I delitti di via Medina-Sidonia è il primo romanzo della Trilogia di Palermo, un noir siculo e universitario che ha come protagonista il ricercatore in biologia Lorenzo La Marca, sulle tracce di un possibile assassino dell’amico e collega Raffaele Montalbani, trovato impiccato al grande ficus dei giardini botanici. E’ vero suicidio?
L’autore è il palermitano Santo Piazzese, che come il protagonista del libro è biologo presso l’Università di Palermo. Tra i riferimenti letterari è inevitabile confrontarsi con Camilleri con il quale Piazzese condivide tre aspetti non certo secondari: la sicilianità, il genere giallo/noir e la casa editrice Sellerio. Non è certamente casuale la scelta del cognome “Montalbani” per l’uomo trovato cadavere all’inizio del libro, un’assonanza con il famoso commissario creato da Camilleri che rimanda alla volontà di Piazzese di prendere le distanze dal maestro, seppure ironicamente, con una provocatoria uccisione simbolica.
Tra le altre, innumerevoli citazioni vi è pure il marsigliese Jean-Claude Izzo, capostipite del noir mediterraneo con il quale Piazzese ha diversi punti di contatto. La Palermo di Piazzese, come la Marsiglia di Izzo trasmette all’investigatore il suo carattere indolente, narcisista e decadente. E il fatto che Lorenzo La Marca beva pastis, proprio come l’ispettore Montale e ogni marsigliese che si rispetti, è esplicita rivendicazione e omaggio allo scrittore francese.
La città di Palermo è protagonista del romanzo di Piazzese. E’ una Palermo che, per una volta, è possibile descrivere al di là degli stereotipi prevalenti anche in letteratura, con una storia di omicidi senza mafia, in puro stile noir.
Lorenzo La Marca si muove lentamente e agevolmente nella sua città e ce la racconta meglio di una guida turistica. Va a pranzo a Mondello – i busiati col pesto ericino, la spigola in forno con la lattata di mandorle – abita nel centro storico mai risanato e ha una bella terrazza con vista sui tetti, fa la spesa al mercato e si sfama con il più classico e letale cibo da strada palermitano: focaccia con la meusa, panino con le panelle, seppioline e calamari fritti.
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Tra gli spunti e gli itinerari turistici che ci offre il libro di Piazzese c’è poi il bellissimo Orto Botanico di Palermo un’istituzione accademica che vanta oltre 200 anni di storia e che annovera numerose specie di piante e alberi tropicali. Se potete visitatelo a giugno durante il festival letterario Una marina di libri.
Molto bella è infine la descrizione del tramonto con il “viola delle montagne e l’oro che cola dalle pietre della Cattedrale”, preludio a una giornata estiva di scirocco con cui si apre e si chiude il sipario della Palermo noir di Piazzese. Da leggere e tenere a mente per non farsi cogliere impreparati come un qualsiasi turista.
E se non lo capite al tramonto, quando l’aria è ferma, né calda ne fresca, e vi si drizzano i peli delle braccia, e sembrano crepitare, se non badate ai rumori, che vi arrivano da più lontano, se non vi dice niente il colore viola delle montagne e l’oro che cola dalle pietre della Cattedrale, se ignorate le bordate rosso rubino che il sole vi spara da dietro le guglie di San Domenico, se proprio non lo capite che sta arrivando, allora vuol dire che siete forestieri. Non che sia grave. Voi non ne avete colpa. Ognuno vive dove può. Ma il giorno dopo per voi sarà l’inferno, il rogo, l’apocalisse. Lo Scirocco d’Africa vi colpirà duro. Non vi darà respiro.
Santo Piazzese, I delitti di via Medina-Sidonia
. Dove dormire. Per un soggiorno letterario a Palermo scegliete uno degli alberghi storici. Se volete spendere un pò meno, restando in centro storico c’è Kalamarina Rooms a 200 metri dal mercato della Vucciria. Se preferite soggiornare a Mondello, B&B Casa Chinaski è a 10 minuti a piedi dalla spiaggia.
Come arrivare. Palermo si raggiunge facilmente con voli diretti low cost che collegano il capoluogo siciliano con molte città italiane.