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Trentino-Alto Adige

Trekking a Obereggen: la ferrata dei Campanili del Latemar

Non c’è da allarmarsi, solo da divertirsi. La ferrata dei Campanili del Latemar non è da affrontare in arrampicata, è un sentiero attrezzato in quota, piuttosto facile, con alcuni passaggi molto esposti che necessitano di imbracatura.

Esistono paesaggi montani che hanno un potere più forte di altri sull’immaginario delle persone. Ogni montagna è unica, ognuna a suo modo bella e terribile, ma alcune si stampano nella mente, per forme, colori, aspetto imponente o particolarmente scenografico. Di questi paesaggi dal fascino irresistibile, ce ne sono moltissimi tra le Dolomiti, scolpite nella roccia da una natura particolarmente ispirata, che le ha disegnate in forma di torrioni, massicci svettanti e possenti, eleganti lame che si colorano di rosa sul far della sera.

Se siete in vacanza nella località medievale di Obereggen in Val d’Ega, appena dentro i confini meridionali dell’Alto Adige, e state passeggiando per le vie della città, ogni volta che alzate il naso verso l’alto, vi accoglie la vista del Latemar. La sua lunga cresta frastagliata, decorata dal particolarissimo colonnato che la accompagna per tutto il suo profilo, è davvero uno dei più caratteristici spettacoli dolomitici.

Verrebbe voglia di andare a vederle da vicino, quelle curiose formazioni cilindriche che salgono lungo il profilo delle vette. E perché non andarci davvero, dato che ospitano una delle più avventurose e panoramiche vie di trekking di questi monti a cavallo tra la Val d’Ega e la val di Fassa?

Perché non affrontare la Ferrata dei Campanili del Latemar? Tanto più che non c’è da allarmarsi: non si tratta di una ferrata verticale, da affrontare in arrampicata. Bensì di un sentiero attrezzato in quota, per altro piuttosto facile, con alcuni passaggi molto esposti che necessitano di imbracatura, cordino di sicurezza e un po’ di attenzione. Ma una visita ai campanili di dolomia è accessibile a chiunque abbia buone gambe e non soffra troppo di vertigini.

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Da Obereggen si prende la seggiovia che porta a Oberholz, per poi seguire il sentiero n. 18, che sale in un paio d’ore verso la rocciosa Forcella dei Camosci. E siamo già a 2600 metri, completamente immersi nel paesaggio roccioso delle Dolomiti. Qui si scavalla il passo, si segue il sentiero assolato, esposto a sud, che punta verso le creste del Latemar, e ci si affranca alla roccia. Circa un’ora e mezza di sentiero in costa e di paesaggi mozzafiato, con l’intera Val di Fassa visibile, più di mille metri al di sotto di noi. Mentre al nostro fianco scorre una selezione delle migliori sculture naturali, una specie di museo delle Dolomiti, una carrellata di campanili rocciosi che svettano sopra le nostre teste.

Dal punto di vista alpinistico, il sentiero, che dalla Forcella dei Camosci ci porta sino alla Forcella Grande e al Bivacco Rigatti, non presenta grandi difficoltà. Un solo passaggio rende davvero provvidenziale la presenza delle corde fisse, un traverso davvero molto esposto su gradini infissi nella roccia. Per il resto, ben assicurati, le emozioni più forti ve le regaleranno i pinnacoli che si alzano dal profilo del monte al vostro fianco. Una volta giunti alla Forcella Grande, il sentiero 516 cala verso il rifugio Torre di Pisa, dove potete fermarvi a dormire se l’ora è tarda, o da cui proseguire verso gli impianti di risalita e verso casa. Di ritorno a Obereggen e alla Val d’Ega. Una volta giunti in valle, siamo sicuri che lo sguardo tornerà al Latemar, il pensiero ai campanili. Viene voglia di vederli da vicino, no?

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