La strada che da Assisi porta a Gubbio potete considerarla come un vero e proprio itinerario dorato che vi condurrà attraverso le meraviglie del paesaggio umbro, i tesori dell’arte, lo stupore dei borghi arroccati sui colli. C’è da far indigestione di bellezza – avete Gubbio, Spello, l’Oasi del Parco Naturale del Monte Cucco, l’Altopiano della Palude di Colfiorito, il Parco del Monte Subasio, solo per dirne alcuni: in auto, in bicicletta, addirittura a piedi, l’itinerario vi regalerà emozioni fortissime.
Assisi, Monte Subasio e Spello
Dedichiamo almeno un giorno alla visita di Assisi e dell’Eremo delle Carceri, situato alle pendici del Monte Subasio. Iniziamo da qui l’itinerario vero e proprio che ci porterà a scoprire alcuni dei luoghi più selvaggi e dei borghi più affascinanti dell’Umbria.
Uscendo da Assisi in direzione Sud, puntiamo verso la SS75, per Spello. Siamo ai piedi del Monte Subasio. L’antica Hispellum d’epoca romana vi accoglie tra le sue poderose mura su cui si aprono quattro porte: quella Dell’Arcea, la Consolare, l’Urbica e la Venere. Nel suo centro storico, il borgo si caratterizza per gli interventi urbanistici di epoca rinascimentale, che gli danno un’eleganza sobria e nobile. Dominano il travertino rosa e la pietra calcarea, in un dedalo intricato di palazzi, chiese, cortili e viuzze tortuose; ma su tutto spicca per bellezza e valore artistico la Chiesa di Santa Maria Maggiore. Qui trovate la celeberrima Cappella Baglioni, affrescata dalla mano del Pinturicchio.
Tanto per essere chiari: varrebbe la pena di fare un viaggio in Umbria anche solo per venire qui. Per fare un raffronto con l’arte più vicina a noi, potete fare una capatina al museo Emilio Greco, presso il palazzo Comunale, dove troverete trentotto opere dell’artista contemporaneo, cittadino onorario di Spello dal 1985, tra grafiche, litografie, acqueforti, disegni e sculture in bronzo, dopo le quali vi aspetta, appena usciti dal Palazzo e attraversata la porta dell’Arce, un piccolo belvedere che si affaccia sull’incanto della campagna umbra.
Da Spello a Nocera Umbra
Verso Sud dovreste aver intravisto Foligno, ma noi ripieghiamo verso Nord tenendo la SS3, in direzione Valtopina/Nocera. Costeggiamo così il Monte Subasio, vero protagonista del panorama di questa prima parte del viaggio. Tenete d’occhio l’indicazione per Collepino: è un paesello di appena cinquanta abitanti a 600 m. e anche qui il belvedere vi regala una vista eccezionale. Poco più sù, l’Abbazia di San Silvestro, fondata nel 1025. Eremo camaldolese, vi sostò anche San Francesco; ma del complesso originario rimane poco perché Papa Paolo III nel 1335 ne ordinò la distruzione: aveva dato ospitalità alla famiglia Baglioni (sì: quelli di Spello), suoi nemici giurati. Oggi sulle rovine antiche è sorto, dal 1972, un nuovo santuario dedicato alla Trasfigurazione, retto dalle Piccole Sorelle di Maria.
Ridiscendiamo più a valle e riprendiamo la SS3, sempre verso Nocera e Gualdo Tadino: entriamo così nel territorio del Parco Regionale di Colfiorito. Altopiano carsico, disseminato di conche lacustri, con conseguenti paludi e zone umide un tempo ricettacolo di malaria, oggi oasi naturalistica nido di specie rare e protette. A 2 km. da Colfiorito, sulla SS77 verso Serravalle di Chieti, merita una deviazione il Convento di Brogliano: qua i Francescani sono chiamati “Zoccolanti”, perché ebbero concessione speciale di derogare alla regola dell’Ordine di portare sandali per calzare zoccoli in legno che i proteggessero dalle serpi che infestavano la zona.
Con interessi molto meno spirituali, merita una deviazione anche l’Azienda Agricola Biologica L’Oasi di Silvana Prosperi (verso via del Lago, frazione Forcatura), a circa 3 km dal centro di Colfiorito, dove potete acquistare direttamente dal produttore lenticchie e patate rosse, le specialità della zona. Per bere però aspettate di avvicinarvi di più a Nocera: al Monastero di San Biagio, oltre a un relais di lusso, c’è un laboratorio per la produzione artigianale di birra secondo la migliore tradizione brassicola locale – ci spiace solo per chi dovrà guidare, ma gli altri ne approfittino e bevano anche per lui. Oppure bevete tutti insieme e fermatevi a dormire al relais. Sempre in zona, tra Nocera e Gualdo, altra struttura che merita una sosta, sia per dormire che per mangiare è l’Agriturismo Corte del Lupo, i cui prodotti vanno dai salumi artigianali all’olio biologico.
Da Nocera Umbra a Gubbio attraverso il Monte Cucco
Oltre Nocera, a imporsi sul paesaggio è ora la mole del Monte Cucco, il cosiddetto “Ventre dell’Appennino” – santuario naturalistico e non: la natura carsica del territorio vi ha favorito la formazione di forre, canyon e grotte, nelle quali nel medioevo arrivarono frotte di eremiti, a fondare badie e rifugi per la meditazione. Avete, letteralmente, l’imbarazzo della scelta, su un’area di pochi chilometri quadrati: vi aspettano, ognuno con la propria solenne essenzialità e riservatezza affacciata su viste sublimi e incastonate nella roccia, l’Eremo di Monte Cucco di San Girolamo, l’Eremo e la Badia dei S.S. Emiliano e Bartolomeo in Congiuntoli, l’Eremo e l’Abbazia di Santa Maria di Sitria e l’Abbazia Benedettina di S. Andrea.
Proseguendo, oltre Scheggia, e superato il Valico di Madonna della Cima, come se non bastassero le emozioni vissute fin qui, ci aspetta la Gola del Bottaccione, “Lo Scrigno del Passato”, un profondo canale scavato dall’acqua tra il Monte Ingino e il Monte Foce. Qui, nel Medioevo, venne costruita una diga con relativo bacino di raccolta delle acque, nelle cui vicinanze fa capolino un altro eremo, quello di Sant’Ambrosio, sul Monte Calvo, che sembra miracolosamente appeso su uno sperone roccioso del Monte Foce. Tutta la zona ha un che di miracoloso che lascia attoniti; ma l’interesse di questi anfratti non è solo dello storico dell’arte o del pellegrino o dell’appassionato di architettura: l’alta, insolita, concentrazione di iridio nelle rocce della gola ha incuriosito i geologi, tanto che sono arrivati a ipotizzare la caduta di un meteorite, qui, 65 milioni di anni fa, del diametro tra i 6 e i 14 km. – un bel botto, bisogna ammettere.
Alla fine delle strada di montagna che serpeggia per una dozzina di chilometri per i Monti Eugubini, vi aspetta Pascelupo: in Via Giove Pennino al 25 trovate L’Osteria del Bottaccione, dove festeggiare degnamente la fine dell’itinerario. Più avanti, poca strada ancora, e saremo a Gubbio, dove ci aspettano altre storie e altre meraviglie.
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