L’arcipelago polinesiano di Tuvalu (ex Isole Ellice) è formato da quattro isole e cinque atolli corallini sparsi su una superficie acquatica di oltre 800 chilometri. Oltre a essere uno dei paesi più piccoli al mondo, può considerarsi uno degli angoli più remoti della Terra e non riesce a oltrepassare i 5 metri di altitudine sul livello del mare. Nonostante sia stato famoso per qualche tempo per i problemi legati all’ambiente (senza aiuti esterni non ha risorse per eliminare tutti i rifiuti della popolazione), resta uno dei luoghi da sogno nel Pacifico, dove fare il bagno al tramonto nella laguna è un’esperienza vissuta ancora da pochi. Oltre alla natura, Tuvalu custodisce ancora tracce di folklore autoctono: gli isolani mantengono intatte tradizioni locali come il fatele, una specie di gara tra due gruppi all’interno di un villaggio, dove ci si esibisce in canti e danze attorno ad una sorta di tamburo nella maneapa, la casa delle riunioni. Di tutti gli atolli di Tuvalu quello più conosciuto è Funafuti, dove sorge la Funafuti Conservation Area.
L’atollo di Funafuti e Fongafale
Sorvolando il Pacifico alla volta dell’arcipelago di Tuvalu, all’improvviso le vedrete galleggiare come tante briciole verdi su acque turchesi: l’atollo di Funafuti è un insieme di microscopiche isolette che si allungano sull’oceano per una lunghezza di 24 km ed un’ampiezza di 18. Poco prima di atterrare con l’aereo al Funafuti International Airport sulla stretta isola di Fongafale vi chiederete perché abbiate scelto questa come meta del vostro viaggio, visto che l’aereo sembra dover finire in acqua a tutti i costi. Appena poggiati i piedi per terra però, vi ricorderete i motivi della vostra scelta: laguna da un lato, oceano aperto dall’altro; ritmo vitale fermo alla tacca relax; riserva marina meravigliosa da scoprire. Con la consapevolezza di non avere così tanto tempo: secondo i calcoli degli esperti, grazie all’innalzamento del mare e al surriscaldamento terrestre, Tuvalu si candida come possibile primo paese al mondo destinato a scomparire.
L’isolotto più grande di Funafuti, se questo è il termine giusto, è quello dove si arriva, ovvero Fongafale. La pista di atterraggio ha molteplici funzioni tra cui campetto da calcio, pista per corse in motocicletta e posto letto nelle nottate più calde. Proprio così: il folklore locale comprende la visione di gente con stuoie e guanciali che dormono placidamente all’aperto sulla lingua asfaltata che durante il giorno dà il benvenuto agli aerei. A parte questa pittoresca parentesi, a Fongafale potete cambiare la valuta (si usa il dollaro australiano), trovate un villaggio vero e proprio, Vaiaku, con scuola, ospedale e chiesa, un albergo e alcuni punti con accesso internet. Soprattutto scovate il modo per arrivare a Kogatapu, l’area protetta dell’atollo dove potete ammirare paesaggi, marini e terrestri, da sogno.
[alert type=”link” dismiss=”no”]Possono interessarti anche:
» Travel Gallery: le 10 nazioni meno visitate al mondo
» Maldive: 4 alternative alla vacanza all inclusive
» Isole Bijagos, tropici nascosti[/alert]
Per visitare la riserva è necessario rivolgersi al Funafuti Town Council (tel. 20 489 20 422), edificio azzurro e caffellatte davvero riconoscibile, che organizza visite in barca in giornata: per raggiungere la zona ci vuole una mezz’ora e si condivide il viaggio al massimo in dodici persone con sosta in un paio di isole; la partenza è al mattino presto, il ritorno nel primo pomeriggio. Il costo del viaggio è di ca. 150 $ australiani, il pranzo è al sacco ed è prevista una tassa a persona per chi desidera scattare fotografie. Informatevi bene prima della partenza sul prezzo, sulla destinazione (alcune isole si raggiungono con barche private) e su ciò che dovete portare con voi: l’area è completamente disabitata e sprovvista di qualunque attrezzatura.
Kogatapu ovvero Funafuti Conservation Area
Nella parte occidentale dell’atollo sorge la Funafuti Conservation Area, 33 km. quadrati di area protetta, che gli occhi ad un primo impatto registrano come immagine contraffatta da cartolina. Invece è tutto vero: questa zona costituita da sei isolotti, mare, barriere coralline, canali e lagune è un gioiello nato nel 1996 per proteggere la vegetazione e la fauna locale, che annovera diverse specie di uccelli e di pesci.
Non a caso le due attività praticate qui sono il birdwatchinge lo snorkeling che contrariamente a pesca e caccia non rischiano di far estinguere un eloquente numero di granchi, tartarughe, pesci e uccelli marini. Gli isolotti sono tutti disabitati e sono uno spettacolo già per la ricca vegetazione, tanto da apparire un miraggio, eccezion fatta per la piccola Tepuka Vili Vili (o Tepuka Savilivili), ormai disadorna di palme da cocco e spiaggia: da tempo infatti è ridotta ad una lingua arida, a causa di una tempesta accompagnata da onde decisamente alte, che hanno praticamente spazzato via ogni cosa. Un’anteprima, come dicevamo, di quello che potrebbe essere il destino dell’intero arcipelago se il surriscaldamento del pianeta non accenna a diminuire.
Gli altri isolotti Fualopa, Fuafatu, Vasafua, Fuagea (chiamata anche Fuakea) e Tefala sono orlate di sabbia bianca e ricoperte da una fitta vegetazione costituita da foresta nativa e palme. Sulle spiagge depongono le uova le tartarughe verdi, ed il corallo adiacente alla costa dà rifugio a diverse specie di pesci di scogliera dai colori sgargianti: praticare snorkeling in queste acque è un’esperienza unica al mondo. Se siete amanti dei volatili a Fualopa avete occasione di ammirare la Sterna stolida nera, ma anche diverse specie di uccelli migratori tra cui il chiurlo di Tahiti, con il suo singolare becco uncinato. Infine proprio all’esterno dell’area protetta galleggia l’isoletta di Te Ava Tepuka dove ci sono alcuni relitti e reperti della seconda guerra mondiale: chiedete informazioni all’Alpha Pacific vicino al Vaiaku Lagi Hotel per modalità di viaggio e costi.
Il periodo migliore per Visitare Tuvalu. Il clima è tropicale marittimo, e le temperature scendono raramente al di sotto dei 28° e sopra i 31°. La stagione delle piogge va da novembre a febbraio, con precipitazioni intense e brevi su tutte le isole, da novembre ad aprile si può incappare nella cosiddetta stagione dei cicloni: pur rimanendo al di fuori della fascia tropicale, l’arcipelago può essere colpito da questi fenomeni atmosferici, ed essere paralizzato per ciò che riguarda la circolazione ed i contatti esterni. Da maggio ad ottobre soffiano dolcemente gli alisei, motivo per cui è certamente il periodo più adatto per intraprendere questo incredibile viaggio.
Dove dormire a Fongafale. Oltre al Vaiaku Lagi Hotel esistono diverse tipologie di soluzioni ricettive come guesthouse a conduzione familiare o lodge, come ad esempio Esfam Lodge.
Come arrivare a Funafuti. Dall’Italia si può volare via Parigi, Londra o Francoforte per raggiungere Sidney. Da Sidney si raggiungono le Fiji, poi da Nadi o Suva, Air Pacific vola su Funafuti. Potete confrontare le offerte su Skyscanner.