Al commissario Magrite piace mangiare. E l’isola del golfo di Napoli può soddisfarlo appieno. Nel suo libro Ischia Gianni Mura descrive un paesaggio luminoso, dalla vegetazione ricca, sotto un sole amichevole. Oleandri, limoni, ginestre, buganvillea, ficus accolgono il poliziotto e la sua compagna appena arrivano in porto. Hanno viaggiato sull’aliscafo, che dondola avanti e indietro, ma è più veloce del traghetto. La narrazione si sposa con la leggerezza del paesaggio. Magrite e Michelle approfittano dei tavolini all’aperto di un bar: due granite al limone, un primo assaggio della nuova terra di vacanza. Mette l’acquolina il menù del pranzo sulla spiaggia, al bagno da Ida:
Alici marinate, mezze maniche alle seppie, alici fritte con insalata di pomodori
È così Ischia. Accogliente e gustosa. La storia di Mura prende a tratti le sfumature del giallo, ma l’unico giallo di una vacanza sarà quello della luce che accende le spiagge, i giardini e le terme. Il perimetro dell’isola misura 32 chilometri. Si può visitare a piedi grazie al servizio di autobus piuttosto affollati che vanno su e giù per i paesini. Per assicurarsi la comodità, l’ideale è prendere a noleggio una piccola automobile. Una Seicento costa sui 35 euro al giorno, una Smart 40.
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La spiaggia dei Maronti
Gli amanti delle lunghe spiagge di sabbia sappiano che il bus 5 va ai Maronti, a Barano, dove Mura colloca il primo delitto del suo libro. Laggiù i prezzi di un ombrellone con due lettini vanno dai 10 ai 20 euro, a seconda della fila. Al bagno Nuovo Tropical si mangia la pasta fresca fatta in casa condita con pecorino e cozze.
Sant’Angelo
Merita una visita Sant’Angelo, un piccolo borgo di case bianche, negozietti, caffè, gelaterie e vetrine dai dolci vistosi. Poco prima di arrivare all’area pedonale c’è un ampio parcheggio, dove lasciare l’automobile pagando non troppo. I ristoranti sono costosi. Un buon compromesso è il Deus Neptunus, con una terrazza panoramica sul mare. Un primo costa sui 15 euro. Al porticciolo ci sono piccole barche di legno che per 3 euro portano in pochi minuti i turisti alle Fumarole, una spiaggia che prende il nome dalle emanazioni di vapore acqueo provenienti da fenditure del suolo. Si tratta di un fenomeno naturale caratteristico dei territori nei pressi di vulcani. Poco prima di entrare in Sant’Angelo una discesa di gradini porta alla spiaggia di Cava Grado, metà libera e metà privata. Al bagno da Marie per pranzo potete gustare la zingara, il tipico panino ischitano.
I Giardini Ravino
In un paio d’ore si visitano i Giardini Ravino, a Forio. Il parco botanico misura 6.000 mq e ospita 400 specie vegetali, una delle più vaste collezioni di piante succulente, quelle che comunemente vengono dette “grasse”. Ci sono cactus di tutti i tipi, con diverse fioriture e frutti commestibili. Ne fanno un dolce e dissetante aperitivo al bar all’interno del parco. Occhio a non sedervi sul “cuscino della suocera”, un piccolo cactus che sembra un pouf d’appartamento.
Negombo al Lido di San Montano
La compagna di Magrite, Michelle, beneficia delle cure termali di Ischia per il suo mal di schiena. Una possibilità per approfittarne, in caso di acciacchi o semplice voglia di tranquillità, è offerta dal Negombo, un parco idrotermale situato nella Baia di San Montano. È immerso nel verde. Ci sono piscine di diverse temperature, dai 18 ai 38 gradi. Per chi soffre di cervicale, come me, i doccioni di acqua termale sono un toccasana. Il calore e il massaggio naturale rimettono in sesto. La spiaggia è racchiusa in un piccolo golfo verdeggiante. All’interno del parco, si trovano un bar dove gustare ottime centrifughe, un ristorante sul mare e uno all’interno, ombreggiato dalla vegetazione. I prezzi di quest’ultimo sono apparentemente più abbordabili, ma le porzioni saziano un appetito da pulcini.
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Il porto di Ischia
Passeggiare alla sera al porto di Ischia permette di assaporarne l’atmosfera suggestiva. Ristorantini graziosi si succedono uno dietro l’altro. Non sono a buon mercato, ma con un po’ di attenzione si può cenare all’aperto in un contesto davvero piacevole.
Il Castello Aragonese
C’è l’ascensore e ci sono le scale. Se non fa troppo caldo, gli sportivi apprezzeranno la salita. Il Castello Aragonese raggiunge un’altezza di 113 m sul livello del mare ed è collegato a Ischia Ponte da un istmo lungo 220 m. Sorge su un’isola tidale e la sua prima costruzione risale al quinto secolo a. C. L’ambiente più impressionante è il Cimitero delle Clarisse dove i cadaveri venivano disposti su scranni con un ampio foro nel quale colavano i liquidi della decomposizione. Qui le monache si recavano quotidianamente in preghiera. L’ingresso al Castello Aragonese costa 10 euro, per i bambini 6.
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