Indice delle tappe: Ouagadougou – Dori – Bani – Bobo Dioulasso – Gaoua – Kara – Abomey – Cotonou – Grand Popo – Lomè – Accra – Busua – Gomoa Feteh
Il tour
L’Africa dell’Ovest offre la possibilità di organizzare diversi itinerari dato che si compone di tanti piccoli stati a pochi chilometri l’uno dall’altro. Questo è un viaggio per chi se la sente di lasciarsi un po’ di certezze alle spalle e immergersi nei colori e negli umori dell’Africa nera, per sentire il battito di una mondo che lotta per la sopravvivenza, un vero altrove. Poco turismo, innumerevoli meraviglie per un itinerario certamente non tra i più semplici. All’insegna di atmosfere cittadine, tra mercati e vie polverose, passando per villaggi su palafitte, ci si troverà immersi nella vita quotidiana delle persone che in più di un’occasione potrebbero commentare le espressioni affaticate con un latteo sorriso e una semplice battuta “C’est l’Afrique”. Un itinerario che porta alla scoperta delle tribù Bobo e Lobi, con le loro abitudini e tradizioni voudou per giungere sino al mare. Partiamo dal Burkina Faso (ex Alto Volta), paese di manghi e sabbia, una delle nazioni più povere del mondo. Grande quanto l’Italia è abitato da 15 mil. di persone, suddivise in 60 gruppi etnici; ogni gruppo ha lingua, religione, tradizioni diverse. Passiamo poi al Benin, grande un terzo dell’Italia, patria della religione Voudou, per concludere con un po’ di mare in Togo e in Ghana, una delle nazioni africane più popolose e facili da viaggiare.
Costi e organizzazione
Come spesso accade in questi viaggi il costo più ingente riguarda il biglietto aereo, soprattutto per chi può andare in vacanza solo in agosto. In questo caso, si può comunque risparmiare un bel po’ muovendosi con netto anticipo e prenotando i biglietti aerei già verso febbraio-marzo. Per il resto non spenderete molto tra hotel, alberghi e mezzi pubblici anche se per i trekking e le visite ai vilaggi converrà “assoldare” una guida locale. La moneta è il franco dell’Africa occidentale (CFA) e la lingua è il francese ad esclusione del Ghana, in cui si parla inglese. Il periodo migliore per visitare il West Africa è la stagione secca tra novembre e febbraio. Viaggiando in agosto incapperete nella stagione delle piogge. Nulla di grave se si esclude il caldo torrido e la possibilità di rallentamenti (in alcuni casi anche deviazioni obbligate) causa strade impraticabili. E’ un viaggio da fare con lo zaino in spalla dato che a differenza di altre nazioni africane come Kenya, Namibia e Tanzania, non è il massimo girare con macchina privata. Le distanze sono contenute e il bello non sta tanto nei parchi naturali e nella natura circostante, quanto tra la gente. Il viaggio ha una durata di cira 30 giorni. Volendo si può ridurlo a una ventina eliminando la parte di mare in Togo e Ghana, che è sì un’ottima chiusura per un po’ di relax, ma non offre certo mare e spiagge imperdibili. Raccomandate le vacciniazioni Febbre gialla ed Epatite A. Attenzione anche alla malaria.
Prima di partire, da leggere e da vedere
E’ sempre bello arrivare in un paese diverso con dei compagni di avventura che ti sanno raccontare ciò che da solo, forse, non avresti saputo cogliere, che ti danno strumenti in più per capire il senso del diverso. Ecco perché una buona lettura o un buon film, visto magari prima di partire, è un’ottima idea. Un esempio è Wênd Kuuni, il dono di Dio del regista burkinabé Gaston Kaboré, pluripremiato ai festival europei per la capacità di raccontare la tradizione orale del Burkina Faso. I film Yaaba e Tilai del regista Idrissa Ouedraogo che raccontano la vita nei villaggi africani. Il primo ha ricevuto il premio Fipresci a Cannes, il secondo il gran premio della giuria. Un paio di libri? Ebano di Ryszard Kapuscinski, una raccolta di reportage dal continente, e Vento di rabbia di Jeffrey Tayler, che ha percorso tutti i 4.000 chilometri del Sahel, partendo dal Chad.
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