Verona, la città sotterranea e i tesori nascosti

Siete stati a Verona e avete già percorso l’itinerario turistico classico? Siete allora pronti a scavare più a fondo nell’anima e nella storia della città di Romeo e Giulietta, andare alla ricerca di una Verona meno conosciuta e scoprire che esiste una città sotterranea con una ricchezza di resti di epoca romana che è seconda solo a Roma.

A Piazza Nogara, tanto per cominciare, potete camminare sui resti di una domus romana del I secolo a.C., con mosaici perfettamente conservati. E in Piazza delle Erbe, piuttosto che bighellonare al sole tra le immancabili frotte di turisti, rifugiatevi sottoterra: ci sono i resti del Capitolium, cioè il tempio principale della città antica, sotto il famoso Ristorante Maffei al numero 38 (indirizzo consigliato anche per la pausa pranzo). Le cantine conservano poche vestigia, ma suggestive, con una colonna tuscanica ricostruita e rimessa in piedi, che restituisce un’idea delle dimensioni e proporzioni dell’edificio.

Poco lontano, nel Cortile del Tribunale, c’è il Museo degli Scavi Scaligeri, che vi consente di proseguire l’esperienza underground tra resti romani e medievali e qualche mostra fotografica. Sotto un altro ristorante, i 12 Apostoli in Corticella San Marco, c’è un’altra cantina e altri resti romani: stavolta della curia, ovvero il tribunale dell’epoca. E come se non bastasse, 37 metri di muro di un edificio religioso, ancora non identificato con certezza e i resti di una strada romana.

Consiglio di lettura a tema

Visitate quindi Corte Sgarzerie, uno dei luoghi tradizionalmente spacciati per ambientazione della tragedia di Shakespeare, che sottoterra nasconde il criptoportico che portava al Capitolium. Anche qui eccezionali resti della strada romana.

Tornando alla luce del sole, fuori dalle principali rotte turistiche a Verona si possono scoprire veri e propri tesori nascosti come il chiostro del Museo Canonicale. Poco frequentato ma eccezionale nell’eleganza delle sue colonne binate in marmo rosso, conserva resti delle più antiche basiliche paleocristiane della città. Il Convento di San Bernardino invece conserva una sala fantastica che lascia a bocca aperta, la Sala Morone, nella Libreria Sagramoso. Entrarci però è un po’ più difficile, perché è all’interno del Convento Francescano, dove ancora studiano i frati e bisogna quindi chiedere il permesso. Più facile invece l’accesso alla Cappella Pellegrini: dalla chiesa si entra in una vertigine architettonica dove la luce stessa sembra sostenere una volta a cassettoni.

Leggi anche: Dove mangiare a Verona: 5 ristoranti e trattorie

Poco distante da Via Cavour, in un budello di strada tortuoso, si nasconde l’antichissimo Martyrium dedicato alle sante Teuteria e Tosca, secondo alcuni la più antica chiesa del Veneto. La leggenda vuole che qui ci fosse in origine una grotta dove si sarebbe rifugiata la santa Teuteria, inseguita da un perfido pagano. Per proteggerla, un ragno avrebbe tessuto una tela miracolosamente infrangibile, provocando l’immediata conversione del malintenzionato.

In via Santa Maria all’Organo, sul cosiddetto Isolo, quartiere un tempo isoletta in mezzo all’Adige, la chiesa omonima custodisce un coro ligneo che è un tripudio di tarsie quattrocentesche, capolavoro di maestria artigianale di Frate Giovanni. Indescrivibile, da vedere.

Il Giardino Giusti è un altro tesoro di Verona: ora giardino rinascimentale che sembra trapiantato direttamente da Firenze, ora giardino all’italiana, ora orto botanico, infine finto bosco selvaggio sapientemente ricostruito e disposto secondo le regole del giardino all’inglese.

Ecco invece una curiosità in stile decò: in Via Manin 7, l’ex Garage Fiat, progettato dall’architetto visionario Ettore Fagiuoli, ricreatore del look della città del XX secolo – suo il campanile del Duomo, suo il Ponte della Vittoria, sua la Sinagoga. Rimasto a lungo in stato di abbandono ora è stato recuperato e trasformato in un centro commerciale; ma non scandalizziamoci: l’edificio è davvero tornato all’originaria bellezza e un po’ di shopping non rovina il godimento estetico.

Infine, un omaggio al patrono della città, San Zeno, cui è dedicata la chiesa maggiore. Noi però andiamo in quella meno conosciuta, San Zeno in Oratorio. Qui è conservato il masso dove il santo evangelizzatore della città soleva ritemprarsi durante le pause tra una predicazione e l’altra. Il masso si dice stesse in mezzo all’Adige, e Zeno ci si rifugiava per dedicarsi alla pesca.

Dove dormire: Home Marconi25, Art&Breakfast, B&B Il tenore, Hotel Milano.

Destinazione: