Mostar e le cascate di Kravica in un giorno

Mostar è un luogo di confine. Bellissima, un po’ decadente come le grandi città d’Oriente dal passato luminoso, lotta per lasciarsi alle spalle un passato tanto recente quanto ingombrante. Coi suoi oltre 110 mila abitanti è la quinta città della Bosnia-Erzegovina, tappa obbligata per ogni viaggiatore che si addentri nei Balcani.

Passeggiando tra le vie del centro lastricate di pietra, si respira il passaggio dall’Occidente all’Oriente: cominciano a comparire i minareti e le moschee, a tavola i sapori ricordano la Grecia e la Turchia. Il canto dei muezzin si dipana tra le case. I muri hanno ancora le cicatrici dei proiettili della guerra civile.

Ecco una proposta di giornata a Mostar, con una tappa pomeridiana alle vicine cascate di Kravica, per rinfrescarsi dopo la visita.

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Ore 9.30: il fronte.
Prima tappa: la chiesa cattolica di San Francesco. L’edificio è ai margini del centro, sul lato destro della Narenta, il fiume che attraversa Mostar. Devastata durante la guerra civile, la chiesa è stata ricostruita con un nuovo, abnorme campanile di 109 metri. L’obiettivo era far sì che l’edificio più alto di Mostar non fosse più, com’era stato fino ad allora, un minareto. Una traccia visibile delle laceranti divisioni che hanno devastato questa piccola nazione dopo la dissoluzione della Jugoslavia.

Poco più avanti incontrerete una grande strada a quattro corsie: questa striscia di asfalto cotto dal sole in estate e gelido in inverno era la linea del fuoco negli scontri tra croato-bosniaci e bosgnacchi per il controllo della città durante la guerra civile. Attorno potrete vedere le tracce di quegli scontri devastanti: molte case sono ancora diroccate, mangiate dall’incendio che per giorni, nel 1993, divampò in tutta la sponda destra del fiume. Su diversi edifici si vedono ancora i segni dei proiettili.

Mostar in un giorno
Foto di Dennis Jarvis (CC BY-SA)

Ore 10.00: ai margini del centro storico.
La strada di fronte a voi discende verso il fiume, le case si fanno più piccole e basse: inizia il centro storico. L’asfalto scompare e spunta l’antica pavimentazione acciottolata. Sulla vostra sinistra troverete la prima moschea con tanto di hammam, traccia evidente della lunga dominazione ottomana. Proseguendo diritti ci si addentra tra case di pietra, ristoranti, negozi di souvenir che propongono artigianato di qualità: soprattutto gioielli di rame e prodotti di cuoio. Sono prodotti tradizionali di Mostar. Perdetevi nelle viuzze e cercate l’affare giusto per voi!

Ore 11.00: oriente in tavola (prima parte)
Se volete fare una pausa, questo è il momento giusto: usando come punto di riferimento la via principale, seguite il cartello che indica il Divan, uno dei migliori locali di Mostar. Questo bar e ristorante si trova più in basso, affacciato su un piccolo affluente della Narenta. La terrazza è ombreggiata da alberi e rinfrescata dallo scorrere delle acque che scendono dai monti circostanti: il luogo perfetto per una baklava, un lokum e un caffè turco. Attenzione, lasciatelo raffreddare e decantare prima di berlo!

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Ore 12.00: il ponte.
Dopo esservi rifocillati, seguite il corso del torrente su cui si affaccia il Divan: vi ritroverete su una piccola spiaggia sulle rive della Narenta. Sopra di voi, il Ponte di Mostar. Un capolavoro di pietra, arcuato, sottile, dalle linee pulite. Costruito originariamente nel 1500 dagli ottomani, distrutto nel 1993 durante la Guerra civile, è stato ricostruito e resta il simbolo della città. Nei giorni di maggior afflusso turistico, in estate, alcuni uomini si gettano dalla cima del ponte nelle gelide acque del fiume. Un volo di 24 metri nell’acqua che non supera i 12°.

Ore 12.30: le torri.
Risalite e immettevi di nuovo nella strada principale per arrivare nel cuore della città vecchia. Di fronte a voi si ergono due torri medievali che svettano sulle case di pietra, costruite a guardia del ponte che avete appena visto dalla spiaggia. È stretto, ripido, scivoloso e luccicante nel sole. La vista dal culmine spazia verso l’interno, sulle Alpi dinariche, sulle valli e sul corso della Narenta con suo blu intenso. Andate sulla sponda opposta e perdetevi tra i vicoli, fitti di laboratori artigianali e negozi.

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Ore 13.00: sapori d’oriente (seconda parte).
Il luogo migliore per pranzare a Mostar è il Labirint, sulla sponda sinistra della Narenta. Superato il ponte, la strada volta a sinistra e risale. Troverete il ristorante alla vostra sinistra. Il luogo migliore per sedervi è sulla terrazza che si apre sotto il livello della strada, con una vista impareggiabile sul ponte e sulle torri. Sedetevi, ordinate una birra e chiedete il piatto nazionale bosniaco: i cevapcici. Sono delle piccole salsicce di manzo e agnello, insaporite da erbe aromatiche e cotte alla brace. Vi arriveranno avvolte in una sorta di pita, con cipolla bianca cruda e l’immancabile ajvar, una salsa piccante e amarognola di peperoni rossi macinati e spezie. Per pochi marchi bosniaci gusterete un piatto da re.

Ore 14.00: il minareto.
Per chiudere al meglio la visita di Mostar, una volta usciti dal ristorante, voltate a sinistra e proseguite verso la moschea di Karadoz Bey. Nel piazzale, ben tenuto, si trova un sadirvan, una fontana rituale, e gli spazi di una madrasa, una scuola islamica. Oltre alla piccola sala di preghiera e al portico che si affaccia sul fiume, il vero punto forte è il minareto. Dopo una ripida scalinata a chiocciola, il terrazzino sulla vetta apre a una vista spettacolare su tutta la città. Da qui ci si rende conto dei motivi per cui Mostar uno dei gioielli più scintillanti dell’Est Europa.

Moschea Mostar

Ore 15.00: via verso Kravica.
Prendete la vostra auto, o prenotate una gita organizzata. Il viaggio vi permetterà di vedere una fetta di Bosnia Erzegovina, e di rendervi conto di quanto questa terra sia verde, molto più della vicina costa croata, brulla e asciutta.

Situate a un’ora di viaggio verso sud, le cascate di Kravica sono formate dal fiume Trebizat. Alte una trentina di metri e disposte ad anfiteatro, creano un angolo appartato e suggestivo, fatto di laghetti comunicanti e di una serie di isolotti, con piccole spiagge e ponti di legno per spostarsi.

Tutto attorno, una selva fitta e rigogliosa: le acque impetuose sembrano sgorgare per miracolo dal bosco! Un tuffo assicura refrigerio dal caldo che, da queste parti, può essere soffocante. Tra i laghi sono presenti diversi piccoli bar. Dedicate alle cascate almeno 3 ore: sono il posto perfetto per rilassarsi!

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