Dopo quasi due giorni di autobus, con il cambio in un’opaca e un po’ triste Comodoro Rivadavia (paese nato sui pozzi di petrolio), arrivo a El Bolsón, provincia del Rio Negro. Appena uscito da quasi un mese in Patagonia il paesino di 15.000 abitanti circa è un sollievo e una rinascita.
El Bolsón è un paesino a 422 metri di altitudine ed ha un clima incredibilmente raro e temperato per la sua locazione grazie al fatto di essere ‘protetto’ dai monti Piltriquitron e della particolare conformazione delle valli. La sensazione di sollievo sceso dal bus dopo i freddi patagonici e dopo 30 ore di aria condizionata feroce è simile ai primi approdi della primavera dopo un lungo inverno.
Una sensazione di rinascita fantastica, un teporino che rischiara e rilassa, una nuovo inizio: non si potrebbe richiedere niente di meglio dal paesino nato dalla fuga di alcuni ragazzi dalla dittatura argentina e dai ritmi infernali della città e dal loro insediamento qui. Clima rilassato, allegria diffusa, un vero e proprio centro un po’ fricchettone e un po’ di campagna per recuperare energie e buttarsi nelle feste più allegre e surreali.

Il paesino offre diversi ostelli rurali stile fattorie dove passare le giornate in relax tra il verde e le galline, leggendo e facendo conversazione. Il mercatino del paese il sabato è uno spettacolo, con tanti artigiani a vendere i loro prodotti anche alimentari, dalla marmellata alla birra ai formaggi al cioccolato. Un piccolo paradiso di pace, se consideriamo l’ubicazione geografica.
Un luogo sconosciuto al turismo di massa ma conosciuto attraverso il passaparola ai viaggiatori di lungo periodo e agli argentini che cercano di uscire dal delirio delle loro città. Non solo relax e placidità ma anche possibilità di belle passeggiate escursioni e sport più estremi come il rafting.

Tra le escursioni un must la cabeza del indio, la montagna che ritratta di lato suggerisce il profilo di un indiano. Per chi avesse tempo consiglio almeno tre giorni a El Bolsón, cullandosi nel dolce piacere del non far nulla, nell’ozio e nell’attenzione alle persone e alle loro storie. Davanti a una birra, o una tisana di erbe locali. Poi potrebbe anche capitarvi di finire in un rave nella notte in mezzo alla totale oscurità nelle valli alla sola luce della luna e delle stelle, ma per quello vi dovrete guadagnare la fiducia di chi vive in questo angoletto fuori dal mondo da un po’ di anni. Ultima notizia curiosa, le leggende narrano che i boschi attorno al paese siano popolati di elfi… qui trovate tutte le possibili zone di incontro.