Ayutthaya, l’antica capitale del Siam

Il Parco Storico di Ayutthaya, patrimonio dell’umanità dell’Unesco dal 1991, si trova a una novantina di chilometri da Bangkok, la capitale della Thailandia. Si tratta di una vasta isola circondata ai quattro lati da tre fiumi e un canale che custodisce le rovine di un’antica città. Capitale del Siam dal XIV al XVIII secolo, Ayutthaya fu uno dei luoghi più strategici a livello commerciale e diplomatico del Sud-est asiatico, oltre a uno dei più cosmopoliti. Il nome deriva dalla città indiana Ayodhya, luogo di nascita di Rama il settimo avatar di Visnu, ma la storia sarebbe troppo lunga perciò diamo qualche informazione utile per chi desidera visitare il Parco.

Vista la vicinanza a Bangkok potete trascorrervi anche solo una mezza giornata, ma sarebbe meglio rimanere un paio di giorni per godere appieno dei resti dell’antica magnificenza Khmer e del paesaggio rurale dei dintorni, magari girando in bicicletta per rilassanti escursioni in libertà.

All’interno del sito archeologico le attrazioni più interessanti sono concentrate nel quadrato nord-occidentale. Non perdete il Wat Pra Si Sanphet, il più importante complesso di templi che anticamente custodiva un Buddha di 16 mt ricoperto da 250 kg d’oro; il Wihaan Mongkhon Bophit che custodisce uno dei più grandi Buddha della Thailandia (17mt); e il Wat Phra Mahathat (monastero della Grande Reliquia) la cui storia è lunga, complessa e dalle molte versioni. Nel 1956 gli archeologi trovarono a 27 metri di profondità una stanza del tesoro e una reliquia di Buddha. Distrutto oltre duecento anni fa dai soliti birmani, non fu mai ricostruito. E’ famoso per una curiosità: quando l’esercito invasore conquistò la città, staccò e distrusse tutte le teste delle moltissime statue di Buddha; miracolosamente se ne salvò una sola che, rotolando ai piedi di un albero, fu inglobata e protetta dalle radici di questo. Ora è il soggetto più fotografato…

AYUTTHAYA
© Qsimple, Memories For The Future Photography

Ci sono poi siti ugualmente o ancor più interessanti oltre i confini dell’isola. Visitate il Wat Phanan Choeng (ingresso 50 Bath) che racchiude al proprio interno un tempio cinese e dove si augura buona fortuna sparando petardi….; il Wat Chai Wattanaram (50 Bath), fatto costruire da re Prasat Thong in memoria della madre, è un perfetto punto da cui godere di uno splendido tramonto; e ancora il Wat Phu Khao Thong (Golden Mountain Pagoda) costruito nel 1387. Salite l’ottantina di gradini e sarete premiati con una bellissima vista sulla città.

Tralasciamo la segnalazione dei moltissimi altri siti del Parco poiché guide cartacee ed elettroniche danno dettagli storici e artistici in abbondanza (ad esempio consultate: www.ayutthaya-history.com). Il consiglio che diamo, dopo aver scioccamente subito un raggiro (di cui sotto) e aver perso molto tempo a girovagare fra un posto e l’altro senza nesso logico, è di visitare questo Parco Storico affidandosi, se non ad agenzie di Bangkok che ricaricano troppo i costi del trasporto, a una guida locale per ottimizzare il tempo e risparmiare fatica.

AYUTTHAYA, Thailandia
© Russ Bowling

Info utili per visitare Ayutthaya. Per dormire potete provare Baan Tye Wang Guesthouse, Baan Thai House o I U Dia on the River. I trasporti da Bangkok sono molteplici e dal costo molto variabile: bus pubblico (2 ore di tragitto – 50Bath solo andata), minibus privati (90 minuti, 120Bath per a/r), taxi (trattativa privata per intera giornata circa un migliaio di Bath), treno (75 minuti per 20/30Bath), tour con agenzia e guida (1500Bath a persona con partenza alle 6,30 del mattino), via acqua con barca pubblica o privata (tre ore); non rimane che l’imbarazzo della scelta. Noi optiamo per i moderni e confortevoli minibus da 15 posti per avere una maggior flessibilità di orari. Con lo Sky Train scendiamo alla fermata Victory Monument, uscita 4, e un centinaio di metri dopo il Century Movie Plaza ecco la stazione dei minibus preannunciata da grandi cartelli rossi (attenzione, evitate la mini-stazione poco prima di questa, dove i turisti sono caricati come capre sullo stesso mezzo). Sotto la tettoia il caos è tipicamente orientale, l’atmosfera calda/umida è migliorata dal fumoso fetore dei motori accesi… Allo sportello n.10 (riservato solo per Ayutthaya) acquistiamo 2 biglietti andata/ritorno. Una volta al completo – tre spagnoli, tre cinesine, due australiane, due italiani e cinque thai – si parte. Attenzione! Dopo circa un’ ora e mezza di viaggio il minibus si ferma all’angolo di una strada in mezzo al nulla e l’autista urla “arrivati, scendere”. Eseguiamo l’ordine. Ma come? Con l’iPad che mi dice essere ad almeno otto chilometri dal Parco Storico? Cerchiamo di avere spiegazioni ma quello ha già preso il volo. Magicamente, dal nulla, compaiono (guarda caso…) tre sgangherati tuk tuk che propongono i loro servizi ad un costo stratosferico; dopo una trattativa selvaggia sul prezzo per cinque ore di noleggio per cinque persone si parte alla scoperta dei templi con l’accordo che – evitati rigorosamente tutti i negozietti di souvenir – ci avrebbe riportati alla vera stazione dei minibus per il ritorno a Bangkok. Il raggiro, o la truffa, ha funzionato! EVITATE DI TROVARVI NELLA STESSA SITUAZIONE!

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