Valle d’Aosta: la Roma delle Alpi e la via delle Gallie

Aosta è la Roma delle Alpi, una città le cui radici e la cui fondazione sono profondamente legate all’antica Roma. Sia la città che il resto della regione recano i segni di un passato importante e glorioso, che risale al 25 a.C., anno della posa delle fondamenta del capoluogo e della grande pianificazione viaria, civile, edile della regione valdostana.

Cinque secoli di romanità della Valle d’Aosta sono testimoniati a viva forza dalle molte vestigia conservate soprattutto lungo la via Consolare per le Gallie, un’arteria fondamentale per i commerci con le valli alpine e le terre d’Oltralpe, che oggi fa da segnavia per i turisti e i visitatori che vogliono immergersi nell’identità civile più antica della regione e del capoluogo. Un percorso di cui vi indichiamo i punti irrinunciabili, sia fuori che dentro le mura cittadine.

L’itinerario romano parte da Pont Saint Martin, a circa cinquanta chilometri da Aosta, appena entrati nei confini regionali lungo l’autostrada A5. Il ponte di San Martino, da cui prende il nome la cittadina, è una testimonianza imponente dell’architettura romana. Trentacinque metri di arcata per un ponte cittadino perfettamente conservato, su cui aleggiano inquietanti leggende che riguardano nientemeno Satana, ingannato dal santo e indotto a realizzare l’opera civile in una sola notte. Pare che il diavolo, adirato, si sia gettato tra le acque del fiume Lys e ancora oggi sbuffi rabbia dal suo letto. Per questo, i prudenti cittadini di Point Saint Martin ne bruciano un’icona proprio sotto il ponte, ogni anno a Carnevale, in una delle feste più pittoresche della Valle.

Pont Saint Martin, Valle d'Aosta
Pont Saint Martin – CC Ferruccio Zanone

A soli due chilometri verso Aosta, un’altra arcata, ancora più spettacolare e suggestiva, merita una visita. L’Arco di Donnas sulle pendici dei monti dell’omonima cittadina, scavato nella nuda roccia, per tre metri di altezza e 221 di lunghezza è uno dei luoghi più belli dell’intera Via Consolare. Una sorta di brevissima galleria tracciata con perizia intatta in un sottile sperone di roccia, che ancora fa mostra di sé al passaggio dei visitatori sul lastricato segnato dai secoli e dal passaggio di innumerevoli carri di mercanti e viaggiatori.

Il luogo in assoluto più ricco di monumenti romani è ovviamente la città di Aosta stessa. Dall’Arco di Augusto, vero e proprio simbolo della città, alla cinta muraria che ancor oggi abbraccia il centro con uno dei pochissimi perimetri romani ancora intatti di tutta Europa, che conserva in alcuni punti addirittura il rivestimento esterno. E ancora il teatro, un’opera che poteva contenere fino a 4000 spettatori la cui meravigliosa facciata meridionale si erge ancor oggi perfettamente conservata. e le quattro porte cittadine. Delle otto torri di guardia alle porte, soltanto due conservano almeno in parte l’aspetto originale: la torre del Lazzaretto e quella del Pailleron, restaurata alla fine dell’800 dall’architetto di origine portoghese Alfredo d’Andrade.

Prima di abbandonare Aosta e i suoi monumenti, non mancate alla visita dell’affascinante seminterrato del Criptoportico forense. Un’opera civile poderosa, a sostegno della pavimentazione cittadina. Un ferro di cavallo di corridoi seminterrati ed illuminati da bocche di lupo, monumento impressionante della perizia architettonica romana.

Arco di Donnas
Arco di Donnas – Di Lysippos, CC BY-SA 2.0 de, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3953088

Altrettanto va detto dell’acquedotto di Pondel, circa dieci chilometri fuori Aosta, nel comune di Aymavilles. Imponente struttura di 54 metri d’altezza, Datata 3 a.C. utilizzato per secoli dalle popolazioni valdostane, come testimoniano i documenti medievali che ne parlano come sistema di captazione delle acque.

Infine, assolutamente da vedere è il tratto della via Consolare che attraversa il territorio di Avise, in località Pierre Taillée, a metà strada tra Aosta e il Gran San Bernardo. Tagli nella roccia viva per permettere il passaggio della strada, imponenti pilastri e arcate a sostenerne la struttura, sul fianco aspro della montagna. Davvero uno spettacolo architettonico imperdibile.

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