Dove eravamo rimasti? A una notte di autobus, una delle tante dormendo con piccoli e continui sballottamenti tra finestrino e poggiatesta cercando di acchiappare il sonno perfetto – quello che ti fa aprire gli occhi quando il conducente frena e rallenta, quasi all’arrivo, quasi – nel viaggio verso Santiago de Cile. Tappa importante per una delle città più ‘europee’ del continente sudamericano.
A 500 metri sul livello del mare, oltre 5 milioni e mezzo di abitanti (un terzo di tutta la popolazione cilena), Santiago ti accoglie tra il caos del traffico e i colori dei diversi quartieri molto differenti l’uno dall’altro. Le grandezze non sono quelle delle altre capitali (soprattutto Buenos Aires e Rio de Janeiro), le case e le strade sono più vicine alle nostre abitudini.
Arrivando nella capitale cilena pochi giorni prima di Natale, trovo una popolazione indaffarata e in ansia per gli ultimi regali che batte senza soste le lunghe vie centrali costellate di negozi e grandi magazzini, con spettacoli tipicamente occidentali non fosse per i 35 gradi di dicembre – il che se ci pensate rende tutto ancora più affannoso.
Allontanandosi dalle vie più shoppettare si riesce però a godere di più tranquillità, in qualche piazzetta meno attraversata o nei diversi parchi circostanti (non perdete il parco del Cerro San Cristobal, una vera e propria montagnola in città).
Il Cile è una nazione dove si respira ancora molta storia, e dove la recente dittatura di Pinochet negli anni 70 e 80 ha lasciato il segno oltre che una profonda divisione tra i cileni. A testimoniare questa storia è in primis il Palacio de La Moneda (nella foto in alto), dove vive il presidente della repubblica e dietro al quale campeggia la statua di Salvador Allende, presidente socialista ucciso durante il golpe che portò il Cile sotto una macabra e oscura dittatura per decenni (qui per ulteriori approfondimenti).
A Santiago ci sono musei, parchi e negozi per tutti i gusti: sopra gli altri però spicca il barrio Bellavista, vero e proprio rifugio dei boehmien nella capitale cilena. Teatri, locali notturni, bar, case di tutti i colori, il quartiere Bellavista sembra quasi fiabesco, a metà tra gli abbagli del Moulin Rouge e la passione cilena, attraversato da un fascino unico. Qui trovate l’ostello Bellavista, in poche parole fantastico: dai ragazzi che ci lavorano allo stile degli interni (nella foto a destra) alla zona. Un luogo che consiglio e che di sicuro renderà i vostri giorni a Santiago più frizzanti e colorati.
Altro luogo da non perdere è il Mercado Central, un grandissimo mercato al coperto dove è possibile acquistare o anche mangiare in loco un pesce veramente squisito.
Passo a Santiago tre giorni, tra i ritmi caotici giornalieri e le lunghe nottate, prossima tappa a neanche 2 ore di strada: Valparaiso, la terra di Pablo Neruda (nella foto in home a fianco di Allende, della stessa terra natia).