Non solo cioccolato e non solo jazz. Perugia è molto altro e bastano due giorni per rendersene conto. Traboccante d’arte e memoria, cinta da mura etrusco-romane ancora intatte, il capoluogo umbro è un centro elegante e alla moda. Un’acropoli ordinata che domina dall’alto la valle del Tevere con percorsi piacevolmente irregolari che regalano panorami incantevoli. Una città radiosa, protesa verso il cielo e immersa nella natura, che riceve luce da ogni parte, anche lungo vicoli semi nascosti e spesso dal nome “balsamico” come via del paradiso e via deliziosa. Ed è qui, soprattutto a primavera, che lo spirito si rinnova.
Cosa vedere a Perugia: venerdì pomeriggio
Ore 15. Per raggiungere Perugia si deve salire fino alla cima dei colli con i quali la città, da tempo immemore, si è fusa. Viale Indipendenza è l’ultimo tornante prima di arrivare a Piazza Italia che, con i palazzi della Regione e della Provincia, costituisce una specie di anticamera del salotto della città: Corso Vannucci. E’ questa la strada più signorile e movimentata di Perugia, dove gli amanti dello shopping e del buon cibo non resteranno delusi. Il tempo di lasciare i bagagli in un albergo del centro – perfetta, all’inizio del Corso, la Locanda della Posta scelta, a loro tempo, da Goethe e Andersen – e via alla scoperta della città!
Ore 17. Alla luce del tramonto Perugia si tinge di rosa, come una piccola Toulouse nostrana. Continuando su Corso Vannucci, dopo pochi metri, si arriva a Piazza della Repubblica sede del Teatro Pavone, il più antico della città. Oltre, si raggiunge Piazza IV Novembre, cuore pulsante del centro. E’ qui che si concentrano tre simboli perugini: la Fontana Maggiore emblema medievale con le sue vasche in marmo e la gradinata circolare; la Cattedrale di San Lorenzo, dalla facciata incompiuta e dagli interni maestosi; e il Palazzo dei Priori, oggi sede del Comune e della Galleria Nazionale dell’Umbria con opere del Perugino, del Pinturicchio, di Piero della Francesca… Una tappa imperdibile per gli amanti dell’arte.
Ore 20. Ai morsi della fame Perugia risponde con l’offerta di ghiotti piatti ed eccellenti etichette. Non sarà difficile trovare un ristorante o un’osteria in cui mangiare bene e, aspetto non trascurabile, spendere poco. Il Civico 25 in Via della Viola è un’ottima scelta, soprattutto per chi ama gli ambienti informali. Da provare gli strangozzi – tipica pasta locale – con pomodorino, pancetta e pecorino.
Ore 22. Centro della movida notturna è Piazza Matteotti, parallela al Corso. Sarà forse il richiamo della Vecchia Università, oggi sede del Palazzo della Giustizia, o la possibilità di raggiungerla in auto, fatto sta che è in questa piazza che i giovani si danno appuntamento. E di giovani a Perugia ce ne sono tanti e di tante nazionalità, grazie alla presenza della maggiore Università per stranieri d’Italia.
Cosa vedere a Perugia: sabato
Ore 10. Ogni città ha almeno un locale che ne custodisce la memoria storica. A Perugia è la Pasticceria Sandri in Corso Vannucci. Una prima colazione qui è quasi d’obbligo e i deliziosi dolcetti al cioccolato danno la giusta carica per affrontare i continui saliscendi del centro. È solo con la luce del mattino che la città si mostra padrona indiscussa della vallata. I Giardini Carducci, vicini a Piazza Italia, sono un osservatorio privilegiato per godere di una splendida vista. Da qui, sullo sfondo del Monte Amiata e del Monte Peglia, spiccano i campanili delle numerose chiese dislocate nei livelli sottostanti il centro storico: Chiesa di Santa Giuliana, di Santo Spirito, di Monteluce, simboli delle forte presenza religiosa e monastica a Perugia nei secoli passati. Dai giardini si scende utilizzando le comode scale mobili (attive tutti i giorni con orario 6:45 – 1:45), introdotte, insieme agli ascensori, intorno al 1980 per mettere in comunicazione i vari livelli della città. Un vero toccasana soprattutto per la risalita! Quelle dei giardini penetrano nella “città sepolta”, la Rocca Paolina, fortezza papale del ‘500 di cui sono rimasti intatti solo i muraglioni di sostegno all’esterno e il quartiere medievale all’interno, con tanto di strade, strutture abitative, fondachi e cortili. Basta seguire la luce per uscirne, ritornando alla realtà dopo un insolito tuffo nel passato.
Ore 12. Risalendo a piedi verso la città alta in direzione nord-est, si passa davanti alla Chiesa di Sant’Ercolano dalla pianta ottagonale e si attraversa l’omonimo arco, una delle monumentali porte etrusche perugine ancora ben conservate. Percorrendo la scalinata di via Oberdan, nel cuore del cosiddetto Borgobello, si arriva alla stazione del minimetrò (Pincetto) l’emblema più contemporaneo della città: un percorso in superficie su rotaie lungo 4 km che collega la prima periferia con il centro storico. Per una pausa pranzo un po’ frugale, ideali sono le scalinate della Cattedrale, sempre gremite di ragazzi. Ottima la scelta della torta al testo umbra e, perché no, di un po’ di cioccolato acquistato al Chocostore che affaccia sulla piazza (siamo pur sempre nella città del bacio perugina!).
Ore 14. Direzione sud. Attraversata Piazza Danti si passa davanti al Pozzo etrusco, opera di ingegneria idraulica datata 350 a.C e unica nel suo genere (aperto tutti i giorni, mattina e sera con orari diversi a seconda della stagione). Si prosegue per Via delle Prome fino al muraglione di Porta Sole che offre un’altra prospettiva ancora dello spettacolare contesto urbano. Discendendo per una lunga scalinata, si arriva all’Arco Etrusco, quello maggiormente conservato tra i varchi cittadini. Si sale per via Ulisse Rocchi, gremita di trattorie, e si gira per via Baldeschi fino a Piazza Morlacchi, sede del teatro più attivo della città e di facoltà umanistiche e punto limite fin dove si spingono le corriere a metano. Da qui, di nuovo in salita, si trova una delle strade più rappresentative della città, Via Maestà delle volte che, con giochi architettonici di vuoti e pieni, di archi e spicchi di cielo, obbliga i passanti a tenere il naso all’insù. Ma che la monotonia non fosse di questo luogo, ormai è chiaro!
Ore 16. Direzione est. Via dei Priori, traversa di Corso Vannucci, scende ripida intersecando stradine tortuose tipiche della città vecchia. Passata la chiesa barocca di S. Filippo Neri e la Torre degli Sciri, che svetta per 46 metri di pietra levigata a testimonianza del potere delle famiglie magnatizie, la via sfocia in un’ampia e luminosa piazza dominata dalla chiesa di S. Francesco al Prato e dall’Oratorio di S. Bernardino che custodisce un’importante gipsoteca. E anche in questo caso il rosa delle pietre dei fianchi e delle facciate dona all’insieme un morbido bagliore.
Ore 20. Per la cena è meglio prenotare. Alle spalle della Fontana Maggiore il ristorante Wine Bartolo propone un menù degustazione con i piatti della tradizione perugina a soli 20 euro. E l’ambiente, voltato a mattoni, è molto grazioso.
Cosa vedere a Perugia: domenica mattina
Ore 10. Ultima tappa prima di salutare Perugia è Corso Cavour, la più lunga strada in pianura della città appena fuori le mura etrusco-romane. A metà del corso si incontra l’imponente Chiesa di San Domenico, strutturalmente molto sobria tranne che per il finestrone gotico dell’abside alto più di 20 metri. A fianco, il convento domenicale del Duecento con il suo bel chiostro, oggi sede del Museo Archeologico nazionale. Il corso termina alla Basilica di San Pietro, semplice nell’impianto medievale ma superba nell’apparato decorativo al suo interno, con tanto di opere del Perugino. Attiguo alla basilica, l’orto botanico, ennesimo luogo ameno in cui rigenerarsi prima della partenza.