Belgrado, cosa vedere in due giorni

Belgrado, ex capitale della Jugoslavia e attuale capitale della Repubblica di Serbia, è stata fin dal tardo medioevo sede della dinastia reale Dragutin e centro principale dei territori balcanici. Più volte conquistata dai turchi e contesa tra Ungheria, Bulgaria e Regno Asburgico, rappresenta la situazione sociale di aggregazione multietnica, di incrocio linguistico e culturale tipica di tutta l’area balcanica. Situata all’incrocio dei due fiumi Sava e Danubio, è l’area metropolitana più popolosa della ex Jugoslavia, nonché la quarta nell’Europa sudorientale, dopo Istanbul, Atene e Bucarest.

Nonostante questa importanza storica e geografica, non è comodissimo raggiungere Belgrado dall’Italia. L’unica tratta aerea diretta esistente al momento in cui scriviamo fa riferimento a Roma, lasciando al nord Italia la soluzione del treno o del pulman, entrambi con un tempo di percorrenza di 13 ore; in macchina da Milano ci vogliono 10 ore circa. Difficile quindi organizzare un weekend a Belgrado, ma assolutamente consigliata invece è una visita di almeno due giorni se ci si trova già in territorio balcanico (per esempio da Zagabria ci vogliono solo tre ore di macchina, treno o pullman; poco di più dalla costa settentrionale della Croazia).

Primo giorno a Belgrado

Ore 9.30. Il giro turistico del primo giorno passa necessariamente dalla fortezza medievale Kalemegdan, che al suo interno offre ampie zone di parco ombreggiato e molto vissuto sia di giorno che di sera, una tipica chiesa ortodossa e una piccola chiesa in pianta romanica. La vista sul Danubio e sui ponti che collegano la parte centrale con la parte moderna di Belgrado è una cartolina immancabile. In estate la fortezza è sede di eventi musicali all’aperto e nelle fondamenta si inaugurano diversi club di musica elettronica e rock che restano aperti fino al mattino. L’area urbana intorno alla fortezza è altrettanto affascinante per il suo mix di palazzine moderne e casette diroccate separate da orti e cortili, stradine strette assalite dai rampicanti e viali che si aprono all’improvviso su parchi pieni di alberi.

Kalemegdan, Belgrado
Kalemegdan – serzhile

Ore 12. Raggiungiamo poi le due chiese principali che distano poco dal centro: la Cattedrale di S. Michele del 1837 nello stile classicista con elementi barochi è visibile da tutta la città per la sua torre campanaria con orologio ed è circondata su tutti e quattro i lati da un parco adornato di cespugli di rose. Il tempio di S. Sava invece, la più grande costruzione di culto ortodosso nel mondo, è collegato alla grande piazza Slavija che, attraverso la via (Kralia) Milana lo unisce al centro di Belgrado, all’antico quartiere di Dorcol e, attraverso la via Nemanjina, alla stazione ferroviaria.

Ore 13.30. Per la pausa a pranzo ci si può infilare in qualunque panificio per assaggiare le tipiche torte salate di origine turca, ripiene di verdure e formaggio per poi sedersi in uno degli onnipresenti baretti (appaiono letteralmente ovunque) che offrono caffè turchi o espresso, jogurt, baklava e tisane fredde o le economiche pivo (birre) locali; ci sono poi le kafana (trattorie) per un pasto leggero a base della tipica insalata serba (un misto di diverse insalate, cetrioli pomodori e formaggio di capra grattuggiato), posticipando alla sera un incontro culinario più importante.

Ore 15. Nel pomeriggio dedicatevi a una camminata lungo il Danubio, ricco di ex zone industriali e cappannoni portuali riadibiti, che offre un’idea delle diverse fasi storiche che la città ha vissuto nell’ultimo secolo. Fate sosta al KC Grad, un giovane centro culturale che oltre a un negozio vintage allestisce mostre, installazioni, incontri letterari e di sera concerti dal vivo e laboratori vari. La sua area all’aperto ha numerosi tavoli dove scambiare chiacchere e bere qualcosa con i frequentatori, tra cui molti backpakers e giovani artisti, e per chi ha energie residue un ping pong sempre affollato.

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Ore 20. Proprio di fronte alla cattedrale di S. Michele si trova la kafana ? Znak Pitanja (tradotto: il punto di domanda), rinomata per il fatto di essere la trattoria con la gestione familiare più longeva di Belgrado. I piatti sono quelli tipici, mix di cucina turca e slava: zuppe di carne e verdure, stufati, brasati, diversi tagli di maiale e vitello, assaggini su pane di grano duro fatto al momento di salse speziate e verdure sottolio, insalate e verdure grigliate, jogurt anatolico e dolci al miele. Per la necessaria camminata digestiva consigliamo di rimanere in zona Danubio e recarsi al pub Vox, sede del club locale di appassionati di moto, dalla classica impronta rockettara, dove organizzano quasi ogni sera dei live di musicisti locali, di cui parte degli incassi è devoluta in diverse opere di beneficenza.

Secondo giorno a Belgrado

Ore 10. Dopo un buon caffè turco e un dolce di riso e latte in un bar nella centrale zona pedonale di ulica Knez Mihailova, ci si può spostare verso mete più culturali: il museo più importante e più visitato di Belgrado è il Museo Nazionale di Serbia, eretto nel 1844, che ospita più di 400.000 opere tra reperti archeologici, dipinti e sculture dal Medioevo ai giorni nostri, pezzi di numismatica e collezioni di dipinti. La collezione d’arte francese contiene pezzi rari di Matisse, Picasso, Renoir, Rouault, Degas e Cézanne. Di recentissima istituzione è il Museo di Tito, che ripercorre la storia ufficiale e privata del controverso leader jugoslavo, attraverso articoli, fotografie, video e oggetti a lui appartenuti.

Ore 14. Avvicinandosi l’ora di pranzo consigliamo di incamminarsi o prendere un taxi verso la zona bohemien di Skadarlija, caratteristica per la pavimentazione di porfido risalente al secolo scorso e per il susseguirsi a catena di trattorie e bar con numerosi tavoli sulla strada, all’ombra di pioppi, tra cui si insinua un via vai costante di camerieri, turisti, persone, curiosi e sopratutto gruppi di musici di strada che suonano e cantano canzoni a richiesta di ovvia origine blacanica e qualche hit internazionale. Uno spettacolo suggestivo, soprattutto al tramonto (se si ritorna per cena) tra l’accendersi dei lampioni e delle finestre e lo spegnersi del giorno tra i rami sovrastanti. Anche qui il menù non incontra sempre le esigenze di vegetariani e vegani, ma in più il servizio bar offre numerosi assaggi di rakija (la grappa locale) e vini macedoni e sloveni.

belgrado, skardalija
Skardalija – Espino Family

Ore 17. Prolunghiamo la sosta bohemien fino al tardo pomeriggio, quando è possibile assistere agli spettacoli di balletto del Teatro dell’Opera Nazionale a prezzi inaspettatamente contenuti e in un’atmosfera tutt’altro che formale. In alternativa, specialmente se visitate Belgrado in occasione del Film Festival, si può assistere a una proiezione cinematografica in una delle tante sale sparse per la città.

Ore 20. Per chiudere in bellezza prenotate alla trattoria galleggiante sul Danubio Crni Panteri (Le Pantere Nere) i cui gestori e avventori, nonché istrioni, personale vario e musici sono tutti gypsy, ovvero gitani dalla pelle olivastra di origine indoeuropea che, a ritmo di melodie turbofolk, trascinano gli avventori a ballare sui tavoli, a bere tanto quanto la portata del fiume che scorre lento sotto le assi del pavimento e, a fine serata, ad abbracciare tutti promettendo eterna amicizia e fratellanza italo-balcanica-caucasica. Se in cerca di qualcosa di più tranquillo si può correre (letteralmente) ai ripari nella vicinissima area Ada, sulle sponde di un laghetto artificiale immerso nel verde, sulle cui acque immobili rispendono le luci e le insegne di numerosi baretti con divani e personale sornione a cui ordinare rakjia della casa, birra o cocktails internazionali.

Dove dormire. Molti hotel sono in zona centrale, la qualità del servizio è solitamente buona e i costi contenuti. Da consigliare è l’Hedonist Hostel, pochi minuti a piedi dal vivace quartiere Skadarlija. Camere semplici e graziose, atmosfera rilassata, una cucina comune e una sala giochi, oltre a un bel giardino dove leggere un libro, bere un tè e fare una grigliata in compagnia.

Come arrivare: trova voli per Belgrado dall’Italia.

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