Tappe dell’itinerario: Sarajevo – Belgrado – Sighişoara – Bucarest – Sofia – Skopjie – Ohrid – Tirana – Saranda – Valona
Il tour
Per coloro che pur non avendo moltissimo tempo vogliono esplorare la parte orientale dell’Europa, ancora in parte sconosciuta e in rapida evoluzione. Un percorso che toccando luoghi di storia e fascino come Sarajevo, Belgrado e Sofia, non tralascerà ampie giornate sperduti in mezzo alle campagne rumene per toccare alcune punte piene di mistero, in primis la “cinematograficamente” rinomata Transilvania. E non mancheranno soste in luoghi unici, arroccati tra Macedonia e Albania come Ohrid, con il suo infinito lago a stagliarne personalità e profilo.
Costi e organizzazione
Uno dei punti di forza dell’itinerario. In auto, in treno, in bus, i prezzi dell’Europa dell’Est sono ottimi per chi non può o non vuole spendere cifre esagerate. Tantissimi ostelli nei quali dormire a poco prezzo, alcuni molto pregevoli, buoni ristoranti a prezzi modesti, costo della vita decisamente dimezzato rispetto all’Europa occidentale. Un viaggio che può essere affrontato in 15 giorni, meglio se in 3 settimane, soprattutto per chi ha un’auto a disposizione che permette deviazioni rispetto al programma o qualche sosta in più in luoghi particolarmente suggestivi. Per chi non ama temperature troppo rigide, il periodo consigliato è tra Maggio e Settembre.
Prima di partire, da leggere e da vedere
Il cinema è decisamente la guida maestra per respirare Est, accarezzarne gli odori e intuirne le sfumature. Dall’infinita letteratura e filmografia su Vlad (il conte Dracula) e il suo castello a un maestro come Emir Kusturica e le sue tinte Underground, palma d’oro a Cannes nel 1995.
Si parte
L’inizio del viaggio è sotto il segno del primo obiettivo: Sarajevo. Per poterla raggiungere è necessaria una giornata intera di viaggio dal nord Italia, 13 ore di auto con buon andatura e qualche sosta per benzina e esigenze primarie. Il percorso prevede l’attraversamento di due stati, Slovenia e Croazia, per poi buttarsi giù per la statale E761 verso la capitale bosniaca. Il tragitto è lungo e mediamente impegnativo, per cui è possibile anche pensare ad una sosta di mezzo nella capitale slovena o in quella croata, per poi raggiungere Sarajevo il giorno successivo. Noi abbiamo scelto la prima modalità, e con una lunga giornata di viaggio siamo arrivati da Milano a Sarajevo. La città più grande della Bosnia Erzegovina si estende in lunghezza ed si trova in una valle che ha le forme naturali di un anfiteatro: un piccolo fiume di nome Miljacka la divide in due parti. Guidando tra le stradine irsute dei quartieri abbarbicati sulle colline raggiungiamo l’Haris Youth Hostel, prenotato tramite Internet i giorni precedenti; e per fortuna, visto che l’orario d’arrivo è intorno alla mezzanotte.
Trascorriamo due intensissimi giorni a Sarajevo, tra la gentilezza delle persone e le tracce di una guerra sanguinosa quanto recente, di cui sono perfettamente visibili le tracce (i fori nel muro, nella foto in alto) e i numerosi cimiteri a cielo aperto, quasi delle sculture fatte di lapidi bianche a voler ricordare ciò che è stato, e a voler spiegare perché è scomparsa in Bosnia la “generazione di mezzo”. Bella, affascinante, bohémien, Sarajevo. Meriterebbe di sicuro più tempo e più attenzioni, ma un paio di giorni permettono di farne la conoscenza e sondarne alcune perle, come il Tunnel, il sottopassaggio scavato durante la guerra che ha permesso alla popolazione di resistere, divenuto il simbolo della tenacia locale e della speranza di un domani possibile.
Ripartiamo alla volta di un altro pezzo da novanta, un luogo che chiama fascinazione e timore, Belgrado.
Il viaggio continua… A Belgrado ➔