In Umbria, a 30 chilometri da Perugia e vicino al confine regionale con la Toscana, il Parco del Lago Trasimeno tutela un ecosistema sviluppatosi attorno a un ex cratere vulcanico di 126 chilometri quadrati, riempito dalle acque del Paganico, del Pescia, del Rio Maggiore e del Tresa.
Tecnicamente si chiama zona umida, paradiso per pesci e uccelli migratori. Ma vuol dire anche cibo in gran quantità per gli uomini che fin dalla preistoria hanno cominciato ad abitare le sue rive, nonostante la zona fosse soggetta a frequenti alluvioni e a malsani impaludamenti. Poco male: già con gli antichi Romani si iniziò a scavare canali per scaricare le acque del lago nel Tevere e il loro esempio fu seguito nei secoli almeno fino al 1898. Fin troppo: nel 1958 il lago fu dichiarato a rischio di prosciugamento e ora la sua profondità massima è inferiore a cinque metri – il che ci fa capire quanto bisogno ci sia di un parco che protegga questo patrimonio naturalistico.
Le colline umbre che hanno ispirato i quadri del Perugino, tre piccole isole di cui una impreziosita da un pittoresco borgo quattrocentesco, pescatori che ancora oggi sfalciano i canneti a mano e, a pochi chilometri alcuni tra i borghi più belli che la regione possa offrire. E ancora musei, tour gastronomici, percorsi di trekking, sentieri per il cicloturismo, itinerari a cavallo, strutture e servizi per gli sport acquatici, dalla vela al kitesurf. Tutto questo offre il Parco del Trasimeno.
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Tour delle isole del Lago Trasimeno
Suggeriamo un itinerario tutto lacustre di una giornata, dai tempi volutamente dilatati e tranquilli, che sfrutta i servizi regionali di navigazione e vi permette con un biglietto giornaliero di toccare le tappe più suggestive lambite dal Trasimeno. Si può fare anche con una bicicletta al seguito pagando un supplemento.
Partite da San Feliciano e imbarcatevi sul traghetto per Isola Polvese, che raggiungerete in meno di mezzora. E’ l’isola più grande del Lago Trasimeno, disabitata dal dopoguerra, dal 1973 di proprietà della Provincia di Perugia, che ne ha fatto la sede del Centro di Esperienza Ambientale della Regione dell’Umbria. Il Centro si occupa di promuovere l’educazione ambientale e di gestire il turismo in maniera ecocompatibile.
Isola Polvese è un laboratorio naturalistico a cielo aperto: un bosco di lecci ad alto fusto, il canneto dove svernano gli ardeidi nelle loro garzaie tra il salice e il pioppo, l’oliveto secolare piantato nel secolo XI dai monaci Olivetani (del cui monastero troverete in cima al colle i romantici ruderi), fanno da ambientazione pittoresca a impianti di fitodepurazione, sistemi di risparmio energetico e coltivazioni di agricoltura biologica dove si custodiscono alberi da frutto del secolo passato.
Da vedere sull’isola ci sono diverse rovine di antichi monumenti: la Chiesa di S.Secondo, la Chiesa di S. Giuliano e un castello del XIV secolo. C’è anche una vecchia cava di arenaria abbandonata e trasformata negli anni cinquanta dall’architetto Pietro Porcinai nel Giardino delle Piante Acquatiche. In realtà all’epoca venne progettata come e vera e propria piscina, contornata da ameni ninfei ornati di piante d’acqua, per la famiglia Biagiotti, ultimi proprietari dell’isola; passati i Biagiotti, rimangono i ninfei e le sdraio ricavate da lastre di arenaria.
Si riprende poi il traghetto per l’Isola Maggiore che a dispetto del nome, non è la più grande del lago, ma è solo la maggiore delle due isole della sponda nord. Il nucleo abitativo, costruito sulla sponda ovest, consta di una strada, Via Guglielmi, e qualche casa. Il Guglielmi in questione è il Marchese Giacinto che nel 1887 acquista l’antico convento dei Francescani e annessa chiesa trasformandoli nella propria residenza di gusto romantico. È ricordato però per una singolare iniziativa: nel 1904, su suggerimento della figlia Elena, fece venire appositamente dall’Irlanda una donna che insegnasse alle giovani isolane la lavorazione a uncinetto del pizzo d’Irlanda che ora rimane come curioso souvenir tipico del Trasimeno, con tanto di Museo del Merletto. L’isola offre sentieri tra la natura incontaminata, paesaggi che aprono il cuore e tesori dell’arte custoditi tra le architetture medievali e rinascimentali del borgo. Il Centro Informazioni presso l’antica Casa del Capitano del Popolo vi darà tutte le informazioni necessarie.
Non lasciate Isola Maggiore senza aver visitato il luogo devoto, solitario rifugio nella macchia di ulivi, lecci, pini, cipressi e pioppi e altre varietà mediterranee, dove San Francesco approdò nel 1211 per ritirarsi a meditare in occasione della Quaresima. Raccontano che un abitante del posto, pensando ingenuamente di fargli un omaggio, gli portò un coniglietto selvatico. Francesco, al solito suo, immediatamente lo lasciò andare, ma la bestiola, fatti quattro salti a terra, si accucciò in braccio al Santo che ritentò invano un paio di volte, finché non andò a finire che l’isolano testimone del fatto insolito corse in paese gridando al miracolo, e Francesco se ne rimase col coniglietto tra le braccia a guardare le placide onde del lago, aspettando che finisse il giorno e meditando sulla bellezza misteriosa del Creato. Un po’ come potete fare voi, se ne avete l’animo, anche senza essere santi.
Dove dormire. Dirigetevi in traghetto a Castiglione del Lago, uno dei borghi più belli d’Italia. Qui potrete trascorrere la notte al b&b Il Torrione, delizioso alloggio con vista sull’Isola Polvese, ricavato dalla sapiente ristrutturazione di una casa torre del 1500 (vi conviene prenotare in anticipo). Potrete così dedicarvi l’indomani all’esplorazione del meraviglioso borgo cinquecentesco e poi, con molta calma, tornare via lago a San Feliciano.