C’è una Sicilia che non ti aspetti. Una Sicilia dove l’acqua non è quella del mare e delle spiagge della costa, ma di piccoli laghi circondati dal verde dei boschi, di cascate alte trenta metri che scavano da millenni le argille dei rilievi. Questa Sicilia si trova tra i Monti Nebrodi, la principale catena montuosa siciliana, una dorsale che corre da Messina sino alle cime delle Madonie, occupando il nord-est della Sicilia dalla costa sino alle pendici dell’Etna. Estremità meridionale degli Appennini, i Nebrodi hanno forme dolci, pendii arrotondati e accolgono una preziosa varietà di fauna e di vegetazione.
Elemento fondamentale della bellezza naturale dei Nebrodi è l’acqua. Ci troviamo infatti in una delle rare zone ricche della Sicilia dal punto di vista idrografico. Zone umide che oltre ad impreziosire il paesaggio con le fioriture primaverili ed estive e le molte zone boschive, hanno permesso che queste terre fossero patria di allevatori e pastori, che le vallate fossero e siano ancora oggi abitate, in un incontro tra uomo e natura che rende il Parco dei Nebrodi non solo un patrimonio naturalistico, ma anche di storia e tradizione.
Proprio lungo le vie seguite dai pastori di questi monti si inoltra il trekking di oggi, seguendo le piste tracciate dalle sorgenti, dalle fonti del bene più prezioso in assoluto per la vita.
Il Sentiero delle Sorgenti è un itinerario di 18 chilometri, un anello che parte dal paese di Maniace, in provincia di Messina. Siamo nella zona centrale dei Nebrodi, versante sud, una delle vallate più fertili di tutta la Sicilia. L’Etna è alle nostre spalle. Il sentiero, ben segnalato grazie agli sforzi del Parco Regionale dei Nebrodi e della Pro Loco di Maniace, parte dalla piazza di San Gabriele, per poi abbandonare l’asfaltata e addentrarsi tra i rovereti del pendio.
Per la sua prima metà, il sentiero ricalca le vie percorse per secoli dai pastori provenienti da Tortorici, uno dei borghi più grandi e importanti di queste montagne, e dal versante opposto dei monti, che punta verso la costa settentrionale. Ci si inoltra nel demanio forestale per questo sentiero in costante cambiamento: ora terra battuta, ora antica pavimentazione, ora strada pastorale. Lungo questo tratto, che ci porta fino al Rifugio Donnavida a quota 1300 metri, si incontrano diverse sorgenti d’acqua, quasi tutte cintate e sgorganti da muretti a secco. La Farina e la Fanusa, la Donnavida e quindi la sorgente Virgilio, a quota 1300 metri.
E’ qui che si torna per un breve tratto sulla strada asfaltata per raggiungere località Serra Spina, antica contrada pastorale a quota 1550 metri circa. La salita finisce. Ci accoglie un altopiano, per cui ci incamminiamo brevemente, prima di scorgere una sagoma piuttosto curiosa. Si tratta dell’Obelisco Nelson, un vero e proprio monumento storico in piena campagna, che anticamente delimitava il territorio della Ducea omonima, ampio possedimento donato dai Borboni al leggendario ammiraglio Nelson, eroe nazionale britannico e duca della vicina città di Bronte. La storia si fonde con la natura. L’obelisco è infatti posto su un terrazzo naturale da cui si ammira una delle più spettacolari vedute sul Monte Soro, la cima più alta della catena dei Nebrodi. Nelle vicinanze, il Lago Trearie, in località Serra del Re, è un’altra splendida testimonianza della ricchezza idrografica della zona.
Da qui, il sentiero prende a scendere verso valle, per concludere l’anello che ci riporta a Maniace. Si incrocia la Foresta Vecchia, al confine tra le province di Messina e Catania, con i suoi imponenti boschi di cerro, e quindi le faggete attorno al Rifugio Arcarolo e alla sua sorgente. Mezzora di cammino e sarà bene fermarci un secondo per bere un sorso alla sorgente del Medico, per verificare le proprietà curative che le leggende popolari le attribuiscono. La vegetazione cambia nuovamente, l’aria si riempie di profumo di agrifogli, prima di incontrare la sorgente Sperone, la penultima del percorso. Un brivido di inquietudine ci coglie verso la fine del sentiero, presso la sorgente dell’Uomo Morto.
Ottava e ultima sorgente e ritorno alla contrada Petrosino, a Maniace. Un trekking senza difficoltà se non la lunghezza. I 18 chilometri e i 700 metri di dislivello si percorrono in sette o otto ore, a seconda delle soste che deciderete di fare lungo questo percorso affascinante.
Dove dormire: La Casa sui Nebrodi a Maniace è un ottima base di partenza per esplorare. anche a piedi, il Parco dei Nebrodi.
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