Probabilmente chi è ormai un habitué del Salone Internazionale del Mobile di Milano non rimarrà scioccato entrando nel padiglione fieristico o vagliando le proposte degli showroom. Eppure, dopo dieci anni dal primo timido esordio, tra vernissage, mostre temporanee, feste e aperture straordinarie, il London Design Festival può considerarsi un polo da tenere d’occhio nell’ambito del design britannico e internazionale. Dalla prima edizione avvenuta nel 2003 l’evento si è trasformato da appuntamento di nicchia a kermesse di più ampio respiro, tappa per appassionati del settore e designer emergenti. Oltre a offrire un modo diverso per visitare Londra e suggerire indirizzi interessanti per rifarsi gli occhi o acquistare qualche pezzo esclusivo per la propria casa. Quest’anno in particolare con uno sguardo al futuro: il tema di questa edizioni infatti è il Future Living.
Un padiglione per girare il mondo: 100% design
Nell’ambito del Festival la prima tappa è sicuramente il polo fieristico presso Earl’s Court Exhibition Centre (aperto al pubblico solo la domenica): il 100% Design mostra le ultime novità in tema di arredamento, lifestyle e tutto ciò che ruota ai prodotti destinati agli interni. Oltre ai talenti consolidati e a marchi prestigiosi, una corsia centrale è dedicata ai nuovi designer che cercano di proporre nuove soluzioni e mix interessanti. Niente di sconvolgente, a volte anzi risulta curioso notare come qualcuno riesca a complicare oggetti semplici in nome dell’estetica, a discapito spesso della funzionalità. Non disperiamoci però: qualche spunto interessante lo troviamo, soprattutto se ci si addentra in fiera con lo scopo di girare il mondo attraverso il design.
Per il 2012 ecco comparire dunque la Korea che unisce ingegno, praticità e un tocco frivolo in manufatti contemporanei rispettivamente con tavolino, rang e hat, creazioni di giovani designer sotto l’egida del KIDP, e l’Austria con lampade ispirate ai vecchi pesi da palestra declinati in uno stile elegante e posizionabili a piacimento all’interno dello spazio abitativo, grazie alla trovata di Doris Darling. Il Cile si distingue per Luxia Lighting che combina una forma accattivante a tecnologia e sostenibilità, mentre l’Argentina ha un occhio di riguardo per i cuccioli di casa con proposte simpatiche ed ecologiche per la cuccia di Fido con arquipets. Una delle cose più divertenti da fare all’interno della fiera è testare il comfort di certe sedute dall’aspetto minaccioso o indovinare l’utilizzo di certi oggetti che a colpo d’occhio non risulta così immediato: questo non accade nello stand di Meduse Pipes dalla Repubblica Ceca che mette in mostra i suoi lussuosi e futuristici narghilè in puro cristallo di Boemia. E il BelPaese? In ambito italiano spunta Rethinking the product dalla Toscana: un gruppo scelto di giovani artisti dell’Accademia Italiana che utilizza nuove tecniche per ripensare idee e materiali.
Il fuorisalone londinese
Fuori dalla fiera c’è un mondo che vi aspetta: strade, gallerie e musei sono ritoccati dalle mani dei designer che allestiscono spazi paralleli o integrati ai luoghi deputati. Come il Victoria & Albert Museum, che tra statue ed ambienti classici, vede fiorire contaminazioni quali mimicry chairs e spun, divertente seduta/trottola tutta da provare che garantisce un punto di vista diverso sul museo.
Siamo a South Kengsinton, dunque è d’obbligo setacciare l’area di Brompton, simbolo del design e dell’architettura a Londra: iniziando da Cromwell Place e sbirciando strada facendo nei vari showroom, tra cui Boffi e Cassina, arriviamo a Conran Shop, vera delizia per gli occhi, quest’anno abbagliati dal rosso. Imperdibile è Squint, e non solo per i complementi d’arredo: al piano interrato fanno da sfondo alle allettanti proposte per un personalissimo lifestile murales creati da mani sapienti. Se la fame a questo punto vi ha raggiunto siete nella zona giusta, visto che il quartiere ha diversi caffè, brasserie e localini interessanti, tra cui il giapponese dall’aria europea Tombo e il sempiterno Bibendum nel palazzo Michelin accanto a Conran.
Passando alla zona centrale della capitale, dopo aver gironzolato tra le vie visibilmente ritoccate da sprazzi di arte, come i soprabiti nel cielo in Monmouth St., puntiamo subito su designjunction (Holborn). Qui serve del tempo: tre piani con più di 10.000 mq. di esposizione. Uscirne vivi è già una fortuna, viste le innumerevoli e svariate proposte che spaziano dal piccolo oggetto alla lampada decisamente ingombrante di Baccarat. Altra tappa da testare è sicuramente a Trafalgar Square (Charing Cross) dove fare esperienza del futuristico BE OPEN Sound Portal. Chi crede che il design sia solo una questione di vista e tatto, dovrebbe provare a farsi trascinare in questo elogio del suono, primo appuntamento di un’esplorazione dei cinque sensi del collettivo Think Tank Be Open.
Per chi si sta chiedendo dove diavolo siano stati emarginati gusto e olfatto niente paura: Designs on chocolate è quello che fa per voi. Certo è un po’ fuori mano (Wharf Building, 344 Ladbroke Grove), ma l’ingresso è gratuito e la teobromina è alle stelle! Spostandosi nella parte est non può mancare una visita da Tent, in quello che è considerato ancora uno dei quartieri più underground della Londra creativa: nello spazio solitamente dedicato al Sunday’s up market nella Old Truman Brewery, questa immensa esposizione non vi può lasciare indifferenti. Al piano terra Super Brands London è solo l’antipasto di questa splendida vetrina che presenta oltre 200 espositori internazionali e i trend più nuovi del design d’interni. Se poi è domenica una scappata nel vicino Spitanfield’s Market è quasi obbligatoria.
Spostandosi verso Shoreditch High St. tanti gli indirizzi dove curiosare: consigliamo Milk e Luna and Curious per poi concedersi una sosta, infilandosi in qualche party aperto al pubblico. La maggior parte infatti sono solo su invito e previa registrazione, ma alcuni sono a entrata libera. Quindi per l’anno prossimo basta prepararsi grazie alle relative app da scaricare e alle guide distribuite per tutta la città. Utilissime soprattutto per creare un proprio percorso e scegliere personalmente il proprio itinerario del design, oltre a contenere tutti gli orari delle vernici: The Icon Design Trail insieme alla guida al The London Design Festival saranno la vostra Bibbia.
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Dove dormire: Qbic Hotel London City