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Madagascar

Isalo: breve guida ad uno dei parchi più belli del Madagascar

Questo articolo è una tappa del viaggio in Madagascar di Carla. Leggi l’itinerario completo qui »

Un piccolo aereo ci porta in meno di due ore da Morondava a Toliara (Tulear), principale città del sud-ovest del Madagascar, attraversata dal Tropico del Capricorno. Si trova al centro di una vasta zona desertica dove piove raramente e il sole splende quasi ogni giorno.

Come ad Antsirabe le strade pullulano di pousse-pousse e, anche se la cittadina di per sé non è particolarmente interessante, si possono visitare l’Arboreto di Antsokay, giardino con la tipica flora del sud del Madagascar, il mercato delle conchiglie e il museo di arte funeraria. La zona offre decisamente di più se ci si sposta verso il mare con i tanti punti per lo snorkeling e il diving: le due mete più battute dal turismo sono Itafy a nord, nota località dove vivono i pescatori della tribù Vezo, o Anakao a sud. Noi cerchiamo però di raggiungere immediatamente Ranohira a 240 chilometri, punto di partenza di tutte le escursioni per il Parco Nazionale dell’Isalo, la nostra prossima meta.

Madagascar, taxi-brousse

Come raggiungere Ranohira. Generalmente i taxi-brousse da Toliara arrivano a Ranohira tra le 10 e le 13. Più tardi, solo con una buona dose di fortuna si possono trovare autobus turistici direzione Tana con qualche posto vuoto o altri taxi-brousse via Ilakaka, piccolo villaggio trasformatosi dopo la scoperta di giacimenti di zaffiri in un’inquietante cittadina tipo far west al tempo della corsa dell’oro, con prostitute, banditi e commercianti armati di pistola e valigetta legata ai polsi. Da qui è facile trovare collegamenti per la vicinissima Ranohira.

Lungo il viaggio catturano la nostra attenzione le grandi tombe delle tribù Mahafaly e Antandroy. Con le loro strambe decorazioni, testimoniano l’importanza del culto dei morti nella popolazione malgascia. Le tombe rettangolari, colorate e dagli angoli rivolti verso i punti cardinali, sono adornate da corna di zebù sacrificati durante il rito funebre e da interessanti stele lavorate artisticamente dette “Aloalo” (“Alo” significa “il messaggero” dei memoriali scolpiti nella stele per aiutare il defunto a entrare nella comunità degli antenati).

Ci accompagna il tipico paesaggio del sud del Madagascar tra palme, foreste spinose e sterminate praterie. Osserviamo divertiti i carretti stracolmi trainati dagli zebù, i mercatini pieni di colori e di vita ai bordi dei villaggi e le piccole e buie baracche dove lavorano gli artigiani. Prima di Ilakaka ci accostiamo alla foresta di Zombitse punteggiata da baobab e man mano che ci avviciniamo al Parco appaiono le prime colline rocciose e aride; finalmente avvistiamo i massi di roccia rossa dell’Isalo tra cui spicca “la Regina dell’Isalo” poco prima di Ranohira, un masso che ricorda una regina seduta sul trono.

Raggiunta Ranohira ci sistemiamo nel bungalow Chez Momo Trek, a breve distanza dall’ufficio dell’Angap, dove si ottengono i permessi per i trekking, è molto spartano ma pulito. La prima cosa da fare è trovare la guida per il giorno seguente, obbligatoria per visitare il parco (molto importante è scegliere una buona guida certificata onde evitare sorprese, concordate bene i costi totali del trekking prima di partire).

Tombe, Madagascar

È tutto pronto per l’indomani e abbiamo giusto il tempo per raggiungere prima del tramonto un’attrazione del Parco, la Finestra dell’Isalo (a sud-est di Ranohira), un triangolo di rocce nella montagna che solo per pochi minuti offre una vista infuocata sulla savana.

Il Parco Nazionale dell’Isalo è tra i più affascinanti e selvaggi del Madagascar, si estende per oltre 81.000 ettari su un massiccio di arenaria scolpito nel tempo da vento e acqua. C’è chi lo paragona a Wadi Rum in Giordania e chi alle Montagne Rocciose del Colorado. L’attrattiva maggiore sono i suoi paesaggi in un alternarsi di canyon, pinnacoli, pianure, cascate e gole. Qui vivono centinaia di specie di piante endemiche tra cui il “piede d’elefante” (Pachypodium) simile ad un baobab nano che fiorisce tra settembre e ottobre, l’aloe dell’Isalo (Aloe isaloensis) e diversi tipi di lemuri, tra cui il Sifaka di Verreaux, il Catta, il Lemure bruno, il Microcebo Murino, che s’incontrano nel Canyon des Makis. Nascosti tra le fenditure delle rocce e coperti di massi si possono scorgere i siti funebri della tribù dei Bara, etnia che usa seppellire i morti in queste grotte naturali considerate luoghi sacri e pieni di fady, ossia tabù; possiamo guardarle ma è vietato indicarle con il dito. Prima di lasciare Ranohira e proseguire il nostro viaggio verso sud visitiamo velocemente la Maison de l’Isalo, piccolo ma interessante museo sulla flora e fauna del parco (l’entrata è gratuita).

Parco Nazionale dell'Isalo, MadagascarIl Parco offere numerose possibilità. Si possono fare trekking di poche ore o di diversi giorni, più o meno impegnativi, ma adatti comunque a chi ha una discreta condizione fisica.

  • Il circuito classico di una/due giornate prevede la scenografica Cascata des Nymphes, il Canyon des Makis (circa 10 km) luogo ideale per osservare i lemuri che saltano di ramo in ramo, il vicino Canyon des Rats, fino a raggiungere la bellissima Piscine Naturelle che si affaccia su una cascata, luogo ideale, nonostante l’acqua sia fredda, per una nuotata, soprattutto se si arriva provati dal lungo e faticoso percorso dal Canyon des Makis (16 km).
  • Servono invece alcuni giorni a chi è appassionato di trekking per attraversare spettacolari e incontaminati scenari spingendosi fino alla Grotta des Portugais, all’estremità nord del parco. L’Angap propone una vera e propria spedizione di circa 7 giorni per visitare la Grotta, includendo gli altri siti.
  • Chi preferisce una visita meno impegnativa, può sempre optare per il circuito Malaso, una mezza giornata in 4×4 proposto dall’Angap, con partenza dalla Maison d’Isalo fino ai canyon toccando alcuni tra i punti più suggestivi.

Info utili: la combinazione dei percorsi che partono quasi tutti da Ranohira e i rispettivi costi, sono esposti nell’ufficio dell’Angap (l’entrata costa 25000 Ar per 1 giorno, 40000 Ar per 3 giorni; la guida costa 25000 Ar al giorno per un gruppo di max 4 persone, da definire anche in base al tipo di trekking).

Una piccola curiosità: nella “collina dei desideri”, una montagnola di sassi che s’incontra nel percorso classico, la tradizione vuole che il viaggiatore depositi un sasso esprimendo un desiderio, ma che poi torni sul posto se il desiderio si avvera.

Il viaggio continua… Con un tour di 7 giorni alla scoperta dell’estremo sud del Madagascar