C’è un motivo molto preciso se la chiamano “Regina delle Dolomiti”. Per quanto la Marmolada sia la Dolomite meno Dolomite di tutte (non è composta di roccia dolomia e non ha pertanto le tipiche forme a torrione e a fungo che distinguono le montagne vicine), rappresenta il gruppo più imponente in assoluto dell’Alto Adige e uno degli spettacoli montani più emozionanti dell’intero arco alpino. Lo sanno bene tutti coloro che alzano lo sguardo dalle valli bellunesi e altoatesine che la circondano, l’hanno ben presente tutti gli sciatori che prendono apposta la cabinovia più esterna della pista Porta Vescovo alla stazione sciistica di Arabba, apposta per ammirare le sue creste, il suo profilo massiccio e le nevi del ghiacciaio più esteso dell’area dolomitica.
La presenza del ghiacciaio, l’accessibilità decisamente maggiore delle sue cime, raggiungibili non soltanto in arrampicata delle vie rocciose come accadrebbe con la maggior parte delle cime vicine, rendono la Marmolada la meta elettiva degli appassionati di sci alpinismo e del trekking invernale con le ciaspole. I percorsi sono davvero moltissimi: la maggior parte risale il pendio dalla Val di Fassa e in generale delle vallate a nord, più aperte e in grado di raggiungere il cuore roccioso della montagna, con accessi ali ghiacciaio non interrotti dalle notevoli verticalità che si incontrano sul versante meridionale, come la spettacolare parete dell’Ombretta, una delle più lunghe delle Alpi.
Siamo ormai a marzo, e stiamo andando verso il disgelo. Lo sci sulle piste di Arabba sta per entrare negli ultimi mesi della stagione. Ma sia che torni il freddo inteno a regalare agli sciatori manti compatti, sia che le piste diventino pesanti di neve poco soddisfaciente, i pendii della Marmolada ospiteranno ancora a lungo gli appassionati delle camminate invernali, che hanno solo l’imbarazzo della scelta per quanto riguarda i percorsi da affrontare con le proprie racchette ai piedi, inoltrandosi in una cornice montana composta da più di venticinque vette, che formano, attorno a noi che percorriamo i suoi versanti, una vera e propria corona per la Regina delle Dolomiti.
Dal lago Fedaia a Punta Rocca
Probabilmente l’itinerario più classico in assoluto, su cui si incontrano spessissimo scialpinisti e ciaspolatori. Non presenta particolari difficoltà, se non la pendenza piuttosto elevata: il dislivello è di più di poco meno di 1200 metri in poco più di tre ore di percorso. Si parte dal lago di Fedaia, risalendo a fianco delle piste da sci, per raggiungere il rifugio Pian dei Fiacconi, dove si svolta verso sinistra e attraversando in diagonale il ghiacciaio. Siamo già molto in alto, quindi non dovrebbe esserci scarsità di neve (soprattotto non quest’anno). In caso contrario potrebbero esserci delle piccole crepacciature. A meno che non sia nevicato in maniera abbondante e davvero da pochissimo, troverete comunque diverse tracce nel manto nevoso a farvi da guida, quando non altri compagni di ascesa davanti a voi. Sul percorso, superate la parete del Sass da le Doudesh, o Sasso delle Dodici, una delle più famose formazioni rocciose attorno al ghiacciaio. Subito dopo, ecco spuntare Punta Rocca, 3309 metri sul livello del mare, la seconda cima più alta della Marmolada. Riposatevi e godetevi il panorama. Ve lo siete guadagnato. Il percorso è affrontabile con le ciaspole fino ai primi di Giugno, a meno di stagioni poco generose di neve (e non è questo il caso) o primavere dalle temperature davvero molto elevate.
La Valle Ombretta
Uno degli spettacoli naturalistici più belli in assoluto d’estate, paradiso delle marmotte e meta imprescindibile di tutti i cacciatori di fotografie, una piccola valle stretta e incantevole d’inverno, che conduce ad uno degli spettacoli rocciosi più imponenti dell’intero Arco Alpino. Se volete fare una bella passeggiata con le ciaspole in Marmolada, la Valle Ombretta garantisce paesaggi meravigliosi, di quelli che vi rimettono in pace con il mondo (soprattutto con la neve), difficoltà adatte davvero a tutti, una ricompensa finale davvero appagante. Il percorso più classico è quello che risale il torrente fino alle pendici rocciose che conducono alle vette del versante sud del gruppo. Si lascia l’automobile a Malga Ciapela, passando attraverso l’area del campeggio, per poi affrontare la strada (in estate un ampio sterrato). Le indicazioni sono quelle per la Marmolada attraverso il Passo Fedaia. Volendo, il percorso può essere anche affrontato partendo dalla Val di Fassa, attraversando proprio il Fedaia e immettendosi nella valle Ombretta. Seguite la strada fino alle indicazioni per il rifugio Falier, ultima tappa e meta finale del trekking. A questo punto potete scegliere se seguire il sentiero che taglia direttamente il bosco, decisamente più ripido ma anche più diretto e sicuro, oppure piegare a sinistra e affrontare il tratto in costa. Quest’ultimo è consigliato ai più esperti e solo in condizione di neve ottimale: la mattina presto, quando il freddo mette al sicuro da slavine e mai all’indomani di una nevicata. Superato il bosco, in un modo o nell’altro, site ufficialmente in Valle Ombretta. Aprite bene gli occhi e godetevi lo spettacolo della conca con la gigantesca e impressionante parete sud della Marmolada sullo sfondo: un muro di roccia impressionante che ha attratto gli alpinisti e gli arrampicatori di tutto il mondo. Il rifugio Falier è lì a guardarvi, sulla destra della piana, ai piedi del gigante di calcare.
Punta Penia
Un itinerario anche per i più spericolati ed esperti, da affrontare solo ed esclusivamente in condizioni di neve assolutamente ottimali e da integrare, in caso di neve dura, con l’utilizzo dei ramponi nel tratto più impegnativo. Si parte da Pian dei Fiacconi e vi consigliamo di non farvi scrupoli ad utilizzare l’impianto di risalita, perché l’ascesa seguente sarà davvero impegnativa. Si segue la direzione del Gran Vernel, forse la vetta più bella e slanciata della Marmolada. raggiungete la conca ai piedi della parete nord, come per raggiungere Punta Rocca, per poi portarvi sulla destra, al bivio per punta penia. Qui viene il bello. Se la neve è abbondante, dovreste riuscire a percorrere lo stretto e ripido canalino che vi separa dalla cresta anche con le racchette da neve. In caso contrario, se la neve è dura oppure se la fresca è stata portata via dal vento rivelando lo strato ghiacciato sottostante, dovrete tirar fuori i ramponi e risalire con essi i venti metri di salto. Raggiunta la cresta, il prcorso torna abbordabile e si raggiunge Punta Penia. Una volta in cima, potete scendere da dove siete saliti, o continuare lungo il canyon che aggira il col del Boush. Il percorso è davvero bellissimo, ma bisogna fare molta attenzione al successivo traverso, davvero molto esposto, che riporta alla pista e all’impianto di risalita dei Fiacconi.
[alert type=”danger” dismiss=”no”]» Dove dormire: Rifugio Fedaia[/alert]