Nikko (giorno e luce), cittadina nel centro del Nikko National Park a nord di Tokyo, vanta uno straordinario patrimonio di santuari e di templi. Un paesaggio collinare ricco di boschi, vulcani spenti, laghi e cascate. Per i suoi antichi monumenti è inserita nell’elenco dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco ed è una delle maggiori attrazioni del Giappone.
A Nikko si respira un’atmosfera feudale che rievoca il Giappone dei Samurai. Neppure l’ombra della moderna tecnologia della grande metropoli di Tokyo a soli 140 km di distanza. E’ celebre il santuario Tosho-gu, probabilmente il più bello dell’intero Giappone (1636), mausoleo di Tokugawa Leyasu, fondatore dello shogunato Tokugawa (ultimo shogunato del paese) che dominò dal 1615 al 1868.
Appena arrivati in stazione, ci incamminiamo verso il nostro ryokan in cima alla collina, il tragitto è breve, ma ormai sappiamo di non poter contare sull’aiuto dei nomi delle strade, i passanti che incontriamo si danno un gran daffare a spiegarci il percorso, a gesti, visto che non capiamo una parola di giapponese… il ryokan è vicino, la camminata con gli zaini in spalla, in salita e sotto il sole comincia a farsi sentire. Nelle due giornate che trascorreremo a Nikko, scopriremo scorciatoie immerse nei boschi lungo il fiume, per spostarci in città, ammirando il panorama che ci circonda.
ll pomeriggio passeggiamo senza una meta precisa tra le vie del centro e per Ote-dori Avenue, ricca di negozi di artigianato locale, tra i quali i famosi geta (sandali giapponesi) intagliati dai falegnami.
E’ conveniente acquistare un biglietto cumulativo della validità di 2 giorni che permette di visitare i siti di maggiore interesse di Nikko. Al tempo del nostro viaggio costava 1000 Yen, anche se alcune attrattive sono escluse, tra cui la scultura del gatto dormiente di Tosho-gu: 520 yen!
Dedichiamo buona parte della giornata successiva alla visita del Santuario Tosho-gu e del Tempio Rinno-ji. L’ingresso all’area templare è caratterizzato dal ponte sacro Shinkyo, splendido nella sua lacca vermiglia, sul fiume Daiya. Simboleggia il passaggio tra due mondi, quello terreno e quello degli Dei. Una volta era riservato ai Samurai, oggi possono attraversarlo anche i comuni mortali, purché paghino un ticket. L’alternativa è passargli accanto, per ammirarlo e fotografarlo anche meglio.
Visitiamo per primo il Tempio di Rinno-ji. L’ eremita Shodo Shonin introdusse il Buddismo a Nikko nel VIII secolo e scelse questo punto per fondare il Tempio nel 766 perché riteneva che la bellezza del luogo avesse spinto la Dea Kannon a vivere qui. Prima di entrare nel Tempio seguiamo la tradizione, anche noi accendiamo un incenso e passiamo dalla fontana sacra, per purificarci. Al suo interno vi è il Sambutsu-do , famoso per le 3 statue di Buddha coperte di lamine d’oro. Inutile dirlo, bellissimo è anche il giardino attraversato da ponti e lanterne di pietra.
Ritorniamo sulla strada principale per entrare nel Santuario shintoista Tosho-gu, attraverso l’imponente Torii di granito, dove vediamo per prima la Pagoda a 5 piani, del 650 ricostruita nel 1818. L’entrata ufficiale al Santuario è la porta Omote-mon presidiata da 2 statue dei re Deva, il primo pronuncia la prima lettera dell’alfabeto sanscrito, Ah, ed il secondo, l’ultima, Un. Il Santuario è stato completato dal nipote di Tokugawa Ieyasu, Iemitsu, a metà del XVII secolo. E’ composto da oltre una dozzina di palazzi scintoisti e buddisti immersi nella foresta, uno accanto all’altro e tutti generosamente arricchiti da decorazioni, bassorilievi colorati, foglie d’oro e innumerevoli sculture in legno, tra le quali naturalmente le famosissime 3 scimmiette sagge (non vedere il male, non sentire il male, non parlare del male) che si trovano nella Shinkyusha (scuderia); quasi le manchiamo, tanto sono piccole.
Saliamo altri scalini e raggiungiamo la porta Yomeimon, classificata tesoro nazionale, con 12 colonne coperte di decorazioni. Proseguiamo fino a raggiungere la tomba mausoleo di Tokugawa Ieyasu, uno degli uomini più potenti del Giappone. Era l’epoca dei Samurai e Ieyasu arrivò ad essere venerato come un Dio e come una incarnazione di Buddha, dopo la sua morte avvenuta nel 1616. Il santuario da solo merita il viaggio a Nikko.
Il secondo giorno visitiamo la meno nota, ma splendida Tamozawa Imperial Villa Memorial Park, costruita nel 1899 usando parti della residenza originale in Tokyo. Oggi museo, inizialmente era la residenza della famiglia Tokugawa e successivamente è diventata palazzo imperiale; qui visse per un anno anche l’Imperatore Showa durante la II guerra mondiale. I suoi giardini sono un luogo ideale per passeggiare. La villa è considerata il più grande palazzo di legno del Giappone, con un’architettura che fonde gli stili Edo e Meiji, unico esempio rimasto di quest’ultimo stile. L’interno è un curioso mix di stile giapponese e occidentale, con preziosi lampadari, porte scorrevoli, pavimenti tatami, tappeti, bellissimi dipinti e decorazioni sulle pareti e le porte delle 106 stanze, tutte eleganti, alcune delle quali completamente vuote.
E’ tardo pomeriggio quando arriviamo al sentiero Kanmangafuchi Abyss, una gola lungo il fiume in centro Nikko, formata da un’eruzione del monte Nantai. E’ ancora abbastanza chiaro per godere la piacevole camminata lungo il fiume e ammirarne i bei scenari. Kanmangafuchi è nota anche per le 70 statue della divinità buddista Jizo, protettore dei defunti. Le statue sfilano lungo il sentiero, rivolte verso il fiume, coperte da copricapo e bavaglino rossi che spiccano sui colori della pietra e della foresta circostante.
La giornata è stata lunga e intensa, rientriamo soddisfatti al nostro ryokan, dove il simpatico proprietario ci prepara una cena vegetariana con “succulente bistecche ai ferri” di tofu, un formaggio ricavato dalla cagliatura del latte di soia.
La sosta di Nikko è stata breve, l’atmosfera e la pace della città meriterebbero un po’ più di tempo, ma il nostro viaggio deve continuare.
Il viaggio in Giappone continua… A Hiroshima ➔