Il Quartiere Africano di Roma

Viale Somalia, Viale Libia, Viale Etiopia e Viale Eritrea. E’ per queste strade intitolate alle ex-colonie italiane che il Quartiere Trieste di Roma è noto anche come Quartiere Africano. Sulla piantina della città, a nord del centro, occupa lo spazio di un irregolare rettangolo di quasi 4 kmq, delimitato da tre arterie principali e un fiume. Via Salaria, a nord-est, chiamata così perché qui un tempo passavano i carri pieni di sale. Via Nomentana, a sud-est, da Nomentum (odierna Mentana), antica città della Sabina a cui era collegata. Via Regina Margherita a sud ovest. E, a nord-est, il fiume Aniene, naturale linea di confine tra il Trieste e il sobborgo del Monte Sacro.

Il quartiere, il cui nome originario dal 1926 al 1946 fu Savoia per via della residenza reale di Villa Ada nelle immediate vicinanze (oggi fa parte del quartiere Parioli), è un concentrato di reperti archeologici e ville nobiliari ma anche di palazzi alveare, casermoni di cemento che conferiscono ad alcune aree un’immagine decisamente poco eterna e molto affollata. A parte questo aspett poco gradevole, il quartiere offre un passato ricco di storie leggendarie e un presente tutto da scoprire.

Cominciamo la nostra visita da una zona molto singolare, distinta da tutte le altre, una specie di quartiere nel quartiere, il Coppedè, vicino a Piazza Buenos Aires. Dal nome dell’architetto che nel 1915 lo progettò, sfoggia tuttora le sue monumentali abitazioni castello ricche di elementi decorativi: vetrate, ornamenti in ferro battuto, mosaici, torrette, intagli in marmo e trafori in uno stile liberty rivisitato in chiave eclettica. Queste costruzioni un po’ sinistre hanno ospitato numerosi ciak di Dario Argento, residente nel quartiere.

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Altro riferimento cinematografico della zona riguarda Vittorio Gassman che all’inizio di “Audace colpo dei soliti ignoti” entra in un portone di via Dora, vicino al Palazzo degli Ambasciatori. Cuore del Coppedè è Piazza Mincio con la sua bella fontana nella quale fecero un memorabile bagno i Beatles, alla fine di un concerto al Piper. E’ questo un luogo mitico di Roma, proprio nel quartiere africano, a pochi metri di distanza dal Mincio, in Via Tagliamento 9. Poche parole per descriverlo, basta ricordare le esibizioni dei Pink Floyd e dei Nirvana.

Salendo per Via Salaria si incontrano numerose palazzine, ville e catacombe, come la Catacomba di via Anapo (III-IV secolo) che conserva iscrizioni e frammenti di sarcofago e proseguendo, le più famose Catacombe di Priscilla, monumento paleocristiano con mirabili affreschi.

Addentrandosi verso la parte alta del quartiere, si giunge a uno dei tanti spazi verdi dell’Africano, Parco di Villa Chigi, che si estende al di sopra di un piccolo promontorio, all’altezza del crocevia dei tre viali Somalia, Libia ed Etiopia. Imboccando quest’ultimo, lungo il quale si possono ammirare alcune case torre, si raggiunge in pochi minuti la Nomentana dove, svoltato l’angolo, ci si imbatte nella Batteria Nomentana (1884-1890) e in ciò che rimane del sistema difensivo della città.

Oltrepassata Villa Leopardi con parco annesso, si raggiunge un altro monumento del quartiere, il complesso di Sant’Agnese fuori le mura, che comprende basilica (costruita nel VII secolo da papa Onorio sui resti della precedente basilica costantiniana del IV secolo), catacomba e mausoleo di Santa Costanza. Poco più in giù una targa affissa davanti al Centro Sportivo S.Leone Magno ricorda il tragico incidente in cui nel 1981 morì Rino Gaetano.

sant'agnese, quartiere africano
Sant’Agnese – Kim Holburn

Imboccando Via di Santa Costanza, perpendicolare alla Nomentana, si arriva Piazza verde Annibaliano con attigua stazione metro (Sant’Agnese/Annibaliano, linea B). Da qui si può decidere di imboccare Viale Eritrea, altro importante set cinematografico (Il segno di Venere interpretato da Sordi, Loren e De Sica), che riporta nella parte alta del sobborgo dove si trova Piazza Santa Emerenziana. L’omonima chiesa custodisce all’interno un mosaico di oltre 500 metri quadrati, opera recente (1968) di Padre Ugolino da Belluno. Più avanti si arriva in Viale Libia, strada ariosa e piena di negozi che oltre a ricordare l’ex colonia italiana, è stata il set di altri memorabili film, primo fra tutti Il medico della mutua con Alberto Sordi. Qui una volta sorgeva il Cinema Mondial (oggi negozio di abbigliamento), un’istituzione nella Roma degli anni 60. Delle storiche sale cinematografiche, resta il Cinema Lux in Via Massaciuccoli, oggi multisala, e pochi altri.

Traversa di Viale Libia è Via Tripoli, altro riferimento all’impero coloniale, lungo la quale spicca la Sedia del Diavolo, nome attribuito al rudere del monumento funebre di Elio Callistio, liberto dell’imperatore Adriano.

Sempre da Annibaliano, si può decidere di scendere per Corso Trieste, ricco di deliziosi villini e spazi verdi, una delle più belle strade del quartiere da cui, oltretutto, prende nome (qui abitò Natalia Ginzburg). Nei pressi del corso, si trova la prestigiosa università LUISS (via Pola 12), oltre la quale, verso sud, si arriva al parco di Villa Paganini detta “Villa Mussolini dei poveri”. Di fronte, infatti, attraversata la Nomentana, campeggia la sfarzosa Villa Torlonia che dal 1925 al 1943 fu proprio residenza della famiglia del duce, al confine con il quartiere africano.

Villa Torlonia
Villa Torlonia – Dr. Wendy Longo

Dove mangiare. L’osteria La Carbonara dal 1906 conquista i clienti con il delizioso piatto laziale a cui è intitolata. Nota di merito, la cantina fornita di etichette laziali e non. Il ristorante Dolce in‪ Via Tripolitania 4 si distingue per una particolarità che si desume dal nome stesso. Le ordinazioni cominciano proprio dai dolci, preparati al momento dalla pasticceria interna al locale.

Dove dormire: APR Guesthouse B&B in via di Santa Costanza.

Destinazione: