Trekking al rifugio Mont Fallére tra le sculture di Viérin

Lo sanno tutti che in montagna può capitare di vedere librarsi in volo una solenne aquila… Ma anche abbracciarla? E avvistare castori, scoiattoli, tassi… Ma anche un asino carico di bagagli, uno gnomo, un uomo accovacciato a fare i suoi bisogni? No, non siamo impazziti. In realtà sono tutte sculture di legno (magnifiche sculture) che si trovano in un vero e proprio museo all’aria aperta che si può scoprire passo dopo passo, salendo verso un incredibile e affascinante rifugio alpino.

Con ordine iniziamo con la localizzazione: Valle d’Aosta, comune di Saint-Pierre (quello con il castello dalle torrette da fiaba, giusto per capirsi). Da qui si sale verso la Comba di Vertosan superando Saint-Nicolas fino ad arrivare alla borgata di Vetan. Si arriva proprio al termine della strada, in località Villette a quota 1800 metri.

Bisogna armarsi di pazienza poiché l’inizio del percorso sarà difficoltoso. Non per la ripidità ma perché proprio al parcheggio si trova un’area giochi con rilassanti panchine ombrose. Una fresca fontana è all’altezza del ristorante Vieille Maison, si deve quindi proseguire oltre l’edificio imboccando la sterrata (cartello giallo Rifugio n.13). Appena prima delle abitazioni si imbocca la ripida sterrata a destra e quando questa si pianifica si gira a destra su sentiero (cartello Museo a cielo aperto) passando adiacenti ad un boschetto e superando un guado. Da questo punto si deve prestare attenzione per vedere le numerose opere d’arte ma, occhi davvero aperti! Le sculture di legno, raffiguranti per lo più animali, appaiono a volte ben evidenti, a volte quasi nascoste, come vere creature dei boschi.

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trekking Mont Fallere
Foto di Franco Voglino (CC BY-NC)

Dopo aver attraversato i pascoli ci si inoltra piacevolmente in falsopiano su un tratto di balconata panoramica. Ad una curva netta ci si avvicina agli alberi per poi inoltrarsi nel bosco e da qui, coraggio, comincia il tratto più duro: una ripida rampa che risale, per fortuna all’ombra. La fatica della salita viene compensata dalla sorpresa: alcune sculture, come il boscaiolo, sono proprio sul sentiero ma l’occhio deve correre qua e là per andare alla ricerca degli scoiattoli, delle farfalle, degli gnomi e qui tacciamo per non togliere il piacere della scoperta.

Il ripido sentiero termina sulla strada poderale, all’altezza di alcune poltrone, ovviamente di legno, piazzate strategicamente per dolci soste. Si prende ora la strada verso destra proseguendo in pendenza più lieve, sempre accompagnati dalle sculture, fino all’apparire del tetto del Rifugio Monte Fallére (2385 m.) dove si prosegue con l’esposizione artistica con opere a grandezza naturale, molte ironiche, tutte da cercare e scoprire (fontana). Alle spalle del rifugio si trova anche una pozza d’acqua con alcuni giochi e il rifugio può già essere una bellissima meta.

Non ne abbiamo la certezza, ma con questa passeggiata potete visitare il museo a cielo aperto e l’atelier di scultura più alto, se non d’Europa, sicuramente d’Italia. Il tutto grazie a Siro Viérin, scultore autodidatta diventato ormai maestro che scolpisce e organizza corsi di scultura di alto livello, oltre a gestire il rifugio Fallère da lui creato.

Chi vuole proseguire deve continuare oltre l’edificio (segnaletica TMF-Tour du Mont Fallére) in direzione di un primo lago già in vista più in basso, il Lac de Grenouilles-delle Ranocchie (2370 m). Si riprende quindi a salire lungo sentiero (cartello Lac Fallére n. 14) e giunti nel punto più elevato una brevissima deviazione verso sinistra porta ad un piacevole, piccolo e anonimo laghetto, perfetto per immergere i piedi e riposare un po’.

Laghi Mont Fallere
Foto di Franco Voglino (CC BY-NC)

Il sentiero prosegue invece ora in leggera discesa per poi risalire e arrivare ad uno spallone in cui si tocca la quota più elevata dell’intero percorso e da cui si apre la vista sulla meta: il grande lago Fallére (2415 m.) che si raggiunge percorrendo il sentiero che piega a sinistra, tagliando una pietraia in pendenza graduale.

Il lago è affiancato da una piccola “piscina” e anche in questa è possibile refrigerare gli arti inferiori, prima di affrontare la lunga strada del ritorno che avviene sulla medesima via dell’andata, a meno che vogliate effettuare un superbo (e impegnativo) giro ad anello.

Variante di ritorno solo per esperti: è possibile effettuare un giro circolare ma, poiché la segnaletica è alquanto scarsa, va affrontata solo da chi possiede buone mappe e possieda un buon senso d’orientamento. Dal lago si segue la segnaletica per Thouraz e Verrogne, scendendo in modo molto ripido paralleli all’emissario. Giunti ad un alpeggio (Tza de Morgnoz) si prende la strada sterrata verso destra fino ad arrivare all’alpeggio seguente (Tsa de la Comba). Si passa in mezzo agli edifici imboccando il sentiero graduale che porta ad un colletto dove si tiene la sinistra. Si scende inizialmente su pascolo e poi tra alberi fino ad arrivare all’alpeggio Loé e alla strada sterrata. Si segue sempre la sterrata che in discesa porta al Vetan Dessous. Da qui si riprende la strada asfaltata in salita che riporta al punto di partenza a Vetan Villette (dati solo ritorno: -800 +150 metri di dislivello; 8,5 km; 3 ore e 30 minuti solo andata).

sculture Siro Viérin
Foto di Franco Voglino (CC BY-NC)

Note tecniche solo andata. Per il Rifugio Fallére: 600 metri di dislivello; 4,6 km di lunghezza; 2h15 adulti, 3h con bambini.
Estensione per il Lago Fallére: +100 metri 100 metri di dislivello; 2 km solo andata; da 30 a 45 minuti circa.
Passeggini: accessibile solo percorrendo completamente la strada poderale sterrata che parte poco a valle della località Villette (in questo caso 7 km di lunghezza).

Come arrivare. Vetan, località Villette, a 19 km dall’uscita “Aosta Ovest/Saint-Pierre” della A5. Il rifugio è aperto tutto l’anno, anche in presenza di neve, passando tutto lungo la sterrata.

Dove dormire. Nella frazione Gerbore di Saint-Nicolas, un villaggetto di case propone appartamenti in affitto per le vacanze nel mezzo del verde, con un ottimo rapporto qualità/prezzo.