Nel 1896 i fratelli Lumière, gli inventori del cinematografo, si recarono in Marocco per immortalare attimi di vita quotidiana. Da lì in poi, questa terra divenne l’ambita meta esotica per il viaggio e il grande schermo, e i paesaggi marocchini contribuirono, grazie al cinema, a creare un’immagine collettiva di mistero e seduzione di questa terra affascinante e indecifrabile. Anche usando l’inganno della macchina cinematografica: molti dei primi film che favoleggiano davanti ai nostri occhi gli scenari marocchini, in realtà non hanno girato un ciak in loco. Così milioni di spettatori ignari si fecero letteralmente rapire dalle atmosfere di Morocco di Joseph von Sternberg con Marlène Dietrich negli anni trenta e di Casablanca di Michael Curtiz un decennio dopo. Potere della suggestione fantastica ed evocativa del cinema, che iniziò seriamente a regalare al Marocco un’aura quasi irripetibile e stimolare il cineturismo. Vi suggeriamo allora un viaggio in Marocco per scoprire il meglio dell’entroterra, tra i più famosi set cinematografici.
Prima tappa: Marrakech
Per noi Italiani questa città si lega inevitabilmente alla generazione on the road di Marrakech Express di Salvatores: come dimenticare gli scenari desertici (nell’Erg Chebbi vicino a Erfoud), le dune del Sahara raggiunte da Abatantuono & Co. in bici o la famosa partita a pallone? Del 2009 è La casa sulle nuvole di Claudio Giovannesi, sempre nell’ottica del viaggio alla ricerca dell’altro e di sé, ma un Marocco più veritiero e che ci restituisce una Marrakech nella sua pienezza, è quello di Ideus kinky – Un treno per Marrakesh di Gillies MacKinnon con Kate Winslet: la città è esplorata nelle vie, nelle piazze e nelle case. E della gente che le vive. In effetti uno dei luoghi più famosi del Marocco si è insinuato nel nostro vocabolario filmico con diversi film, ma ha iniziato sorprendentemente molto tempo fa grazie a Hitchcock con L’uomo che sapeva troppo del 1956, immortalando tra le varie location piazza Djemaa el Fna. Di fatto a Marrakech è concentrata una grande percentuale di compagnie di produzione cinematografica ed è qui che, da più di quarant’anni, prende vita il Marrakech Film Festival.
Seconda tappa: Ait Ben Haddou
Il solo ksar vale il viaggio e rientra nei siti patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Tantissime le produzioni che hanno sfruttato il territorio da Gesù di Nazareth di Zeffirelli a Il Gladiatore di Ridley Scott, da Sodoma e Gomorra di Orson Wells a Il Gioiello del Nilo di Lewis Teague, da Lawrence d’Arabia di David Lean, a L’ultima Tentazione di Cristo di Scorsese e Il Tè nel Deserto di Bertolucci, che a detta di Jazi Santissi, direttrice dell’Ente Nazionale per il Turismo del Marocco in Italia, è il film che maggiormente sollecita il turismo in Marocco. Insomma, una location da Oscar, è il caso di dirlo, anche se ormai praticamente abbandonata. Qui il Marocco a seconda dei casi diventa Palestina, Spagna, Arabia Saudita e India: un’altra prova, se ce ne fosse necessità, della versatilità dei paesaggi marocchini e dell’ingannevole, fantastica magia del cinema. Di fatto si tratta di un’antica cittadella d’argilla fortificata costruita dai berberi secoli fa e oggi disabitata. Uno spettacolo di rara bellezza.
Terza tappa: Ouarzazate

Prince of Persia e La passione di Cristo sono stati girati qui, ad Ouarzazate, ovvero la mecca del cinema in Marocco, l’Hollywood dell’Africa. Appena fuori città si raggiungono due siti che vantano all’orizzonte l’emozionante spettacolo dell’Atlante: i CLA Studios dell’italiano gruppo De Laurentis e gli Atlas Film Corporation Studios, dove è possibile visitare per 50 dirham (circa 4,00 €) i set di Kundun, Le Crociate, parti di colossal come Lawrence d’Arabia e Guerre Stellari. Le maestranze giocano un ruolo fondamentale per la scelta di questo luogo come set cinematografico sia per l’alta competitività a livello economico che professionale. La vivace Ouarzazate era meta amata dall’ultimo pascià di Marrakech, di cui si possono visitare gli appartamenti.
Quarta tappa: Merzouga
Nella provincia di Er Rachidia, in pieno deserto marocchino, sorge l’oasi di Merzouga, a poca distanza dalle dune dell’Erg Chebbi. Questo è spesso, nel nostro immaginario, il volto del Marocco: un luogo al limite, di frontiera, dove farsi ammaliare dalla sabbia del deserto. Il sito è stato il set per Le quattro piume di Shekhar Kapur e per la scena finale della trivella di Marrakech Express.
Quinta tappa: Erfoud

A poca distanza da Merzouga si trova un’altra oasi, quella di Erfoud, conosciuta anche come Arfoud, dove esistono diverse infrastrutture per il turismo. Le costruzioni di sabbia rossa spiccano tra le palme e contrastano il deserto circostante. Dalla piazza principale si può attraversate il ponte di Bab el Oued e raggiungere dopo una ripida collina la fortezza militare di Borj-Est, costruita come un avamposto dell’esercito francese e occupata dalla legione straniera. E proprio qui è stato girato La bandiera – Marcia o muori con Gene Hackman, che narra appunto della legione straniera. Oltre a location per La Mummia e Prince of Persia, la zona di Erfoud diventa anche la Gerusalemme del contestato I giardini dell’Eden di D’Alatri.
Sesta tappa: Meknès
Città imperiale e capitale per un cinquantennio sotto il regno di Moulay Ismail, è un altro sito che, con la sua città storica, è inserito nella lista dei patrimoni dell’Umanità UNESCO. Varcare Bab Mansour, una delle più maestose porte del Nordafrica è davvero magico, come del resto è un’esperienza incredibile visitare la medina che ha regalato alcuni luoghi per gli esterni di Gesù di Nazareth e de Il gioiello del Nilo. In primavera annualmente si tiene il Festival internazionale del cinema d’animazione di Meknès.
Come se tutte le location naturali che il Marocco offre non bastassero, è in corso la realizzazione di Morocco Film City, 420 ettari a 8 km. da Marrakech, ideata nientemeno che dall’architetto di Disneyland: grandi spazi per villeggiare e divertirsi se si è apassionati di cinema…
Bisogna riconoscere che la cultura europea e americana ha modellato per gli spettatori occidentali una fisionomia del Marocco non sempre autentica. Ecco perché vale la pena scoprire film come A Casablanca gli angeli non volano di Mohamed Asli, Il Pane Nudo di Rachid Benhadj e Marock di Laila Marrakchi (consigliato da Jazia Santissi nell’intervista rilasciataci): pellicole che raccontano il vero Marocco.