Fino ad alcuni anni fa, visitare l’Albania sembrava un’idea strana. Da allora, però, le cose sono cambiate. Quello che sembrava un luogo lontano, seppur dall’altra parte del mar Adriatico, da cui, negli anni ’90, provenne una grande ondata migratoria, ora è la nuova meta di tendenza per molti italiani.
Spiagge nascoste e incontaminate, cultura non ancora corrotta dal turismo, luoghi inesplorati, un pezzo di Europa antica ma al tempo stesso moderna. Questa terra piena di contraddizioni è ora al centro di molti articoli di riviste e di giornali internazionali.
Come è successo anni fa con la Croazia e poi con il Montenegro, anche l’Albania, il cosiddetto Paese delle Aquile, rischia di trasformarsi in un altro vespaio di turisti stranieri, per cui la sfida di questo piccolo paese sarà quella di gestire nella maniera più sostenibile possibile le ondate di turisti che arriveranno nei prossimi anni.
Per ora, una delle mete più gettonate è la Riviera, la zona sud, costeggiata da una strada serpeggiante che si fa spazio fra montagne e vari paesini marittimi. Per questo, mettendo temporaneamente da parte località famose come Saranda, abbiamo deciso di parlarvi di due città che potranno essere apprezzate da quei viaggiatori che vogliono conoscere anche il passato storico dell’Albania: Berat e Argirocastro.
Berat: un ponte fra culture e religioni
Fondata dagli Illiri sulle rive del fiume Osum, Berat è conosciuta anche come la città dalle mille finestre. Questa cittadina, infatti, ospita un raro esempio di architettura ottomana ben conservata e per questo, dal 2008, è stata dichiarata patrimonio dell’umanità da parte dell’Unesco.
Illiri, bizantini, ottomani e tanti altri popoli vissero in questa zona. Il risultato è un centro storico che si divide principalmente in due: sulle colline che si arrampicano sulla riva destra del fiume fino al castello, troviamo il quartiere Mangalem, la zona musulmana della città. Il fiume, infatti, divide naturalmente non solo le case ma anche le religioni.
Sull’argine sinistro del fiume, invece, si trova il quartiere Gorica, con le stradine pedonali e le sue chiese ortodosse. Pur essendo divisa, la città è stata, ed è tuttora, l’esempio di una vita pacifica fra più credo religiosi.
In cima al quartiere di Mangalem, inoltre, si trova il quartiere di Kala, che ospita il Castello di Berat, uno dei monumenti più importanti della città.
Berat è senza dubbio una delle destinazioni dove scoprire le diverse anime dell’Albania, fra i richiami dei muezzin, i bambini che giocano per le strade dei quartieri e l’architettura ortodossa delle chiese cristiane. Pur sembrando un piccolo paese, Berat conta circa 60.000 abitanti e merita più di una visita frettolosa. Riservate un paio di giorni e lasciatevi stregare dalle diverse anime della città.
COSA VEDERE A BERAT
La prima cosa che colpisce di Berat sono le sue case tipiche dell’architettura ottomana. Le mille finestre, come mille occhi, sono proprio le finestre che svettano principalmente dal secondo piano sporgente delle case del quartiere Mangalem. La zona musulmana si riconosce subito per la presenza dei minareti appartenenti alle tante moschee presenti. Fra le più importanti troviamo l’affrescata Moschea degli Scapoli, del XIX secolo, soprannominata così perché probabilmente veniva frequentata soprattutto dagli artigiani scapoli, la Moschea di Piombo, con i suoi tetti ricoperti da questo materiale; la Moschea del Sultano (o del Re), una delle più antiche di tutta l’Albania e risalente al XV secolo.
Inerpicandovi per le tradizionali strade di pietra in salita del quartiere di Mangalem raggiungerete il castello di Berat. Si tratta di una fortificazione in cui vari stili e culture si sono sovrapposti nei secoli e da cui si può avere una vista privilegiata sul fiume Osum e sul quartiere di Gorica.
Anche il castello mostra la commistione di religioni e culture di Berat. Costruito intorno al IV a.C. dagli Illiri, poi distrutto e ricostruito dai popoli che si sono succeduti, è pieno di torri ma anche di chiese ortodosse ancora visibili, e di moschee come quella Rossa e quella Bianca. Fra le rovine del castello, nell’ex Cattedrale della Dormizione di Santa Maria, inoltre, si trova il Museo Onufri, che prende il nome da uno dei pittori iconografici più famosi del paese.
Prima di lasciare il quartiere di Mangalem, non dimenticate di ammirare il Museo Etnografico di Berat, sito in un’antica casa ottomana dove si possono scoprire numerose curiosità sulla vita quotidiana della città, attraverso l’esposizione di strumenti di lavoro, abiti e mobili.
Dall’altra parte del fiume, attraversando il vecchio ponte formato da sette archi costruito nel XVIII secolo, si trova il quartiere di Gorica. La parte ortodossa della città è formata da stradine e case incantevoli, dove il silenzio viene interrotto solamente dal vociare dei bambini che giocano. Qui, oltre a lasciarvi guidare dalle strade poco turistiche, potete visitare diverse chiese ortodosse fra cui la Chiesa di San Spiridione.
DOVE MANGIARE A BERAT
In tutta l’Albania, si possono trovare numerosi ristoranti di cucina italiana. Tuttavia, vi consigliamo di provare l’economica gastronomia albanese per scoprire il risultato del mix di culture. A Berat, molti bar, ristoranti e locali si trovano nella parte nuova della città, principalmente sul Bulevardi Republika, dove gli abitanti passeggiano di sera. Nonostante ciò, fra i ristoranti raccomandati potete trovare Home-Made Food Lili, dove avrete l’opportunità assaporare la cucina tipica albanese a base di ortaggi, carne d’agnello e riso.
DOVE DORMIRE A BERAT
Economico: Villa 97
Prezzo medio: Hotel Onufri
Scelta top: Hotel Belgrad Mangalem
Argirocastro: la città natale di Enver Hoxha
Nel sud dell’Albania, a pochi chilometri da Saranda e dalla Grecia, si trova Argirocastro (o Gjirokastër), un’altra delle nostre mete, anch’essa, come Berat, dichiarata patrimonio dell’umanità da parte dell’Unesco. È una delle cittadine dell’entroterra più turistiche di tutta l’Albania, grazie alle sue case fortificate ottomane. La maggior parte dei monumenti si trova nella parte alta del monte, dove si erge il centro storico, mentre nella parte più bassa si è sviluppata la cittadina moderna.
La valle fertile di Argirocastro fu scelta da diverse popolazioni nel corso dei secoli. Attualmente, la popolazione è formata da diverse etnie, fra cui quella greca. Oltre al turismo, la città è sede di numerose imprese appartenenti a diversi settori, come quello tessile.
La fama industriale di Argirocastro nacque durante il periodo comunista e, durante quest’epoca, venne anche nominata città-museo visto che si tratta della cittadina natale di Enver Hoxha, che governò l’Albania dal 1944 al 1985. I segni della sua ossessione per un eventuale attacco delle potenze straniere sono evidenti ancora oggi osservando i bunker sparsi per tutto il paese. Ad Argirocastro, inoltre, è presente un tunnel che risale al periodo della Guerra Fredda.
Hoxha non è l’unico personaggio noto di Argirocastro. Qui è nato anche uno dei più importanti scrittori albanesi, Ismail Kadare, che scelse questa cittadina come scenario del suo romanzo La città di pietra.
COSA VEDERE AD ARGIROCASTRO
Seguite le strade in salita della città, ammirando le singolari case fortificate ottomane in pietra e in legno, con le loro torri che contraddistinguono Argirocastro, dette kule in turco, tipiche della zona dei Balcani.
Quando percorrete in lungo e in largo le strade di Argirocastro, magari visitando negozi e bar della zona del bazaar, risparmiate un po’ di fiato per arrivare in uno dei punti più alti della cittadina: il Castello di Argirocastro. Questa fortezza in rovina, costruita intorno al XII secolo, è stata più volte rimodellata e uno delle ultime modifiche più importanti è la torre dell’orologio, aggiunta nel XIX secolo.
Da visitare all’interno del castello, senza dubbio, sono le prigioni e il museo delle armi. Curiosa è la presenza di un aeroplano americano, probabilmente abbattuto e catturato durante la dittatura. Nella zona all’aria aperta, inoltre, il castello ospita un grande scenario che accoglie il Festivali Folklorik Kombëtar i Gjirokastrës, un festival di folklore, danze e musica albanese.
Così come a Berat e in molte altre cittadine albanesi, anche Argirocastro ospita un Museo Etnografico. La particolarità di questo museo è che è stato costruito sulla casa del dittatore Enver Hoxha, distrutta dalle fiamme. Quella che possiamo ammirare, dunque, è la copia di una casa tradizionale che risale al 1966. Se preferite, invece, un vero e proprio esempio di casa fortificata ottomana, chiedete informazioni per entrare nella Casa Zekate, kule risalente al XIX secolo. Non dimenticate, infine, che anche Argirocastro mostra la convivenza fra due religioni, albergando, ad esempio, diverse chiese cristiane ma anche la storica Moschea Bazaar.
DOVE MANGIARE AD ARGIROCASTRO
La zona del centro storico prende vita grazie alla presenza dei turisti e degli abitanti che sorseggiano una bevanda fuori dai bar o che lavorano fino a tardi come sarti, ricamatrici o artigiani del legno. In tutto il centro storico è possibile trovare proposte gastronomiche alla portata di tutti e che mescolano diverse culture, come quella greca.
Uno dei ristoranti più rinomati e tradizionali è senza dubbio il Bar Ristorante Kujtimi che permette di degustare la cucina albanese sia all’interno che all’aperto. Qui potete provare tantissimi piatti tipici albanesi, fra cui il qifqi, delle polpette di riso, uova ed erbe tipiche della regione.
Finita la cena, se volete sorseggiare una bevanda mentre ammirate il panorama di Argirocastro, non perdetevi la Taverna Kuka.
DOVE DORMIRE AD ARGIROCASTRO
Economico: Guest House Garden
Prezzo medio: Castle Hotel
Scelta top: Kerkulla Resort
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