Arrivando da un lungo viaggio e dalla Bolivia, mettere piede a Humauaca ha qualcosa di magico: il silenzio, la tranquillità, quasi la perfezione di un luogo dagli splendidi colori, intensi e pittoreschi.
Il paesino è veramente minuto, dopodiché è tutta la valle millenaria, rossa e verde (nella foto in basso), con i cactus e i pini a pennellare un clima quasi desertico nel mese di febbraio, piena estate in Argentina.
Non avrete problemi di alloggio: è pieno di piccoli hotel e ostelli dove affittare una stanza a poco – solitamente oltre al letto è compresa la prima colazione, non abbondantissima ma essenziale – e il paese è talmente piccolino che non dovrete neanche faticare troppo se i primi saranno pieni. Humauaca è un luogo molto frequentato dagli argentini in vacanza, quindi in alta stagione può anche essere che non troviate l’ostello più economico, ma poco male. Se siete in tanti magari prenotate prima di arrivare.
Calcolate almeno tre giorni: il primo quando arrivate, per godervi il resto della giornata tra le piccole ma graziose chiesette (non perdete la Iglesia de Candelaria y San Antonio) e la scalinata che porta al monumento “agli eroi dell’Indipendenza” – la retorica nazionale argentina non ha nulla da invidiare a quella italiana, anzi, in Sudamerica il sentimento patriottico è molto più forte – quasi un punto di ritrovo per tutti i viaggiatori e non, per vedere ma anche per conoscere e parlare. Difatti la scalinata e la piazza sono i punti più frequentati dell’intero paese.
Darvi alla socialità vi potrebbe regalare una serata tutt’altro che quieta e tranquilla, in loco non mancano vino e liquori da bere sotto miliardi di stelle, e una pace che incanta. Pigri o meno, una giornata va dedicata a camminare tra i sentieri e le rocce della valle. In estate, quindi da dicembre a marzo, sconsigliati gli orari di caldo più feroci, in ogni cado portatevi dietro un po’ d’acqua. Per arrivare a contemplare la valle in beata solitudine non servono giornate di cammino, basta qualche ora, e rimarrete incantati dai colori, dalle formazioni geologiche e dalla magia che si respira.
Non è un caso se nel 2003 la Quebrada de Humauaca è stata dichiarata dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità e nel 2007 riserva della biosfere. Parlo di una bellezza genuina e pura, quasi abbagliante. Un altro luogo da lasciare con il cuore malinconico ma grato, per avere recuperato energie fisiche e mentali, e seguire nel viaggio: prossima tappa Salta, la linda.