California: a Salinas sulle orme di John Steinbeck

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Ci addentriamo in una zona quasi sconosciuta alle rotte del turismo. Lasciamo la Highway 1 e pieghiamo verso l’interno, raggiungiamo la Highway 101, una strada meno spettacolare che attraversa una California più autentica, più quotidiana e allo stesso tempo straordinariamente ricca di spunti letterari e cinematografici. Siamo nel cuore agricolo della California, nella Salinas Valley. A perdita d’occhio le vallate con gli sterminati campi di insalata iceberg, le moderne aziende agricole che impiegano per la stragrande maggioranza manodopera messicana, i latinos che qui in California si apprestano a diventare il principale gruppo etnico dello stato.

Salinas è una cittadina di 150.000 abitanti, pulita e ordinata. Non c’è molto da fare, specialmente durante la settimana. Qui la gente lavora, per lo più nelle aziende agricole della Valley, e non va in giro a bighellonare di giorno feriale. Ne consegue che il centro (la cui definizione ‘Old Town’ non può non farci sorridere) è praticamente deserto. La grande attrazione di Salinas è il National Steinbeck Center, museo e centro culturale dedicato al premio nobel per la letteratura John Steinbeck, che qui nacque nel 1902 e qui ambiento molti suoi racconti e romanzi.

Se siamo venuti a Salinas è precisamente per Steinbeck, scrittore americano autore di romanzi come La Valle dell’Eden (da cui il film di Elia Kazan con James Dean) e Furore (titolo originale The Grapes of Wrath, da cui il film di John Ford con Henry Fonda e la canzone di Bruce Springsteen The Ghost of Tom Joad). In Furore, attraverso le vicende drammatiche e le lotte di Tom Joad e della sua famiglia, viene raccontata l’America della Grande Depressione, le grandi migrazioni di contadini verso ovest degli anni trenta quando i disperati, gli invisibili disposti a lavorare per una miseria venivano dal cuore e dalla pancia degli Stati Uniti, dall’Oklahoma e dall’Arkansas. E la California era allora immaginata dalle masse di disperati, dai piccoli proprietari terrieri che avevano perso tutto, come una terra mitica e generosa, salvo poi ritrovarsi in un incubo di emarginazione e fatica, miseria e sfruttamento.

Il museo Steinbeck è semplice ed efficace, come il carattere della gente di queste parti. Filmati, fotografie e oggetti raccontano la vita e le opere dello scrittore e parallelamente ricostruiscono la storia e la cultura popolare di questa regione fortemente legata all’agricoltura e all’immigrazione. Dopo la più gigantesca e indimenticabile colazione americana che si possa immaginare in uno dei pochissimi caffé del centro, passiamo un’intera mattina all’interno del museo e il tempo passa rapidamente. Poi facciamo ancora un giro nel centro di Salinas, ma c’è davvero poco da fare e da vedere.

La giornata prosegue sonnolenta fino a sera. Qui non c’è una gran vita notturna, a parte il cinema multisala e qualche bar e steak house. Tutto nella stessa piazza dove si affaccia anche il museo Steinbeck. Probabilmente Salinas si anima un pò nel weekend ma stasera c’è davvero poca gente in giro. Entriamo nella Monterey Coast Brewing, dove beviamo birra e mangiamo buonissimi hamburger e bistecche giganti con patatine degne di Tex Willer. Alle 10 quando usciamo, Salinas sta già dormendo. Domattina si alzerà prestissimo per andare a lavorare nei campi.

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