Isole Perhentian, mare da sogno in Malesia

[alert type=”success” dismiss=”no”]Questo articolo è una tappa del viaggio di Thomas in Malesia. Leggi l’itinerario completo qui »[/alert]

Dal centro della Malesia, regione del Perak, il pulmino punta deciso verso est, e dopo quasi due ore di viaggio lungo la east-west Highway, che taglia la giungla collegando piccoli centri abitati e kampung appena costruiti, entra nella regione del Kelantan, a maggioranza musulmana e confinante a nord con la Tailandia.

L’attrazione turistica principale è la costa, con un mare smeraldo e caldo, spiagge bianche e città di piccole dimensioni. Nulla però al confronto della bellezza e pace che si trova sulle isole poco lontane dalla costa: le isole Perhentian e Redang poco più a sud.

Il pulmino termina la corsa a Kuala Besut, una cittadina di pescatori con un discreto porto situato all’insenatura del fiume Sungai Kelantan, che scorre dalle montagne dell’entroterra. Case basse dislocate intorno al porto mostrano ristorantini e bar, punto di riposo per i turisti che aspettano di imbarcarsi verso le isole.

Come era successo nel Taman Negara, la burocrazia inizia e finisce in maniera meticolosa ma rilassata: consegnati gli ultimi biglietti per il passaggio in barca, due ragazzini in bici conducono il gruppetto di turisti verso l’imbarcadero e ci smistano su 4 traghetti diversi (nonostante la mia perplessità) in maniera impeccabile. Più che traghetto, il nostro è un motoscafo cabinato da circa 10 posti, all’interno della cui cabina vengono ammassati gli zaini (i nostri sono a spalla, ma ci sono anche inguardabili trolley la cui presenza mi indispettisce alquanto). Dopo pochi minuti salpiamo e in circa mezzora di corsa sulle onde arriviamo in vista delle isole Perhentian: una visione da sogno, acqua nella quale non vedo l’ora di buttarmi, anche vestito, e in un silenzio carico di aspettativa nella luce del tramonto si svolge la scena più mitica di tutta la vacanza.

isole Perhentian, Malesia
CC Gemma Bardsley

A motori spenti il motoscafo ondeggia placido, e noi con lui in attesa. Un’attesa che si protrae per diversi minuti persi nello splendore del panorama. Ad un certo punto si avvicina una piccola imbarcazione in legno, stretta e affusolata, spinta da un motore 5 cavalli, simile a quella del viaggio sul fiume Taman Negara. Capiamo che quello è il nostro mezzo per arrivare a terra! Il capitano si infila e scompare nella cabina in cerca dei nostri zaini (spariti sotto i trolley), io lo seguo e nella penombra recuperiamo i nostri; dopo di che sotto gli sguardi un po’ divertiti e un po’ preoccupati degli altri passeggeri, passiamo sulla barchetta con l’eleganza tipica da cittadino che non vuole annegare ad agosto insieme alla sua valigia. Accomodato a bordo lancio un’occhiata a quelli rimasti a bordo, immaginando la stessa situazione ripetersi ma in modo fatale per gli altri turisti, che aggrappati ai trolley come zattere di fortuna verranno trascinati al largo dalla corrente.

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Con la prua rivolta a terra capisco il perché della piccola imbarcazione: il fondale bassissimo è ricoperto di coralli, ed è visibile un solo stretto passaggio con la bassa marea, adatto appena alla barchetta. Delle due isole che formano l’arcipelago delle Perhentian abbiamo scelto quella più grossa Perhentian Besar, che offre standard di sistemazione più elevati e un’atmosfera più silenziosa e rilassante rispetto a quella più piccola, Perhentian Kecil, meta prediletta dei backpackers raggiungibile in 10 minuti circa. La baia circolare Teluk Dalam è orientata a sud ed offre una serie di sistemazioni (soprattutto chalet) lungo la spiaggia alternate a piccoli ristoranti a conduzione famigliare.

L’ingresso del villaggio turistico Flora Bay Resort è un arco rosso in stile fusion cino-malese sulla spiaggia tra le palme, varcato il quale si apre un ampio salone sotto un’alta tettoia rossa che protegge la reception ed il ristorante dal sole e dalle piogge pomeridiane. Intorno al padiglione centrale che offre anche servizi di lavanderia ed un negozio sono dislocati piccoli chalet in legno color ocra dal tetto appuntito e con veranda. La fortuna ci assiste: siamo in prima fila laterale dove inizia la spiaggia, a due metri da una amaca di cui prendo immediato possesso. Il prezzo è davvero onesto rispetto alla qualità del servizio e della location, circa 30 euro a persona per notte. Le colazioni con frutta esotica fresca e pancake sono davvero ghiotte, mentre la sera si può scegliere tra self service di piatti tradizionali e grigliate di carne e pesce, oppure raggiungere a piedi lungo la spiaggia gli altri ristorantini mentre il sole scompare all’orizzonte.

Gli stessi ristoranti di giorno diventano la base per i tour di snorkeling o per il servizio taxi boat che porta nelle altre baie dell’isola. Anche qui i costi sono contenuti circa 20 euro per un tour in 4 o 5 angoli dell’isola con pinne e maschera e boccaglio inclusi. Gettata l’ancora per mezz’ora nei diversi spot si possono avvistare tartarughe sul fondale, cuccioli di squalo tra i coralli ed ovviamente una miriade di pesci multicolarati che fanno a gara ad avvicinarsi alla maschera. Armarsi di fotocamera subacquea è un must! In alternativa c’è un sentiero che taglia l’isola a metà e che passa nel cuore della vegetazione interna, per chi si sente più Indiana Jones che non Jacque Cousteau, e che in mezz’ora di trekking permette di raggiungere la baia occidentale, di fronte alla seconda isola, dove il mare è ancora più cristallino e da cartolina ma la presenza dei villaggi e del flusso turistico è più invasiva.

snorkeling Perhentian
CC Yusmar Yahaya

Migliori punti per lo snorkeling: i fondale della disabitata Pulau Susu Dara, la zona nord di Long Beach sull’isola di Kecil, i tratti di fronte a Coral View Island Resort e a Tuna Bay Island Resort sull’isola di Besar.

Quando andare: evitate la stagione delle piogge, tra metà novembre a metà febbraio troverete le isole praticamente chiuse ai turisti, a parte qualche eccezione.

Ecoturismo e volontariato: sull’isola di Kecil trovate l’Ecoteer Community House dove potrete vivere un’esperienza di volontariato contribuendo alla ristrutturazione delle case, alla pulizia delle spiagge e alla formazione e intrattenimento dei bambini che impareranno l’inglese, le basi della tutela ambientale e faranno insieme a voi esperienze di eco-snorkeling; sull’isola di Besar invece trovate il Perhentian Turtle Project dove potrete contribuire alla tutela delle tartarughe marine facendo snorkeling e scattando foto per identificare gli esemplari e i loro spostamenti intorno all’isola, mentre di notte potrete fare la guardia alle spiagge in cui le tartarughe depongono le uova.

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