New York: a piedi per il Greenwich Village di Bob Dylan

Sono moltissime le icone della musica la cui carriera artistica è strettamente legata a New York. L’attrazione magnetica che questa gigantesca metropoli-palcoscenico esercita iniziò molto tempo fa: molto prima degli anni ’60, periodo in cui inizia questo nostro viaggio. Lontano dalle luci di Broadway, in quel che era un Greenwich Village fumoso e malfamato, prima dei Velvet, di Bruce, di Madonna, di Lady Gaga, su quel megapalco dove ancor oggi in tanti vogliono salire, nacque Bob Dylan dal fu Robert Allen Zimmermann.

Questo itinerario musicale nella New York di Bob Dylan copre solo una piccola parte dei luoghi riconducibili al poeta, tra residenze, caffè, club, chioschi ed edicole, ma è un buon inizio per un tour sulle tracce del cantautore. I fan più accaniti si recano anche in Minnesota a Duluth e Hibbing, dove il menestrello del rock visse fine a 19 anni. Dal 2001 festeggiano il poeta al Dylan Fest tra musica e poesia.

Arrivo a New York

“Finalmente ero arrivato a New York, città ragnatela, troppo difficile da capire, e io non ci volevo nemmeno provare. Ero lì per cercare i cantanti che avevo sentito nei dischi -Dave Van Ronk, Peggy Seeger, Ed McCurdy – e soprattutto per trovare Woody Guthrie. New York, la città che avrebbe dato forma al mio destino. Arrivai nel cuore dell’inverno.”

Quando il giovane Bob Dylan arriva a New York nell’inverno del 1961, rimane per un breve periodo all’Hotel Earle – oggi Washington Square Park Hotel – al 167 di Waverly Place. Forse l’immagine di quell’hotel, non certo di lusso ai tempi, non vi è del tutto sconosciuta: Joan Baez lo cita nella sua Diamonds and Rust ricordando il periodo in cui condivise la stanza con Dylan qualche anno più tardi, nel 1964. L’edificio è vicino a Washington Square Park, epicentro della scena bohémien e del movimento hippie negli anni ’60: artisti di strada, in ogni momento della giornata e in ogni periodo dell’anno, provano e riprovano le proprie melodie con la chitarra. Provano anche altro: a cambiare il mondo, o perlomeno a cambiare il modo di pensare dei più, cantando contro la segregazione razziale e desiderando un mondo migliore.

Washington Square Park, New York
Washington Square Park | NightFlightToVenus (CC BY-NC)

A poca distanza, al Lucille Lortel Theatre in Christopher Street, all’epoca Theatre de Lys, Bob Dylan assiste a una performance di L’opera da tre soldi di Brecht. E’ il 1963 e più tardi nel suo Chronicles volume I, Dylan scrive di essere stato molto influenzato dalla canzone Pirate Jenny tanto da ispirare il suo modo di scrivere canzoni. Si pensi a brani come The Times They Are A-Changin e Mr. Tambourine Man.

Nell’edificio contrassegnato con il civico 1 in Sheridan Square, tra la 6th Ave e la 7th, Dylan vive per un breve periodo con Miki Isaacson in un appartamento che era perlopiù un rifugio permanente per cantanti folk.  Al piano di sotto viveva la madre di Suzanne Rotolo: Dylan e Suze si conoscono nel 1961 e iniziano a frequentarsi. Chi ha nella propria collezione The Freewheelin non farà fatica a riconoscere il famoso incrocio sulla 4th West ritratto nella copertina dell’album: Dylan si stringe a Suze, a sua volta attaccata al braccio del musicista in mezzo a Jones Street coperta di neve. Al tempo di quello scatto la coppia abita al 161 di West 4th Street, al largo della Sixth Avenue.

Più in là all’altezza del civico 105 in Mac Dougal Street c’era The Commons, che aveva aperto i battenti nel 1958. In quel caffè si leggevano poesie, si suonava musica folk e jazz nella tipica atmosfera bohémien del Village. Blowin’ in the Wind nacque proprio qui. Ora il suo posto l’ha preso un ristorante. Qualcosa però è rimasto. Poco più avanti il leggendario Cafe Wha? al 115 di MacDougal Street, dove sonno passati i grandi nomi della musica, accolse Bob Dylan nella sua prima notte a New York. Suonò alcune canzoni di Woodie Guthrie, l’idolo che voleva incontrare in città. Nel locale, praticamente un seminterrato, Dylan continuò a suonare l’armonica a bocca per un dollaro.

Greenwich Village, Wha
Greenwich Village | Rich Mitchell (CC BY-NC)

Accanto, al 116 di MacDougal Street all’epoca si trovava il Gaslight Cafe, che ha dato il nome all’album Live at The Gaslight 1962: pubblicato nel 2005 è una raccolta di 10 brani di Dylan registrati su nastri reel-to-reel. Durate le serate al Gaslight, situato a pochi gradini al di sotto del livello stradale, gli inquilini degli appartamenti sovrastanti chiamavano sovente la polizia per lamentarsi del rumore proveniente dal basso. Probabilmente da qui la tradizione di schioccare le dita invece di battere le mani dopo un’esibizione di un certo livello.

Sempre in MacDougal, al civico 110, il negozio di libri e musica The Folklore Center era il nucleo della scena musicale popolare nel Greenwich Village. Anche Bob Dylan si sedeva qui ad ascoltare dischi ed un bel giorno incontrò Dave Van Ronk, soprannominato il sindaco di MacDougal Street, che lo introdusse nella scena musicale del Village, invitandolo a suonare qualche pezzo durante un suo show.

Al 94 di MacDougal Street, nel 1969 Dylan acquistò una casa e ci andò a vivere con la sua famiglia quando già la sua popolarità era consolidata: per questo motivo presto se ne andò, vista la completa mancanza di privacy a causa di fan ossessivi ed episodi di invadenza da parte di attivisti che lo volevano come portabandiera. Come si può ascoltare in Journey Through The Dark Heat, Dylan prese a pugni addirittura un reporter – tale A.J. Weberman – dopo averlo sorpreso per l’ultima volta a rovistare nella propria spazzatura. Dylan si trasferì prima in Arizona e poi in California nel 1973.

Passiamo a Bleecker Street, al numero 158, dove si trovava il Village Gate: questo nightclub inaugurato nel ’58 ospitò diversi nomi della musica popolare, del jazz e del teatro. Nel 1962 nel seminterrato dell’edificio tale Chip Monck, amico di Dylan, viveva qui. E qui il menestrello scrisse A Hard Rain’s A-Gonna Fall. Per inciso, Monck iniziò la propria carriera al Gate, per diventare maestro delle cerimonie a Woodstock nel 1969. Nella medesima strada, al 147, la piccola discoteca The Bitter End ogni martedì sera presentava “hootenannies”: artisti folk salivano sul palco e facevano del loro meglio. A metà degli anni ’70 nacque il Rolling Thunder Revue, con musicisti come Roger McGuinn, fondatore dei Byrds e la divina Joni Mitchell. Dylan ci passò nel 1975 mentre registrava Desire.

Bob Dylan e Joan Baez
Bob Dylan e Joan Baez

Ultima tappa: il Gerde’s Folk City tra Mercer e West 4th Street nell’aprile del 1961 Dylan fu la chitarra d’accompagnamento della leggenda del blues John Lee Hooker. Qui Dylan conobbe anche Joan Baez, con cui nacque un’intesa artistica, sentimentale e politica. Il Gerde si trasferì in Third Street nel 1970 e chiuse nel 1987. Rimangono le storie e la memoria legate a quel bar-ristorante italiano, ma soprattutto la musica: stili ed epoche musicali diverse si incrociarono con una voce roca e una fisarmonica. Non poteva che nascerne qualcosa di unico.

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