. Fermatevi per una sosta in uno dei numerosi posti che fanno solo tè e che lo portano ai negozianti di tutta la medina. Un ristoro dissetante anche nelle giornate più calde.

Secondo giorno a Marrakech

Il secondo giorno l’abbiamo trascorso ancora una volta a passeggio nella medina bassa e abbiamo visitato le tombe Sa’diane, un complesso di sepolture, alcune più semplici e altre più complesse, all’interno di un bellissimo giardino che seppur non troppo grande lascia a bocca aperta con il suo contrasto tra l’architettura e la natura, perfettamente armonizzate.

Visitate anche il Palazzo Reale e la Mellah, il quartiere ebraico. Il primo si trova poco fuori il centro della città e per tornare verso la Jamaa el-Fna vi servirà una bella camminata. Non perdetevi la Koutubia, la moschea principale della città. Purtroppo, come in tutte le moschee del Paese, non è consentito l’accesso ai turisti, ma godetevi il viale alberato e costellato di calesse che dalla Jamaa el-Fna vi porterà fino alla porta della moschea.

Marrakech
Luisa Puccini

Dove dormire a Marrakech. Durante il nostro soggiorno a Marrakech abbiamo alloggiato allo Jnane Mogador, un bellissimo riad che offre stanze anche da quattro persone e soprattutto un’abbondante colazione a base di khbuz (pane), rghaif (una sfoglia piatta), ahwa (caffè), asir simun (succo di arancia), bayad (omelette con cumino) e beghrir (deliziose frittelle spugnose) con miele e marmellate. Dalla terrazza si può anche godere della vista dei tetti e del canto del muezzin.

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