Gyeongju, l’antica capitale è un museo a cielo aperto

La storia della Corea nel XIX e XX secolo è molto travagliata. La dominazione giapponese (1910-1945), la divisione lungo il trentottesimo parallelo a seguito della seconda guerra mondiale, il conflitto dell’inizio degli anni ’50, la chiusura al mondo della Corea del Nord ed il lento cammino verso la democrazia della Corea del Sud, con gli anni ’90 che la vedono tra le tigri economiche dell’Asia. Poi la crisi del 1997 e la ripresa economica che non si accompagna però né al riavvicinamento alla Corea del Nord, né alla maturazione del potere politico: gli scandali che hanno portato recentemente all’impeachment della presidente Park seguono il suicidio dell’ex presidente Roh Moo-hyun, che si è tolto la vita nel 2009 a seguito di episodi di corruzione.

Il contrasto dell’era contemporanea con le epoche passato è impressionante. E per farsene un’idea il posto migliore è Gyeongju, il museo a cielo aperto, uno dei luoghi più affascinanti della Corea del Sud, dove si impara che la storia coreana è caratterizzata da un susseguirsi di periodi di grande stabilità.

Dopo il periodo Gojoseon, che arriva fino al primo secolo avanti Cristo, la Corea si divide in tre regni: Goguryeo (37 a.C.- 668 d.C.) nel nord, militarmente molto forte, tanto da essere capace di arginare i tentativi d’invasione della Cina; Baekye (18a.C.- 660 d.C.) nel sud-ovest, regno dedito alla coltivazione del riso e con grandi rapporti sia con la Cina che con il Giappone. Infine il regno Silla (57a.C.- 935 d.C.). Quest’ultimo regno, che dura quasi mille anni, sconfigge con l’aiuto dei Cinesi gli altri due e unifica per la prima volta l’intera penisola coreana. Noto agli Arabi come “la nazione splendente d’oro”, ha come sua capitale proprio la città di Gyeongju.

I mille anni di centralità, la sua testimonianza nel passaggio da una religione sciamanica al buddismo e alle contaminazioni confuciane, l’eccellente stato di conservazione dei reperti rendono Gyeongju una città incredibilmente affascinante. Se per cogliere questa magia è necessario vivere l’atmosfera, un elenco delle principali attrazione può dare la misura dell’interesse culturale della città.

Il Parco dei Tumuli si estende per gran parte della città e presenta 23 tombe di diverse dimensioni dove al loro interno sono state trovati oggetti preziosi. Oggi è possibile visitare una sola tomba: dall’interno si riesce a capire la struttura e la vastità di queste costruzioni. Fin qui nulla di così eccezionale. Le tombe però sono colline: verdissime, imponenti, solenni.

Per gli appassionati di numeri e coincidenze l’Osservatorio Astronomico Cheomseongdae, è una tappa obbligata: uno dei più antichi di tutta la Corea, fu costruito nel 634 con 365 pietre (come il numero dei giorni) e 12 pietre rettangolari alla base (come i mesi dell’anno). Altra nota d’interesse è rappresentata dal fatto che a far costruire l’osservatorio fu la regina Seondeok: durante il periodo dei tre regni l’uguaglianza di genere era tra i caratteri distintivi della penisola coreana.

Dall’osservatorio si arriva velocemente al Gyeongju National Museum dove sono conservati più di ottantamila reperti trovati nell’area circostante: oggetti in metallo, porcellane, oro, dipinti, sculture in bronzo e molto altro. Il museo è perfetto per chi vuole avere un’idea completa dei diversi regni che si sono susseguiti nei secoli.

La catena del Monte Namsan, vicino alla città, è un’area storica che si trova sul monte omonimo, ritenuto sacro dalla popolazione Silla. Qui sono stati trovati artefatti sia di origine sciamanica sia di origine buddista: tra le rovine si trovano 122 templi, 53 statue in pietra, 64 pagode in pietra e 16 lanterne disseminate lungo i sentieri. Per scoprirli tutti ci vogliono un paio di giorni, ma se avete solamente poche ore, potete seguire il sentiero principale fino alla cima dove troverete un casottino in legno con penne e cartoline da spedire gratuitamente agli amici di tutto il mondo. Questo sentiero si snoda tra i tumuli verdeggianti, le incisioni sulla roccia, le statue poste nei luoghi più suggestivi e gli alberi contorti che così spesso affascinano chi guarda i dipinti tradizionali cinesi o giapponesi.

Monte Namsan, Corea del Sud
Monte Namsan

A circa trenta minuti di strada dalla stazione degli autobus di Gyeongju si trova il Tempio Bulguk-sa, uno dei più antichi monasteri buddisti della Corea, che si estende tra pini, ciliegi e altri alberi da frutta per 16 chilometri. Costruito durante il regno Silla è uno splendido esempio dell’architettura di quel periodo ed è per questo che è stato riconosciuto dall’Unesco. Tutte le strutture in pietra sono originali e le parti in legno dipinte a mano, compresi i ponti.

A pochi chilometri da Bulguk-sa si può ammirare la statua di Buddha nel Grotto Seokguram, una delle principali mete di pellegrinaggio per i praticanti o gli studenti di buddismo. A differenza di altri templi di questo tipo, Seokguram non fu costruito all’interno di una grotta già esistente ma venne costruita con grossi blocchi di granito. La statua è una delle più belle e famose, un tesoro da vedere una volta nella vita.

Infine non può mancare una visita allo Yangdong Hanok Village, uno dei tanti villaggi tradizionali che si trovano in Corea. Tradizionale è l’architettura delle case, alcune hanno persino 500 anni. Per arrivare basta prendere l’autobus 203.

Insomma, se Seul ben rappresenta il travagliato passato recente, Andong il lungo periodo Joseon con la struttura ancora attualissima della società confuciana, Jeju la natura straripante, Gyeonju incanta per la ricchezza e l’unicità delle vestigia e per la concretezza del suo glorioso passato.

Dal punto di vista culinario, oltre a tutte le meraviglie della cucina coreana, occorre ricordare che in un forno di Gyeongju venne inventata nel 1939 una prelibatezza a forma di fiore: il Hwangnam Ppang, detto anche pane di Gyeongju. Questo dolcetto rotondo è costituito da uno strato sottile di pasta a base di uova e farina di frumento e al suo interno ‘’è un ripieno rossastro a base di una densa e dolce pasta di fagioli.

pane di Gyeongju
pane di Gyeongju

Dove dormire. Alloggiate sicuramente presso la Tavo House, dove la gentile e loquace padrona di casa mette a disposizione le due camere dei figli, pulite e ordinate e prepara delle ottime e abbondanti colazioni coreane. L’inglese non è perfetto ma ci si capisce.

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