Viaggio in Burkina Faso: Gaoua e la tribù africana dei Lobi

Tre ore di autobus per raggiungere Gaoua dalla città di Bobo-Dioulasso. La terra rossa puntellata di imponenti e rigogliosi alberi di mango, è un tratto distintivo del Burkina Faso, per lo meno nella stagione delle piogge. Una bellezza che si fa largo poco a poco, compagna di viaggio discreta e fedele. Senza neppure accorgertene, te la ritrovi tra i ricordi più belli.

Questo articolo è una tappa del viaggio di Mattia e Ileana in West Africa. Leggi l’itinerario completo qui »

Avete due possibilità, affidarvi alla compagnia Rakieta che effettua tre corse al giorno tra Bobo e Gaoua per circa 3500 CFA (nel 2003), oppure ai Taxi brousse, tra i mezzi pubblici più gettonati. Sono decisamente più piccoli degli autobus, e più frequenti, anche se non hanno orari fissi. Partono non appena si riempiono. Conviene andare alla stazione dei bus presto la mattina o si rischia, per le tratte meno battute, di rimanere a secco. E’ davvero incredibile quello che riescono a farci stare dentro, una quantità pazzesca di persone e gli oggetti più disparati, per non parlare degli animali, i più sfortunati di tutti! Se potete, scegliete i posti appena dietro il conducente, vicino al finestrino, che sono meglio tenuti, arriva un po’ d’aria e, in caso di necessità, offrono una facile via di fuga. In ogni caso armatevi di pazienza. Si è spesso fermi, per un motivo o per l’altro.

Gaoua è una meta gettonata poiché ideale punto di partenza per la visita ai villaggi delle tribù Lobi. Da qui è possibile organizzare visite con tanto di guida e auto personale. Considerata una sorta di capitale delle tradizioni e dei rituali dalle popolazioni Lobi, a Gaoua si possono visitare la moschea, il boschetto sacro e un museo. Se capitate di domenica potrete anche fare un giro per il vivace mercato in cui troverete feticci a volontà.

I Lobi sono tra le tribù africane che meglio hanno preservato le proprie tradizioni, come i rituali animisti, il culto dei feticci e l’artigianato, in primis le statuette di bronzo e legno e il vasellame in terracotta. Vivono in villaggi d’argilla in mezzo ai campi che coltivano. Costruite a strati di fango, le case sembrano delle piccole fortezze grigiastre chiamate “sukala”. Sono protette da un alto muro senza accessi e si sviluppano intorno a un granaio rettangolare. All’interno la luce è poca, entra solo da alcuni punti. Al vano principale hanno accesso anche gli animali, e una scala e un buco nel soffitto portano al tetto piatto, che viene usato per l’essiccazione del raccolto. Ogni casa ha il suo feticcio, ovvero un cumulo di argilla dalla forma fallica con due buchini al posto degli occhi, a cui vengono offerti sacrifici. I campi e le case sono protetti da feticci di vario genere e le statuine sono a protezione di ogni abitante, vivo o morto che sia.

Il villaggio corrisponde a una famiglia allargata e il capo famiglia è l’unica autorità e il solo responsabile. Può avere più mogli così da avere diversi figli. I maschi aiuteranno nei campi e le femmine diverranno fonte di guadagno quando, in età da matrimonio, verranno cedute a un villaggio vicino, in cambio di buoi e maiali. Se è vero che ormai in molti vestono indumenti occidentali, i bambini spesso girovagano nudi con un cordino in vita a cui sono appesi sassolini o conchigliette porta fortuna, e non è raro incontrare anziane con il disco labiale.

Burkina Faso - villaggi Lobi
© Carla Squaiella

I rituali Lobi, sono ancora diligentemente osservati. Ad esempio ogni sette anni, i giovani partecipano ai rituali iniziatici “dyoro”. Per diventare uomini devono mettere a dura prova la propria virilità, imparare la storia del clan tramandata oralmente e quello che per tradizione possono e non possono fare. Il feticheur è lo sciamano in contatto con gli antenati, che a loro volta sono intermediari di Dio. Egli interroga le pietre, stabilisce i sacrifici voodoo e cura problemi sia spirituali sia fisici.

Visitiamo diversi villaggi tra cui Kampti, Parena e Gbomblora. I bambini scorrazzano ovunque, ridendo divertiti al nostro passaggio, i maialini e i polli per compagnia. Le donne cuci­nano la birra di miglio e il feticheur interroga gli antenati. Questa è la terra dei Lobi. Una terra straniera per colori, odori e cultura. Una terra lontana che rimane inaccessibile, nella sua fiera semplicità.

Il viaggio continua… Lasciamo il Burkina e andiamo verso le tribù del Togo

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