Sebbene sia poi diventato un’icona della California, le origini di Tupac Shakur sono fortemente radicate nella città di New York, con la quale ebbe un continuo rapporto di amore-odio. Si possono iniziare a seguire le tracce del rapper statunitense ancora prima della sua nascita, datata 16 giugno 1971.
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La madre di Tupac, Afeni Shakur Davis, era un’attivista dei Black Panters e passò parte della gravidanza nel carcere di Rickers Island sull’East River (un’isola collocata tra Brooklyn, il Queens e la parte alta di Manhattan). L’impronta della madre segnò profondamente la personalità e la biografia dell’artista, che da lei mutuò la forza e soprattutto la natura ribelle, anticonformista e idealista. A lei Tupac dedicò uno dei suoi brani più amati e famosi Dear Mama, nel quale citò proprio l’esperienza in carcere della donna.
INFANZIA DI TUPAC A NEW YORK
Lesane Parish Crooks (ribattezzato successivamente Tupac Amaru Shakur) non nacque in prigione, bensì nell’East Harlem, quartiere di New York che da sempre è sinonimo di immigrazione e che negli anni ’70 era un ghetto afroamericano, con una popolazione estremamente povera ed emarginata, costretta a convivere con la violenza e la criminalità. Fu qui che iniziò a svilupparsi in Tupac la famosa poetica della thug life: stimolato da una parte dall’impegno civile della madre e contaminato, dall’altra, dall’ambiente degradato intorno a lui.
Non è facile riuscire a identificare dei luoghi specifici della sua fase newyorkese, perchè Tupac cambiò spesso casa (spostandosi frequentemente tra Harlem e il Bronx) e a volte una casa neppure c’era, tanto da essere costretto a vivere per strada insieme alla madre e alla sorella. Fu un periodo molto triste e difficile per Tupac, che doveva ogni volta ricostruirsi una vita in un nuovo quartiere e confrontarsi con varie realtà, sempre dure e violente.
Si sa per certo che frequentò una scuola pubblica tra la 155th Street e St Nicholas Avenue, un posto a lui particolarmente caro, tanto che è qui che scelse di portare – anni dopo – la troupe televisiva del programma Box Talk (un format che chiedeva agli artisti di accompagnarli nei luoghi della loro infanzia) e il cui video è facilmente rintracciabile anche su internet.
A 12 anni, invece, entrò nel gruppo teatrale 127th Street Repertory Ensemble – con sede nell’omonima strada – e con loro debuttò per la prima volta all’Apollo Theater (125th Street) nella commedia A raisin in the sun, nel ruolo del figlio Travis. La recitazione fu il suo primo amore e l’esperienza all’Apollo Theatre fu la prima volta in cui il giovane Shakur riuscì a immaginarsi in una vita diversa dalla sua, scoprendo il piacere di essere al centro dell’attenzione e di raccogliere applausi e calore da parte del pubblico. Una carriera, quella dell’attore, che proseguì anche negli anni successivi, parallelamente a quella della musica, aiutandolo ad amplificare la sua fama e accelerando la sua ascesa.
IL DISTACCO
Quello stesso anno, il 1983, Tupac fu costretto ad abbandonare definitivamente Manhattan e spostarsi a White Plains, sempre nella contea di New York ma molto lontano dalle zone in cui stava iniziando a ricostruirsi una vita. Restò qui per due anni, in un hotel pagato dall’assistenza pubblica, prima di trasferirsi nuovamente, questa volta però a Baltimora (nel Maryland) da un parente, dove finalmente riuscì a trovare un equilibrio e a completare gli studi, ottenendo anche di entrare nella prestigiosa Baltimore School for the Arts, dove visse i suoi anni più felici.
L’inquietudine famigliare lo portò però a un ultimo spostamento: nel 1988 arrivò in California. Fu uno scontro violento con una realtà fatta di solitudine, droga e criminalità, ma dove finalmente Tupac riuscì a far emergere il suo talento e a imporsi nella scena musicale, creando la leggenda dell’hip hop che tutti conosciamo.
Tuttavia, anche negli anni successivi, New York non smise mai di far parte della sua vita e il suo legame con la città è confermato sia dalla scelta del nome d’arte con il quale iniziò i suoi primi passi nel rap, ovvero MC New York, sia dal brano Old School, in cui diede voce al suo affetto e ai suoi ricordi.
IL RITORNO
Dopo questo lungo periodo di travagliata formazione, si iniziano nuovamente a trovare tracce della presenza di Tupac a New York. La prima è del 1991 e ha come location proprio il già citato Apollo Theatre: si tratta di un video che mostra un giovanissimo Shakur mentre fa i suoi primi passi nell’hip hop, insieme al gruppo Digital Underground, che fortunatamente lascerà poco dopo per intraprendere una fulminante carriera da solista. E infatti, dopo solo due anni, Tupac è già estremamente famoso, sia come rapper che come attore.
È dell’ottobre 1993 il video, dal valore inestimabile per gli amanti dell’hip hop, in cui lo vediamo fare freestyle insieme all’allora emergente B.I.G. Notorious, sul palco del Madison Square Garden di New York. Una rara testimonianza dell’amicizia tra le due grandi leggende del rap, destinata purtroppo a rompersi in modo tragico e violento.
Un mese dopo Tupac è nuovamente a New York, questa volta però non si tratta di un concerto ma di un’accusa di violenza sessuale, da parte di una ragazza conosciuta in un noto club del downtown di Manhattan: il Nell’s, al 246 W della 14a strada (oggi non esiste più, ma negli anni ’90 era tra i più frequentati della scena musicale, soprattutto hip hop, tanto che anche Biggie nel 1995 girò qui il video di Big Poppa). Secondo l’accusa, il fatto sarebbe avvenuto al Parker Meridien Hotel (poco sotto central park, al 119 W di 56th St), dove il cantante stava soggiornando. Tupac si dichiarò sempre innocente, ma l’episodio segnò un drammatico punto di non ritorno nella vita e nella carriera del cantante.
Tuttavia, la vera e definitiva frattura tra Tupac e New York avvenne l’anno successivo: il 30 novembre 1994. Tupac stava per raggiungere il suo amico Notorious presso i Quad Recording Studios, sulla 7th avenue – non lontano da Times Square – quando due uomini armati gli spararono cinque colpi, di cui due alla testa. L’artista venne operato d’urgenza al Bellevue Hospital Center, un ospedale che non solo divenne famoso per aver salvato la vita di Tupac, ma che ha un valore storico immenso per gli USA, trattandosi del più antico ospedale pubblico della nazione (costruito nel 1736).
Poche ore dopo l’intervento Shakur decise di lasciare l’ospedale – nonostante il parere contrario dei medici – perchè convinto di essere ancora in pericolo e il mattino successivo si presentò al processo che lo vedeva imputato per violenza sessuale, presso la New York State Supreme Court (al 60 Centre St), per ascoltare il verdetto che lo condannò a quattro anni e mezzo di carcere o a pagare una cauzione di 3 milioni. Il piazzale del tribunale fu una location particolarmente vivace per Tupac che, durante tutto il periodo del processo, rilasciò proprio da qui numerose interviste che passarono alla storia, mostrando varie sfumature dell’artista e della sua particolarissima personalità.
Impossibilitato a pagare la cauzione (non era particolarmente parsimonioso), venne portato al Clinton Correctional Facility, una prigione di massima sicurezza nello stato di New York, ai confini con il Canada. In questo periodo di detenzione Tupac rivoluzionò completamente la sua vita: si sposò con Keisha Morris; ruppe violentemente l’amicizia con Notorious B.I.G, accusandolo di essere il mandante della sparatoria; cambiò etichetta, accettando la proposta di Suge Knights, famoso (e ancor più temuto) manager della west coast; completò il suo quarto album Me against the world (con la già citata Dear mama).
Fu grazie al suo nuovo manager che venne rilasciato prima del tempo e il 12 ottobre 1995 tornò a essere un uomo libero, seppure per poco. Questa però è un’altra storia, ben lontana da New York: è la drammatica storia della soleggiata e amata California di Tupac.
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