Sansepolcro e i borghi della Valtiberina in tre giorni

Territorio poco esplorato dal turismo di massa, la Valtiberina vanta un’importanza a livello storico, culturale, naturalistico e artistico. Si trova nella parte più orientale della Toscana e si estende fino in Umbria, tra le province di Arezzo e Perugia. Attraversata dal fiume Tevere, è anche conosciuta come Alta Valle del Tevere.

Tra le peculiarità della Valtiberina c’è quella di confinare con tre regioni attigue alla Toscana, quali appunto Umbria, Romagna e Marche. E’ delimitata a ovest dall’Alpe di Catenaia, a est dall’Alpe della Luna. Da quest’ultima, per gli amanti del trekking, si segnala il sentiero CAI n.85, che porta al Poggio i Tre Termini, così chiamato perché segna il confine tra Toscana, Marche ed Umbria e apre la visuale su un panorama mozzafiato.

Nel suggestivo paesaggio della vallata, tra le località che meritano una visita spiccano Sansepolcro, Anghiari e Citerna, tre borghi medievali inseriti nell’elenco tra i borghi più belli d’Italia che, all’interno delle storiche mura, racchiudono rari tesori. Se avete la possibilià di dedicare alcuni giorni alla Valtiberina, questo è l’itinerario ideale.

PRIMO GIORNO: COSA VEDERE A SANSEPOLCRO

Centro più popoloso della Valtiberina, anticamente chiamata Biturgia (da Galli Biturgi, da cui ne deriva ad oggi i il nome dei suoi abitanti: i biturgensi), ha dato i natali a Piero della Francesca. Si hanno tracce di primi insediamenti a partire dal secolo VIII a.C., ma la fondazione del centro abitato risale al secolo X. Si narra che due pellegrini di ritorno dalla terra santa con delle reliquie, fondarono una comunità monastica con l’abbazia dedicata appunto al Santo Sepolcro. La città fu governata da diverse casate nei secoli, dai Malatesta ai Tarlati e ai Medici, che fecero costruire diversi palazzi, che testimoniano l’impronta medievale e rinascimentale della città.

Sansepolcro
Sansepolcro | Foto di Arianna Anderini ©

Ore 10. Iniziate la visita partendo da Porta Fiorentina accedendo da Via Giordano Bruno. Attraversate la porta medievale, e vi troverete in via XX Settembre, il cosiddetto corso, la strada principale che attraversa tutto il centro storico, in una sorta di museo a cielo aperto. Percorretela per pochi metri e troverete subito alla vostra destra la Chiesa di Sant’Agostino, originariamente conosciuta con il nome di Pieve di Santa Maria Assunta, cambiò successivamente nome in quello attuale nel 1555 a seguito del trasferimento dei frati agostiniani che ne costruirono anche il convento. La facciata presenta un portale cinquecentesco con pilastri decorati a candelabre. Sfortunatamente l’unico elemento conservato dell’allora pieve duecentesca, è il campanile romanico adattato su di una torre dal chiaro tratto medievale. Al suo interno si riconoscono richiami barocchi e sotto l’altare, si trova la cassa lignea risalente al secolo VXII che conserva i resti del beato Angelo da Sansepolcro.

Proseguite in direzione est, rimanendo su via XX settembre, non trascurando di guardare intorno la bella architettura conservata dei palazzi. Lungo il percorso, troverete alla vostra sinistra, superando l’incrocio con Via Giuseppe Mazzini, la minuscola Chiesa del Buon Gesù. A prima vista la facciata appare quella di un palazzo di epoca tardo-cinquecentesca e non di un luogo di culto. Il suo interno conserva uno stile barocco, e sulla sinistra si trova l’oratorio con un dipinto raffigurante la Pietà.

Mantenetevi sempre in XX Settembre direzione est, fino a quando arriverete in Piazza Torre di Berta. È il centro cittadino, scenario anche dell’antico Palio della Balestra, evento che rievoca un torneo medievale di tiro con la balestra e che richiama numerosi turisti durante il mese di settembre. Il nome della piazza era dato da una torre medievale campanaria (la cui campana era curiosamente chiamata Bonaventura), originariamente posta centralmente ma che andò distrutta nel 1944 durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Vi sono diversi racconti legati al suo nome: alcuni riportano che fosse la sfortunata fidanzata di un giovane di una località vicina il cui amore era osteggiato dalle rispettive famiglie rivali; altri, sostengono che fosse il luogo dove venivano messi alla berlina i condannati nel Medioevo.

Tenendo Piazza Torre di Berta alle spalle, davanti a voi troverete Via Giacomo Matteotti, e già potrete notare l’imponente Duomo, la Cattedrale di San Giovanni Evangelista, la più antica della città, alla vostra destra. Salite la scalinata e visitate la struttura, è edificata su quello che era originariamente un monastero benedettino del X secolo e successivamente, congregazione camaldolese nel XII secolo. Presenta tracce gotiche nella sua facciata ed al suo interno, composto da tre navate dalla classica struttura trecentesca basilicale, presenta caratteri di stile romanico e gotico.

Accanto dalla Cattedrale, uscendo alla vostra destra, noterete un edificio con un bel porticato, è Palazzo delle Laudi, in stile tipico cinquecentesco. Piccola curiosità: davanti Palazzo della Laudi, vi è uno stretto vicolo, Via della Firenzuola, se lo percorrerete, prestate attenzione alle facciate, potrete presto scorgere una lapide: in memoria del primo forno della Famiglia Buitoni, attività che successivamente diede vita al colosso aziendale che tutti conosciamo.

Proprio davanti al Palazzo delle Laudi, c’è Palazzo Aggiunti: un edificio con un balcone nella parte frontale in stile secentesco, struttura risalente al tardo Cinquecento. A pochi metri tenendo Palazzo Aggiunti alle vostre spalle, c’è subito Palazzo Pretorio, in Piazza Giuseppe Garibaldi collocabile alla metà del 1300, successivamente rifatto e modificato nel 1843.

Ore 11.30. Da Piazza Giuseppe Garibaldi, tornate su Via Giacomo Matteotti direzione nord, superate l’arco in pietra che troverete davanti a voi uscendo dalle mura di cinta, svoltate subito a sinistra su Via Niccolò Aggiunti, e al numero 65, sarete arrivati al Museo Civico Sansepolcro. Propone un vasto patrimonio artistico, nonché una sostanziosa collezione di dipinti del XV e XVI secolo, di artisti quali Pontormo, Piero della Francesca, Iacopo Bassano, Luca della Robbia, Santi di Tito e molti altri.

Ore 13.30. Approfittate di una pausa spuntino, assaggiando la tipica ciaccia fritta (focaccia fritta da farcire a piacimento), presso La Piazza in Via XX Settembre n.124/126.

Ore 14.30. Il percorso riprende mantenendo la direzione est su Via XX Settembre, fino all’incrocio con Via Pier della Francesca a sinistra; imboccate la strada direzione nord, superate la breve scalinata fino a ritrovarvi nuovamente su Via Niccolò Aggiunti, svoltando poi a sinistra vi imbatterete (visibile alla vostra sinistra) nella casa natale di Piero della Francesca, visitabile al suo interno, che vale sicuramente la fermata.

Restando su Via Niccolò Aggiunti, direzione nord-ovest, percorretela per pochissimi metri, e troverete sullo stesso lato la Chiesa di San Rocco, struttura di epoca rinascimentale, al quale dedicare una breve visita anche per il suo Oratorio.

Mantenete la direzione fino a raggiungere la Chiesa di San Francesco, visibile sulla destra al bivio con Via Beato Ranieri. Edificio del XIII secolo dalla facciata in stile gotico, al suo interno, rinnovato nel 1700, presenta un altare in pietra a forma di sarcofago con colonne tortili e della sua cripta conserva le spoglie del Beato Ranieri.
Prendetevi del tempo per riposarvi all’interno del Giardino di Piero della Francesca (Via Niccolò Aggiunti alle spalle della Chiesa di San Francesco) con la statua datata 1892, che primeggia centralmente dedicata all’artista ad opera dello scultore Arnaldo Zocchi.

Ore 16.30. Se siete curiosi di conoscere la storia della nobile arte erboristica medica, non perdetevi l’Aboca Museum, della nota azienda italiana Aboca che nasce ed ha sede in questo territorio, dove scoprirete le tecniche di lavorazione delle erbe e vivrete un’esperienza multisensoriale in un edificio storico di pregio. Il museo si trova sempre in Via Aggiunti n. 75 in corrispondenza del Giardino Piero della Francesca.

Cosa vedere a Sansepolcro
Sansepolcro | Foto di Daniela Bardi (CC BY-NC)

Ore 17.30. Uscendo dall’Aboca Museum, proseguite su Via del Rio/Via Giovanni Buitoni, fino all’incrocio sulla destra con Via dei Montefeltro, arriverete alla Fortezza Medicea posta alla vostra destra, sfortunatamente non visitabile se non per rari eventi. Seguite il suo perimetro, imboccando sulla destra Via dei Molini, ritrovandovi così, su quello che viene chiamato il rione di Porta Romana. Continuate su Via dei Molini, fino al bivio sulla destra con Piazza Antonio Gramsci che si immette nuovamente sulla via principale di Via XX Settembre. Percorretela fino a tornare nuovamente in Piazza Torre di Berta.

Lungo il corso, troverete il Cinema Teatro Dante, piccolo capolavoro tra i meglio conservati del centro Italia, inaugurato nel 1836 come teatro e successivamente divenuto sala cinematografica, è tra i pochi teatri italiani rimasti di proprietà privata. Tutt’oggi mantiene la sua funzione di teatro e sala cinematografica.
Attraversate la piazza direzione sud verso Via San Giuseppe, che troverete sulla destra, percorretela fino all’incrocio a sinistra con Via S. Gregorio, e seguitate mantenendo la direzione raggiungendo l’incrocio sulla destra con Via Santa Croce. A breve distanza su Via Santa Croce troverete sulla sinistra la Chiesa di San Lorenzo, famosa perché custode dell’opera la “Deposizione” capolavoro di Giovan Battista di Jacopo, detto Rosso Fiorentino.

Ore 19. Dopo aver dedicato la giornata alla visita della cittadina, rilassatevi con un aperitivo al Kappa-Caffè, mentre il corso si anima di persone che passeggiano e si intrattengono davanti un drink.

Ore 20.30. Per cena le ricette della tradizione toscana alla Locanda del Giglio – Ristorante Fiorentino (Via Luca Pacioli n. 60). Fondato nel 1807, conserva al suo interno elementi architettonici originali di pregio. Trascorrete poi la serata passeggiando per il centro, o approfittate di qualche bel film al cinema per visitare il favoloso Teatro Dante.

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SECONDO GIORNO: MONTECASALE E SAN GIUSTINO

Ore 10. L’Eremo di Montecasale, immerso nella rigogliosa vegetazione della Valtiberina, tra boschi, grotte naturali e sorgenti di acqua freschissima, venne fondato da San Francesco nel 1213 su un edificio abbandonato preesistente del XI secolo. Dedicate la mattinata a visitare il luogo, raggiungibile in auto da Sansepolcro in quindici minuti. Assaporate il silenzio e la pace del luogo, prendendovi il tempo per passeggiare nella splendida natura circostante e per visitare l’eremo, con la celletta costruita da San Francesco, con un macigno che fungeva da giaciglio. Fatevi raccontare da uno dei frati presenti, il simpatico aneddoto del cavolo coltivato con le radici all’insù da San Francesco.

Eremo di Montecasale
Eremo di Montecasale | Foto di patry_gh_ ©

Ore 13. Per il pranzo, non lontano dall’Eremo di Montecasale, in una minuscola frazione chiamata Montagna, circondati dal verde della natura inviolata, ci sono due indirizzi dove potrete gustarvi un pranzo genuino e saporito della vera tradizione locale in un’ambientazione fuori dal tempo.

Trattoria da Vasco vi accoglierà in ambiente rurale con la struttura esterna in pietra, e travi a vista al suo interno. La cucina è radicata alla più autentica tradizione toscana, con pietanze saporite, materie prime chilometro zero, tutto eseguito a mano, pasta fresca inclusa.

Ristoro Calisti è trattoria dal tratto rustico, anch’essa si attiene scrupolosamente alla cucina tradizionale del territorio, con materie prime genuine e pietanze eseguite con cura e passione, piatti di pasta fresca fatti a mano, specializzato in carne alla brace.

Per raggiungere la frazione Montagna, basterà tornare a ritroso fino a raggiungere il bivio che si immette su Strada Comunale della Montagna, voltate a destra e proseguite lungo la strada per circa 5 km. Arrivati sul posto, noterete subito davanti a voi, un monumento dedicato ai caduti della Prima guerra mondiale, parcheggiate l’auto, i due punti ristoro, si trovano a pochi metri l’uno dall’altro oltre il ponte posto alla vostra sinistra.

Ore 15. Dopo pranzo riprendete a visitare la zona. Utilizzate la strada percorsa all’andata per tornare in direzione Sansepolcro, alla volta della località di San Giustino, prima cittadina umbra al di la del confine regione, per visitare il Museo Storico del Tabacco (verificate l’effettiva apertura prima di recarvi qui), dedicato alla produzione del tabacco Kentucky, coltivazioni presenti in numero considerevole nell’area della Valtiberina. Il museo è piccolo ma interessante, e spiega, oltre le tecniche di lavorazione del tabacco, lo sviluppo economico che ha dato al territorio e il ruolo della donna nel mondo sociale e lavorativo.

Ore 17. Usciti dal museo, riprendete l’auto per tornare verso Sansepolcro, e dedicate il restante pomeriggio per visitare liberamente la cittadina e fare shopping. Per l’aperitivo provate la Pasticceria Confetteria Chieli, Viale Vittorio Veneto n. 35, con una vastissima scelta di dolce e salate di produzione propria.

Ore 20.45. Per la cena provate Ristorante al Coccio in via Aggiunti. Oltre a pietanze ben cucinate dai sapori caserecci, offre un ambiente intimo in un locale che precedentemente era la sacrestia di quella che era la Chiesa di San Niccolò.

Altra proposta, se avete voglia di guidare, è Osteria in Aboca, in Frazione Aboca lungo la statale Marecchiese. Splendida struttura, offre la possibilità di cenare all’aperto, propone menu vario con piatti tradizionali ineccepibili anche rivisitati. Distante da Sansepolcro circa 8 chilometri.

DOVE DORMIRE A SANSEPOLCRO

Relais Oroscopo è all’interno di un edificio del XIX secolo, poco fuori dal centro storico in area molto tranquilla, con bel giardino e piscina. Stanze con travi a vista, possibilità di usufruire del ristorante interno. B&B Dolcerosa, splendido bed & breakfast nel cuore della città, anch’esso all’interno di una struttura storica, finemente ristrutturato ed arredato, rapporto qualità/prezzo concorrenziale.

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