I, I can remember
Standing
by The Wall
And the guns shot above our heads
And we kissed,
as though nothing could fall
And the shame was on the other side
Oh we can beat them, for ever and ever
Then we could be Heroes,
just for one day
Sono passati due anni dalla morte di David Bowie. Era il 10 gennaio del 2016 quando il Duca Bianco lasciava un vuoto incolmabile nel cuore dei suoi fan. Indissolubile rimane ancora oggi il suo legame con Berlino, città che Bowie mai dimenticò, anche dopo il rientro negli Stati Uniti. Un amore corrisposto, che la capitale tedesca sembrò e sembra tutt’oggi ricambiare. Per una notte, infatti, in modo simbolico, la strada dove lui visse, cambiò nome con il suo in David Bowie Strasse. Il tutto però durò troppo poco, quasi come fosse un bel sogno.
Oggi i fan berlinesi con una petizione vogliono far si che nel 2021 questa stessa strada prenda in via definitiva il suo nome. E che lo faccia per sempre. Stiamo parlando della Hauptstrasse nel quartiere Schöneberg, dove al civico 155, il cantautore visse in compagnia del suo amico Iggy Pop.
E’ proprio da questo portone, nel cuore del quartiere gay di Berlino, che parte la storia prima dell’uomo, poi del musicista, che qui trovò un modo per sfuggire alla dipendenza dalla cocaina, e perché no, forse, un luogo dove poter finalmente esprimere meglio il suo potenziale artistico e da cui trarre nuove ispirazioni. Era il 1976, e da qui a breve sarebbe nata la celebre trilogia berlinese, i tre album: Low, Heroes e Lodger.
Ancora oggi è possibile ripercorrere le vie che Bowie frequentò durante il suo soggiorno nella capitale tedesca. Dal celebre Café Neues Ufer (al civico 157, sempre della Hauptstrasse), dove ci si può certamente fermare per bere qualcosa in compagnia di una persona cara, proprio come il Duca Bianco era solito fare con Iggy Pop. Una foto storica in bianco e nero, ritrae, infatti, Bowie in compagnia di Iggy Pop e di Romy Haag, intenti proprio in questo bar a festeggiare i trent’anni del celebre cantante.
Sempre nel quartiere Schöneberg, un luogo molto apprezzato dall’artista era il Chez Romy Haag, il club gay della transessuale Romy Haag, dove era facile trovar dei colorati spettacoli di drag queen. Oggi questo club non esiste più, al suo posto è sorta la discoteca Connection meta affezionata per il pubblico omosessuale della città (Fuggerstrasse 33).
A pochi passi da qui, nel quartiere limitrofo di Charlottenburg, si può fare un salto al Paris Bar sulla Kantstrasse 152, ristorante dai prezzi un po’ elevati già all’epoca, nel quale è possibile però assaggiare la bistecca con patate che, a detta di Bowie stesso, pare fosse la più buona di tutta la città, e c’è chi sostiene lo è tutt’oggi. Dentro questo ristorantino dall’atmosfera molto francese, pare abbia avuto luogo una celebre intervista per il magazine Rolling Stone, che si narra non andò proprio bene.
Chi ricorda il brano Always Crashing in the Same Car? Secondo alcuni racconti, pare che tale brano sia nato in seguito ad un semi incidente automobilistico che Bowie ebbe nel parcheggio dello Schloss Hotel im Grunewald, allora noto come Schloss Hotel Gerhus (Brahmmstrasse 10), dove sembrerebbe che in seguito a un diverbio con uno spacciatore, Bowie abbia accidentalmente urtato e danneggiato la propria automobile durante una manovra di parcheggio diciamo un po’, o forse anche parecchio movimentata.
A Kreuzberg, invece, ancora oggi si trova SO36, una discoteca che prende il nome dal vecchio codice postale della zona (Oranienstrasse 190), frequentatissima da Bowie sin dalla sua inaugurazione. Rimanendo nel quartiere, si può assaggiare uno dei particolari piatti del ristorante Horvarth (Paul- Link Ufe 44/a), nello stesso civico un tempo c’era il Ristorante Exil dove Bowie era solito cenare quando si trovava da queste parti.
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Spostandosi verso il quartiere Dahlem c’è uno dei musei più amati dal cantautore: il Brücke Museum (Bussardsteig 9) che ospita ancora oggi le opere dei Die Brücke, gruppo di artisti appartenenti al movimento oggi noto con il nome di Espressionismo tedesco, particolarmente apprezzati dal cantautore e dalle cui opere si evincono atteggiamenti di decisa opposizione politica e sociale.
Quello sulle tracce di Bowie è un percorso che giunge infine dalle parti di Potsdamer Platz. Qui si trova il celebre Hansa Studio (Köthener Strasse 38) lo studio di registrazione dove si dice ebbe la luce Heroes, e che è possibile visitare prenotandosi online.
Ed è proprio Heroes il brano che accompagna la scena della corsa dentro il centro commerciale, nel film Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino, dove Bowie compare durante un concerto sulle note di Station to station. Film quest’ultimo, testimone di un passato che lega indissolubilmente due anime: quella del Duca Bianco alla sua amata Berlino.
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