Di fronte al mare la felicità è un’idea semplice.
Jean Claude Izzo, Chourmo. Il cuore di Marsiglia
Tacchi a spillo, décolleté lucide nere, gonna corta bianca, canottiera nera. Sembra un personaggio della Marsiglia di Jean Claude Izzo la donna che incontro uscendo dal portone in legno scuro di un affittacamere. Come è usanza di un certo sud mediterraneo, sta seduta su uno sgabello davanti all’uscio di un palazzo dallo stile vagamente rinascimentale. Mi dà un’indicazione. Dove devo andare per raggiungere il Vieux Port? Diritto verso nord lungo rue de Sénac de Meilhan e poi a sinistra su La Canèbiere che scende verso il mare.
Non è una città per turisti la Marsiglia di Izzo, raccontata attraverso i pensieri del protagonista di Casino totale, romanzo noir del 1995, primo volume di una trilogia che comprende anche Chourmo (1996) e Solea (1998).
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Capoluogo della regione Provenza–Alpi–Costa Azzurra, con i suoi 900.000 abitanti Marsiglia è la seconda città della Francia, dopo Parigi. Scomposta e discinta si affaccia sul Mediterraneo, come la signora in minigonna sta sul marciapiede. Il mare la fa tutta sua, con la capacità di unire e dividere. Così come la possiedono i suoi abitanti, francesi e immigrati, italiani, spagnoli, africani e arabi, con la difficoltà del vivere insieme e condividere, legati e divisi da uno stesso territorio.
Panier e Capelette, dai vicoli al quartiere degli italiani
Il protagonista dei libri di Izzo è un immigrato di seconda generazione, Fabio Montale, di origini italiane. Le sue indagini sulla morte dell’amico Ugo trasportano nelle viscere pulsanti della città, dove la luce dell’estate scopre i suoi colori.
Come si addice a un romanzo noir, Fabio Montale è un poliziotto che non ha fatto carriera. Senza manie di protagonismo né eccessi intervenisti, distingue i delinquenti dai poveri, ama la poesia, la letteratura, la musica e le donne. È nato nel Panier, il quartiere più vecchio e centrale di Marsiglia, tra rue de la République a est e il Vieux Port a ovest, dove è ambientata gran parte della vicenda. Il Panier ospita il brulichio di popolazioni di ogni provenienza e mantiene un’anima popolare che sfoggia una maschera modaiola, con negozietti e ristorantini caratteristici.
Ma Montale non è davvero del Panier, perché i genitori si sono trasferiti nel quartiere italiano Capelette quando aveva solo due anni. È una zona di periferia di Marsiglia, lontana dai luoghi battuti dal turismo, ma Izzo ce la ricorda, perché la sua scrittura si estende ai sobborghi più appartati, ai vicoli della quotidianità, decentrati rispetto ai riflettori della vita mondana, vacanziera, del dispendio.
Il nome del quartiere Capelette deriva da “Petite Chapelle”, l’appellativo con cui si faceva riferimento alla cappella Saint Laurent, edificata nel 1654. Nel corso dei secoli l’edificio è stato adibito a diverse destinazioni fino a ospitare negli ultimi anni un negozio di elettrodomestici. Nel 2005 un incendio ha messo a nudo l’originaria struttura del luogo di culto. Troppo danneggiata perché se ne potesse attuare il recupero, la piccola chiesa è stata demolita.
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A Marsiglia sulle orme di Fabio Montale
I personaggi che fuggono o cercano Fabio Montale si muovono nelle strette vie del Panier e spesso passeggiano oziosi al Vieux Port, il porto vecchio di Marsiglia. Racchiuso tra quai du Port, quai de Belges e quai de Neuve, pervaso dal biancore delle barche, delle vere e degli alberi, intriso dell’odore di salsedine, di pesce e di morchia, è il luogo dove gustare le prelibatezze di Marsiglia, dalla bouillabaisse all’aïoli, una tipica salsa provenzale simile alla maionese, con l’aglio a far la parte del protagonista.
Per immaginare una conversazione con Montale, davanti a un pastis e una scodella di noccioline salate, c’è il Bar de la Marine, lungo il braccio meridionale del porto. Nella versione letteraria di Izzo, alle pareti fanno capolino il quadro di una partita a carte, dipinto da Louis Audibert, pittore marsigliese vissuto tra il 1880 e il 1983, e una foto di Marcel Pagnol, scrittore, drammaturgo e regista francese, morto nel 1974 a Parigi.
Spostandosi all’interno di Marsiglia, Izzo racconta del lusso di Boulevard Longchamp che termina davanti a Palais Longchamp, nel quarto arrondissement della città, sede di due musei, quello delle belle arti e quello di storia naturale.
Davanti al monumento, caratterizzato da una pianta a semicerchio schiacciato e da una doppia fila di archi a tutto sesto, c’è una fontana che sgorga in un piccolo lago artificiale. Alle spalle della struttura, si trova il Parc Longchamp, un ampio giardino dove ha sede anche il planetario, per ammirare la natura verde e quella celeste.
Il porto della Joliette e il palazzo del Pharo
A nord del Vieux Port lungo la costa si trova il porto della Joliette, su cui affacciano gli uffici del commissariato di Fabio Montale. Si tratta del porto dove partono e attraccano i traghetti, con una destinazione prevalentemente commerciale. Venne costruito negli anni ’40 dell’Ottocento, quando il traffico marittimo divenne troppo serrato per le possibilità del porto vecchio.
Dalla sua finestra Montale segue il traghetto per Ajaccio. Per molti turisti Marsiglia è un luogo di passaggio. Ne ricordano il Vieux Port e Notre Dame de la Garde che svetta sulla città e ne è un punto d’osservazione privilegiato. Forse qualcuno rammenta anche i fruscii e i profumi della Corniche Kennedy, la passeggiata panoramica che affianca il perimetro del mare. I più attenti sanno addirittura raccontare del palazzo del Pharo, in posizione strategica per abbracciare con un solo sguardo il porto vecchio e quello della Joliette.
Montale osserva il traghetto comparire alla sua sinistra, dopo aver oltrepassato la diga Sainte Marie. Appare come un parallelepipedo basso, color ocra, affiancato da altri due parallelepipedi stretti e più alti. Sormonta un promontorio che un tempo era chiamato Testa di Moro e prende il nome dall’ansa che si estende a ovest.
Costruito a metà del XIX secolo per volere dell’imperatore Napoleone III che ne fece dono alla moglie Eugenia, il Palazzo del Pharo è immerso nel parco Émile Duclaux. Divenne Scuola di medicina nel 1904 e oggi è adibito a congressi e conferenze. I turisti sul traghetto lo salutano, lo ammirano, ma in poche ore sbarcheranno in Corsica, l’île de Beauté, pronti a nuovo sole negli occhi.
Nei dintorni di Marsiglia: spiagge e villaggi
Fabio Montale non abita più nel cuore di Marsiglia, né nel dimesso X arrondissement di Capelette. Si è spostato nel bozzolo di sabbia e di scogli che racchiude la città a sud, prima del Parc National des Calanques. Les Goudes è un minuscolo porticciolo di piccole barche, il penultimo prima delle Calanques, insenature che possono essere raggiunte solo a piedi o in barca. Dopo Les Goudes, a un chilometro, la strada finisce.
All’ingresso del paese c’è una spiaggia graziosa, che dà sulla baia del porto, sormontata da una rampa di scale e incorniciata da scogli. Per raggiungerla bisogna seguire la Corniche e superare la spiaggia del Roucas Blanc. Si attraversano quartieri marsigliesi che per Izzo hanno l’apparenza di tranquilli villaggi adagiati sul mare: la Vieille Chapelle, la Pointe Rouge, dove campeggia la spiaggia di sabbia più ampia della città, la Campagne Pastrée con un parco di 120 ettari, la Grotte Roland che offre la possibilità di visitare un percorso sotterraneo di 4120 metri, e la Madrague de Montredon con il porto turistico e la piccola spiaggia, prospiciente alle barche ormeggiate, piena di atmosfera.
DOVE MANGIARE. Izzo fa omaggio all’Italia non solo per le origini del suo protagonista, Fabio Montale, ma anche perché racconta della migliore pizza di Marsiglia, quella che si mangua da Chez Etienne in rue Lorette, nel quartiere del Panier.
DOVE DORMIRE. A cinque minuti a piedi dal Vieux Port, la Maisons de Marseille offre confort, tranquillità e prezzi vantaggiosi.
COME ARRIVARE. Su Skyskanner è possibile trovare tutti i voli diretti per Marsiglia.
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