Enoturismo in Valle d’Aosta: la Strada del Vino

Non è una terra facile per l’agricoltura, la Valle d’Aosta. Lo sanno bene i suoi contadini, sin dai tempi dei Romani, che qui costruirono strade e organizzrono terrazzamenti per sfamare le centurie e i popoli che abitavano le valli da prima del loro arrivo. Sassosa, dura e aspra. Ma addomesticabile in vari punti. Soprattutto lungo la vallata della Dora Baltea, il fiume che addolcisce i contorni dei monti e che ci guida lungo uno degli itinerari enogastronomici più interessanti delle Alpi.

La Strada del Vino della Valle d’Aosta corre da Pont St. Martin, al confine con la regione Piemonte, fino ai 1200 metri di altitudine di Morgex, il centro culturale della Valdigne. Gli inverni rigidi e i forti venti estivi, sono avversari temibili, eppure la coltivazione di diversi vitigni particolarmente resistenti ha regalato alla Valle d’Aosta alcuni vini D.O.C. oggi apprezzati da molti e di alta qualità.

Grazie alla collaborazione dei produttori, oggi esistono cinque diversi itinerari che raccontano la storia dei vini della regione. Degustazioni in cantina, ristoranti segnalati dall’associazione della Strada, visite nei vigneti e serate enogastronomiche sono le occasioni per scoprire i profumi e i sapori della Valle d’Aosta attraverso uno dei prodotti di cui il nostro paese può maggiormente vantarsi nel mondo.

Vini del Monte Rosa

Sono soprattutto le uve scure del Nebbiolo a dominare la porzione più meridionale della Route des Vins. Attorno al centro di Donnas, città del vino dal nome omonimo, si coltivano queste uve sin dal 1210, secondo le più antiche testimonianze storiche. Nel meraviglioso paesaggio circostante, si segnala la Caves Cooperative de Donnas, cantina cooperativa fondata negli anni settanta per tutelare sulla qualità della produzione locale. Occasione interessante è la Fiera di Sant’Orso, a fine gennaio e la Festa dell’Uva e della Castagna, che si tiene ogni anno all’inizio di ottobre. Due iniziative importanti che valorizzano i prodotti del territorio, il vino in particolare.

Vini del Monte Cervino

Vino Valle d'Aosta
© Brett, the wine maestro

Terre di Moscato quelle attorno al comune di Chambave. Siamo nella porzione più concentrata degli itinerari del vino, un ideale anello che risale fino all’abitato di Verrayes e ridiscende sul fondovalle. Moscati, dicevamo, che nella loro versione passita sono considerati il fiore all’occhiello della produzione regionale. Da non perdere una visita alla Crotta del Vegneron, dove si può gustare anche il Nus, altro vino tipico tutelato dall’etichetta D.O.C., e l’agriturismo La Vrille, azienda produttrice con ristorazione, su percorso storico della via Francigena.

Vini del Monte Emilius

Da Fenis a Jovencan, passando per Aosta. La splendida conca ai piedi dei passi del San Bernardo, snodo di passaggio per i popoli tra nord Italia e Francia, zona di vestigia romane e medievali. E di ottimi vini. Il Nus che, assieme alla sua versione Malvoise, prende il nome dal comune omonimo. Nel capoluogo, una delle visite più interessanti è senza dubbio quella all’Institut Agricol Regional, una vera e propria scuola di viticoltura in forma di azienda, che produce non solo i vini della zona, ma molti altri prodotti locali, soprattutto i formaggi. Il Vin du Prevòt, rosso fruttato da selvaggina, e la variante di Syrah chiamata Tresor du Caveau, i due vini tipici che si segnalano.

Vini del Gran Paradiso

Sembra uno scherzo, ma l’itinerario che conduce alla scoperta della produzione vinicola del Gran Paradiso parte dall’inferno. Un anfiteatro naturale immenso, quello dell’Inferno di Arvieri, con le sue falese rocciose esposte verso sud, roventi per il sole estivo. Qui le viti si aggrappano alla roccia fino al promontorio di Les Cretes ad Aymaville, da cui si gode una vista mozzafiato sui castelli e sulle montagne della valle del Gran Paradiso. Quasi tutti  vitigni della zona sono autoctoni, quindi questa porzione della Strada del Vino è una delle migliori in assoluto per assaggiare i sapori più autentici della Valle d’Aosta. Due produttori di bandiera? Gerbelle Didier ad Aymavilles, nata nel 2006 ma gestita da viticoltori di quarta generazione. Un pezzo di storia del vino. Sempre ad Aymavilles trovate Les Cretes, dove le generazioni sono già cinque ed è un esempio della coltivazione a terroir, metodo di coltivazione specifico della Valle.

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Vini del Monte Bianco

Siamo giunti a Morgex, nella conca ai piedi del Monte Bianco, zona di frutteti e pendii verdeggianti, si coltivano soprattutto i vini bianchi. In particolare il prodotto dell’unica uva a bacca bianca realmente autoctona della Valle d’Aosta: il Prié Blanc, che cresce ad alte quote e grazie alle particolarissime condizioni climatiche della zona. Il Morgex è certamente il vino più noto della zona, e la cittadina omonima l’area di produzione principale. Un’idea per gustare al meglio i sapori della zona? La Jolie Bergère è un ristorante di Planaval con qualche posto letto a disposizione. Arredamento antico e atmosfera d’altri tempi in un ristorante storico della zona e attento alla scelta dei vini e alla valorizzazione dei prodotti locali. Certo, se invece volete gustarvi un buon bianco immersi nelle acque delle terme di Pré Saint Didier, chi siamo noi per biasimarvi?

Destinazione: