Via Francigena in Emilia: da Cella di Noceto a Fornovo

Tappa: n° 19 (parziale) Cella di Noceto – Fornovo sul Taro 18,5 km. (5 ore )

Ripartiamo di buon mattino dalla comunità di Betania a Cella di Noceto. Alle 6.30 pare non si muova una libellula da queste parti, eppure sappiamo che i fratelli e le sorelle che vivono qui sono già operosi. La loro vita trascorre soprattutto nella preghiera e nell’aiuto al prossimo per chi lo chieda. L’accoglienza riservataci è stata una delle migliori durante questi giorni, le conversazioni interessanti, il cibo ottimo e un profondo spirito di solidarietà ci ha piacevolmente colpito. Non era un mondo che ci apparteneva, eppure l’autenticità e i modi d’interazione hanno evidenziato i punti d’incontro tra noi. Non possiamo che serbare un bel ricordo dell’ospitalità di Betania.

Il cielo è spettacolare, una via lattea di nuvole, all’orizzonte si alternano colline verdi e gialle che ci aspettano. Dopo un quarto d’ora vediamo un primo cartello segnaletico vicino a quello del B&B San Nicola (altra possibilità di pernottamento in zona convenzionato con la Via Francigena) e tagliamo per un sentiero in mezzo ai campi. Le spighe di frumento sono tutt’intorno a noi fino al torrente Recchio che attraversiamo senza intoppi visto che non piove da parecchio. La salita ricomincia e prendiamo il ritmo cadenzato che riecheggia dalle nostre suole nell’incontro con la terra. Poi in un baleno, gli occhi percepiscono un guizzo ai lati e i nostri corpi si immobilizzano. Un paio di caprioli fanno altrettanto, per poi svignarsela nel bosco al limitare del colle. Ne incrociamo un altro poco più in là e questo semplice fatto ci riempie di gioia mentre osserviamo le sue impronte lasciate sul sentiero polveroso. Certe ragazze di città si commuovono sempre davanti alla natura.

Noceto è ormai alle nostre spalle e alle 7.00 incrociamo un utile cartellone esplicativo sotto una pensilina di legno: mostra e descrive i luoghi del territorio attorno al comune di Medesano. Ci sarebbero da visitare tanti piccoli paesi, da Felegara a Varano Marchesi, che orgogliosi della propria storia e tradizione, mettono in bella mostra castelli, terme, musei, santuari e bunker. La nostra meta ci chiama e proseguiamo tra casali abbandonati, fattorie, fienili e minuscoli capanni per gli attrezzi.

Via Francigena, da Betania a Fornovo sul Taro

Alle 7.45 incontriamo un piccolo podere con allevamento di cavalli, un’apicoltura e dei vigneti, subito dopo ci immettiamo sulla strada delle Milane che ci porterà a breve nel cuore di Medesano, dove peraltro nelle vicinanze abbiamo un appuntamento col Parmigiano Reggiano grazie all’iniziativa Sosta & Gusta in collaborazione con la Via Francigena. Prima passiamo per la Chiesa di San Pantaleone, singolarmente a croce latina ma con un richiamo al gotico visti i tetti, le monofore e le bifore. Mentre lasciamo il suo slancio verso l’alto e ritorniamo sulla strada, un Ducato ci suona allegramente e i fratelli e le sorelle di Betania ci salutano dai finestrini. Siamo già sulla strada del nostro punto di interesse, la Latteria Sociale LA MEDESANESE in Via Carnevala 21.

Entriamo superando il cancello e davanti a noi un casaro sfila in scioltezza attraversando lo spiazzo della cooperativa con una forma di Parmigiano Reggiano in spalla. 40 chili di bontà così, che inizio a valutare nel mio zaino in piena estasi olfattiva. Entriamo nel negozietto sulla sinistra e mostrata la credenziale che viene prontamente timbrata, ci viene offerto un assaggio del più famoso formaggio italiano, che non consumiamo completamente, ma che contribuirà ad una merenda perfetta.

Mentre osserviamo due pareti della bottega con vini e pregiati salumi del territorio, ci raccontano che il latte destinato al Parmigiano Reggiano può provenire solo da questo territorio, che si distende a raggera in questo tratto di Via Francigena. Parliamo delle province di Parma, Reggio Emilia e Modena (più la zona a destra del Po di Mantova e a sinistra del Reno a Bologna). Ospitalità è un pezzo di parmigiano valorizzato da chi lo produce con passione e mestiere.

Gnocco fritto a Fornovo sul Taro

Sono le 9.20 e ripartiamo con le nostre pepite di latte nello zaino verso il Parco Fluviale Regionale del Taro. Incrociamo nuovamente il cartello del B&B San Nicola con annessa cassetta per la posta sotto una grande quercia, ma non vediamo nessun edificio vicino. Bisognerà percorrere il sentiero a sinistra per raggiungerlo, noi ci limitiamo a sbirciare nel quaderno dentro la cassetta delle lettere, dove tanti pellegrini hanno lasciato i loro pensieri e saluti.

Fiori fucsia e papaveri costeggiano i campi prima di arrivare alla segnaletica del sentiero n°5 Felegara del Parco Regionale. Il percorso dapprima è immerso tra tamerici, pioppi neri, olivelli e rose selvatiche, poi costeggia il letto ghiaioso del fiume. Il ponte ferroviario che attraversa il Taro appare alla nostra sinistra imponente e un po’ desolante visto che di acqua nel corso principale ce n’è proprio poca. Le sterne volano sulle nostre teste mentre attraversiamo il Rio Dordone grazie a un ponticello in legno.

Via Francigena

Proseguiamo parallele al Taro, sulla sinistra i rumori dell’autostrada della Cisa iniziano a farsi più vicini. Entriamo nel cortile di una fabbrica grazie a una breccia nella rete, uscendo da un vicolo cieco tra rocce e arbusti; raggiungiamo Via Solferino, attraversiamo il ponte, dove la segnaletica torna a ricordarci le direzioni per Roma e Canterbury sotto lo sguardo dell’emblematico pellegrino posto sul corrimano, e raggiungiamo Fornovo sul Taro.

Sono le 12.30, ci infiliamo nel minimarket che troviamo subito scese dal ponte per rifocillarci sulle panchine sotto gli alberi nell’ampio slargo. Il paese non ci sembra entusiasmante. Non ha molta importanza ora: un tocchetto di parmigiano fa capolino tra le verdure mentre ci godiamo e festeggiamo l’arrivo alla meta. Terminato il pranzo frugale ma energetico, andiamo a cercare il nostro ricovero. Infilata via XX Settembre, dove i ciottoli che dividono le due file di case riescono a farci immaginare il cammino dei pellegrini d’altre epoche, arriviamo in Piazza IV Novembre dove la Pieve dà bella mostra di sé. Dedicata all’Assunzione di Maria Vergine (sec. IX) è una delle più antiche diocesi di Parma. In origine dava ricovero ai viandanti sotto il suo semplice tetto a capanna. La statua del pellegrino manca di testa, ma le sue chiavi indicano sempre che si è sulla giusta via per Roma.

Pieve a Fornovo sul Taro
Pieve a Fornovo sul Taro

Fornovo era un villaggio importante, dalla Pianura Padana la via più breve per raggiungere i valichi di montagna per proseguire verso la capitale passava da qui. Più anticamente era un centro mercantile fondato dai Romani: il Forum Novum. La Pieve, si dice, venne eretta sopra un tempio dedicato a Mercurio, dio dei viaggiatori e dei commerci.

Accanto alla chiesa ci aspetta la Parrocchia dell’Assunzione, ma prima dobbiamo fare un bel po’ di anticamera nell’annesso circolo ACLI: siamo in sei a bramare una branda, qualcuno più esausto di altri per via dell’intera tappa senza soste intermedie. Dopo i timbri di rito e l’obolo richiesto (10,00 €), finalmente troviamo un paio di letti in uno stanzone insieme ad altre due persone. La struttura è molto grande, si sviluppa su due piani, la pulizia lascia parecchio a desiderare. Lo spazio però permette di stendere comodamente il bucato, e la vista sulle tegole del borgo regala un’atmosfera sonnolenta che di certo concilierà il sonno.

Verso le 17.30 usciamo per una passeggiata, visitiamo la Chiesa dell’Assunta, passiamo per la pro-loco a pochi metri, gironzoliamo fino a Piazza Matteotti, dove una piccola fontana e una corona di alberi al limitare dello spiazzo sono attorniati da case di singolari colori pastello. Proprio qui, come era sparito dalla rotta prima di Piacenza, ricompare a sorpesa Frederick. Ci racconta della sua serata a Milano in compagnia di un amico. Dopo un’oretta e mezza ci ritroviamo casualmente con altri cinque ospiti della parrocchia come commensali al bar Trattoria Locanda Al Ponte (Via Solferino 2/6) dove Fausto ci serve un buon piatto di tortelli.

Fornovo sul Taro
Fornovo sul Taro

L’indomani torneremo a casa, con il treno che dalla stazione di Fornovo, via Fidenza, arriva a Milano (10,55 € con lo sconto Via Francigena, acquistabile direttamente dalla biglietteria automatica in stazione). Adesso però siamo qui con altri viandanti, un ragazzo arriva da Oslo, uno dalla Baviera, a bere un bicchiere di vino e a raccontarci i nostri viaggi in giro per il mondo.

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