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Marocco in 15 giorni: le città imperiali e il deserto

Itinerario in otto tappe: da Marrakech e le altre città imperiali fino al deserto del Sahara, un tour per scoprire il Marocco in autonomia e sicurezza.

Camminando per le strade della medina, la parte più antica di una città marocchina, vi sembrerà di entrare in una delle favole di Le Mille e una notte, in un’atmosfera quasi surreale e suggestiva. Il Marocco è un paese accessibile ad ogni tipo di turismo o viaggio, adatto a viaggiatori alle prime armi e a chi invece è più abituato a viaggi fai da te. Offre ogni tipo di attrazione: antropologica, architettonica, naturalistica, storica, oltre che uno scorcio su una cultura molto diversa dalla nostra, pur essendo alle porte dell’Europa. Sotto molti aspetti è il paese più facile da visitare, tra quelli che offrono un totale distacco dalla nostra vita di tutti i giorni.

L’itinerario qui descritto è quello classico delle città imperiali (Marrakech, Rabat, Fes, Meknes) con l’aggiunta di Essaouira, Ouarzazate e una tappa nel deserto del Sahara. Queste città sono le più conosciute del Paese e le più visitate, ma non per questo troverete il pienone di turisti. Sarà facile trovare chi parla inglese, più raramente italiano, ma tutti parlano francese e ovviamente la lingua araba e persino berbera.

Tappa 1 – Marrakech

Marrakech è stata la nostra prima tappa, la città dove siamo atterrati. Appena usciti dalla zona dell’aeroporto (il taxi sino al centro costa circa 150 Dirham) e quando abbiamo cominciato a entrare in città già si iniziava a percepire quell’atmosfera magica di cui parlavo prima e ancora di più quando a piedi ci siamo inoltrati per la prima volta nei vicoli della medina, seguendo un ragazzo che ci avrebbe portati al riad.

A qualunque ora arriviate, la sera recatevi alla Jamaa el Fna, la piazza principale: qui troverete numerosissimi stand-ristorante dove potrete assaggiare i cibi tipici. La piazza, la sera, è piena di gente, di intrattenimenti di ogni tipo, dagli incantatori di serpenti, ai cantastorie, ai musicisti tipici, gli gnawa. Durante i giorni che passerete a Marrakech perdetevi nelle vie della medina, dei suq, visitate la Madersa e le Tombe Reali, se avete tempo, e visitate il mercato della Mellah, il quartiere ebraico.

Città imperiali in Marocco: Marrakech
Luisa Puccini – orangephotographic.it

Dove dormire. Durante il nostro soggiorno a Marrakech abbiamo alloggiato allo Jnane Mogador, un bellissimo riad che offre stanze anche da quattro persone e soprattutto un’abbondante colazione a base di khbuz (pane), rghaif (una sfoglia piatta), ahwa (caffè), asir simun (succo di arancia), bayad (omelette con cumino) e beghrir (deliziose frittelle spugnose) con miele e marmellate. Dalla terrazza si può anche godere della vista dei tetti e del canto del muezzin.

Dove mangiare. Per il pranzo, se siete nella medina, provate un ristorante di fronte alle tombe reali, il Restaurant Nid Cicogne dove, sulla sua terrazza, abbiamo mangiato un ottimo cous cous rilassandoci sui divani di vimini. Per la sera, la cosa migliore è rimanere nella Jaama el Fna, dove si può mangiare a basso prezzo i piatti tipici.

Tappa 2 – Essaouira

Essaouira si trova a un’ora e mezza di comoda e semideserta autostrada da Marrakech. Lungo la strada statale potrete vedere le piante di argan con le capre che si arrampicano sui loro rami per mangiarne i frutti e potrete fermarvi in una delle numerose cooperative femminili in cui si lavora l’argan per ricavarne l’olio cosmetico.

Essaouira è una città stupenda per il suo contatto con il mare: la piazza principale della città, appena dietro la porta principale della città, separa la zona del porto e del mercato del pesce dalla medina e dal centro della città. Visitate entrambe, prendetevi il vostro tempo e visitate il molo dove attraccano i pescherecci, visitate il castello e perdetevi nelle viuzze della città. Fuori dalle mura possibile fare bellissime passeggiate sulla spiaggia a cavallo, su un dromedario o anche a piedi, ovviamente.

Itinerario Marocco: Essaouira
Essaouira | Luisa Puccini – orangephotographic.it

Dove dormire. Abbiamo trovato posto al Riad Nakhia, hotel grazioso, nascosto dentro un piccolo tunnel al centro della medina, esattamente in in Rue Agadir. Il gestore è ospitale e molto gentile, vi troverete bene. Come in ogni riad anche qui la colazione è abbondante e offerta in terrazza.

Tappa 3 – Rabat

A Rabat abbiamo visitato la Kasbah des Oudayas, una cittadella forificata molto particolare con i suoi vicoli bianchi e azzurri e le porte dipinte. Dalle mura siamo scesi sulla spiaggia dove molti facevano surf, per poi andare a perderci nei vicoli della medina, all’interno della quale si possono trovare moltissime fontane dalle tessere di maiolica coloratissime e varie bancarelle di cibi e dolci.

Dove dormire. Arrivati a Rabat nel pomeriggio tardi abbiamo trovato un alloggio datato, ma suggestivo: Hotel Berlin.

Dove mangiare. La sera abbiamo cenato in un ristorante storico, situato tra le antiche mura, in una bellissima sala con una fontana: El Bahia.

Tappa 4 – Meknes

Siamo arrivati a Meknes al tramonto. Abbiamo cenato in una piazza appena fuori dalla medina, la Place el-Hedim, una versione miniatura della piazza Djemaa el-Fna di Marrakech. C’erano giochi , spettacoli e attrazioni per bambini, tra cui un mini tiro a segno con un fucile, rigorosamente storto, e delle canne da pesca con un anello per pescare delle bottiglie di bibite, e anche qualche strambo cantastorie.

Il giorno dopo zbbiamo visitato la medina vera e propria e la mellah, il quartiere ebraico. poi la Moschea e la Medersa Bou Inania fuori dalle mura, passando per la maestosa porta Bab el Mansour, che conduce appunto alla cittadella imperiale.

Meknes, Marocco
Luisa Puccini – orangephotographic.it

Dove dormire Abbiamo alloggiato all’elegante Riad Bahia. Gestito da una coppia fantastica che parla anche in italiano.

Tappa 5 – Volubilis

La città romana di Volubilis è l’avamposto più a sud nell’Africa romana. Questa località, già abitata nel neolitico, venne romanizzata dopo aver subito l’influenza cartaginese e di un regno berbero indipendente. Qui governarono Giuba II, erede dei sovrani di Numibia, e la moglie Cleopatra Selenius, figlia della più nota Cleopatra VII e Marco Antonio. Nel 168, per difendersi dagli attacchi che la città subiva dai Mauri, vennero erette le mura e fu abbandonata nel 284-285. Successivamente, nel VII sec, il sultano arabo Idris I vi stabilì la sua capitale. In seguito iniziò il suo declino fino a che nel 1755 non fu rasa al suolo da un terremoto. I lavori di restauro iniziarono solo nel XIX sec.

Il sito è completamente esposto al sole senza possibilità di acquistare acqua o di ripararsi, perciò scegliete ore poco calde e andate provvisti d’acqua. Calcolate alcune ore per visitarla bene e munitevi di bottiglie d’acqua perché il in certe giornate il caldo può essere torrido.

Tappa 6 – Fes

Il 13 siamo arrivati a Fes (o Fez) dove abbiamo alloggiato in un riad appena fuori dalle mura. Abbiamo visitato la città e i suoi vicoli, perdendoci e nelle sue varie parti. La principale attrazione di Fes sono le coloratissime concerie. Ce ne sono diverse sparse per la medina, ma cercate quelle più grandi che dovrebbero trovarsi nella zona est. Fes è, credo, la città che più mi ha affascinato del Marocco e se avete tempo merita più di un giorno per poter visitare anche la Mellah e la porta maestosa del Palazzo Reale.

Marocco in 15 giorni: Fes
Fes | Luisa Puccini – Orange Photographic

Dove mangiare. Per quanto riguarda il cibo, noi ci siamo affidati a Chez Tami’s, (Bou Jeloud, 50 Serrajine, Fes, Medina, 30030, Marocco; 070 640130) un ristorante plurisegnalato dalle guide turistiche situato sotto un grande albero di gelso appena all’interno di una delle porte principali e più belle della città: Bab Bou Jeloud . Qui abbiamo conosciuto non solo il simpatico Tami, cuoco e proprietario ma anche Sallah, uno dei camerieri che ci ha dedicato una stupefacente versione in arabo di L’Italiano di Toto Cotugno.

Dove dormire. Abbiamo alloggiato al Riad Lune e Soleil appena fuori della medina. Un riad decisamente elegante e ben gestito. Le stanze migliori sono quelle in giardino intorno alla deliziosa fontana. Potete anche scorgere una simpatica tartaruga che vi dà il buongiorno durante l’abbondante colazione.

Tappa 7 – Merzouga e il deserto

Il viaggio da Fes a Merzouga è lungo (quasi un giorno intero), ma offre scorci e panorami davvero fantastici: il passaggio dall’Alto Atlante al deserto quando da un lato ci sono i monti e dall’altro infinite distese di sabbia, con le sagome dei dromedari all’orizzonte, il percorso in mezzo alle montagne e nelle loro valli.

Da Merzouga, il giorno dopo abbiamo fatto un’escursione in jeep nei dintorni del villaggio visitando luoghi particolari e solo intorno alle 18, quando il sole iniziava a calare e la temperatura a scendere, siamo partiti, a dorso di dromedario, alla volta del deserto. Godetevi il silenzio, la pace la connessione con la natura che questa esperienza può dare. A seconda dei diversi operatori e guide passerete la notte in un campo diverso, ma lo standard è più o meno sempre uguale: i campi sono organizzati con grandi tende e zone comuni dove si mangia, si chiacchiera, si suona. Portatevi qualcosa per coprirvi perché la notte lo sbalzo termico può essere forte.

Il deserto del Sahara a Merzouga
Luisa Puccini – orangephotographic.it

Tappa 8 – Gorges du Dades, Ouarzazate, Ait Benhaddou

Tornati al villaggio, dopo una colazione siamo ripartiti verso le Gorges du Dades, una gola naturale dove la popolazione che vive nei dintorni si reca per lavare vestiti o concedersi un bagno rilassante. La passeggiata intera è lunga, ma anche solo una breve camminata lungo la gola vale la pena della sosta. La sera siamo arrivati a Ouarzazate dove abbiamo dormito all’Hotel la Vallee. Il giorno seguente abbiamo fatto visita alla Kasbha di Taourit, dove sono state girate alcune scene del primo film di Guerre Stellari, e abbiamo poi proseguito verso la celeberrima Kasbah di Ait Benhaddou, un altro suggestivo set di molte pellicole famose, quali il Gladiatore e Lawrence d’Arabia e altri film a tema biblico. La sera siamo rientrati a Marrakech e, dopo l’ultima cena in piazza Djemaa el-Fna e l’ultimo tè alla menta, abbiamo preso l’aereo il giorno seguente.

Sicurezza e norme di comportamento

Dal punto di vista della sicurezza il Marocco non presenta particolari problemi e i turisti sono visti come una presenza positiva. Le persone sono estremamente gentili e si offriranno spesso di aiutarvi, di mostrarvi qualcosa di particolare della loro cultura, di spiegarvi il loro punto di vista su tutti quelli che sono i luoghi comuni dell’Islam, evidenziando come la loro cultura e religione sia ben lontana da ogni estremismo e fanatismo. Questo atteggiamento di apertura rende il Marocco un paese sicuro anche per donne che decidessero di andare sole, come sempre con i dovuti accorgimenti dettati dal buonsenso. Per quanto riguarda le fotografie, chiedete sempre o rischiate di infilarvi in situazioni poco piacevoli. Soprattutto se siete sole non discutete troppo, se volete fare la foto al banco di un mercato ma il proprietario vi dice di no, non insistete.

Mangiare in Marocco

Anche per quanto riguarda il cibo ci sono alcuni avvertimenti: tendenzialmente è molto speziato, quindi se non vi piacciono le spezie dovrete optare per qualcosa di meno tipico e più europeo. Se invece volete deliziarvi con il cibo locale, non dovete perdervi la tajine, un procedimento di cottura a vapore all’interno della tradizionale pentola di ceramica. All’interno si può cucinare qualunque cosa, dalla carne, al pesce alle verdure.

Mangiare in Marocco
Luisa Puccini – Orange Photographic

Altri piatti tipici sono il cous cous, sia di carne che vegetariano, e la harira, una zuppa tipica del periodo del ramadan che si mangia come antipasto. Fate però attenzione, è molto piccante. Tipico è anche il tè alla menta o all’erba luisa: a qualsiasi ora del giorno vedrete persone bere tè e se anche voi ne siete amanti vi troverete a lasciarvi coinvolgere e a berne in continuazione. Il tipo di tè dipende, oltre che dal proprio gusto personale, dalla stagione: il tè alla menta è più rinfrescante e si beve nelle stagioni più calde, mentre il tè all’erba luisa è più adatto alla stagione invernale. Anche il modo di tenere il bicchiere del tè cambia a seconda delle stagioni: mentre d’inverno si tiene con entrambe le mani in modo da prendere calore, in estate si tiene solo con pollice e indice/medio, il pollice sul bordo del bicchiere e indice/medio alla base, più spessa apposta per evitare di bruciarsi.

Dormire in Marocco

In Marocco è possibile trovare diversi tipi di soluzioni per dormire, dagli ostelli e hotel più classici fino ai riad. Questi ultimi sono i più tipici e caratteristici: si tratta di antiche case familiari riadattate ad alberghi, strutturate su più piani che girano intorno ad una o più corti interne, solitamente a cielo aperto. Elemento tipico di queste corti è la presenza di una fontana al centro, piante e fiori. Le stanze affacciano sui corridoi con una porta e una finestra e all’interno sono quasi sempre arredate in un perfetto stile marocchino. I letti hanno quasi sempre il baldacchino. In quasi tutti i riad la colazione viene servita su una terrazza, in alcuni casi in una stanza attigua alla corte, ed è sempre molto abbondante.

Come arrivare in Marocco

Arrivare in Marocco dall’Italia è facile ed economico. Ryanair e Easyjet effettuano voli su Marrakech e altre destinazioni marocchine a cifre assolutamente ragionevoli, specialmente nel periodo autunnale o primaverile.

Per spostarsi nel Paese la cosa più comoda è affittare una macchina: i costi non sono elevati, le strade e le indicazioni sono buone. Potete noleggiare l’auto online prima di partire oppure direttamente in aeroporto rivolgendosi a uno dei numerosi stand di autonoleggio. Potrete anche chiedere l’aiuto dell’albergo dove soggiornate, ma tenete conto che chiedendo ai locali avrete sì un ottimo consiglio, ma potrebbero portarvi da parenti o amici e chiedere un prezzo leggermente più alto: parte del guadagno va a loro che hanno procurato il cliente, quindi siate pronti a contrattare.

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