L’emozione, dice qualcuno, risiede nell’incontro tra gli opposti, nella composizione dei contrasti. Questione di gusti, ovviamente. E della sensibilità di ognuno. Ma per gli appassionati di montagna, soprattutto di alta montagna, questo stato mentale è piuttosto comune. Gente che trova serenità solo se fa un minimo di fatica, che si incanta di fronte alle asperità della roccia, che resta affascinata da una pietraia brulla. Gente che, siamo sicuri, sarà attratta dalla proposta di frequentare la neve in una terra simbolo del fuoco, di risalire un pendio invernale scaturito dal centro della terra.
L’Etna è un vulcano, ma non solo. L’Etna è anche un monte di oltre tremila metri. Impossibile dire di preciso di quanto li sorpassi, data la sua natura vulcanica che causa abbassamenti o innalzamenti della cima ad ogni eruzione. L’unico dato certo è che sull’Etna nevica ogni inverno, tanto da permettergli di ospitare un piccolo comprensorio sciistico, e tanto da attrarre in terra di Sicilia, giustamente nota in tutto il mondo per il suo splendido mare, le torride estati e le città d’arte, anche gli amanti della neve.
Una neve che noi vi suggeriamo oggi di affrontare a piedi, racchette o ciaspole che dir si voglia bene allacciate agli scarponi, per risalire la costa del monte visivamente più maestoso d’Italia. Più del Monte Rosa? Più del Bianco? Più del Cervino? Sì. Perché nessuno di essi domina un paesaggio sostanzialmente pianeggiante, nessuno di essi svetta sopra un contesto orografico privo di altre montagne almeno lontanamente comparabili (la vista dal versante catanese è impressionante). E da nessuno di essi si vede così bene il mare. Ciaspole sul vulcano, con le nevi primaverili ad accoglierci.
Linguaglossa – Monte Conca
Versante nord-est, nel pieno del Parco Naturale dell’Etna. Linguaglossa è un paesino della provincia catanese, già sulle balze dei Monti Sartorius, la scorta montuosa del vulcano, ai piedi delle stazioni sciistiche di Piano Provenzana. Una strada forestale porta prima sui campi da sci, attraverso una pineta meravigliosa e i bellissimi boschi di betulle, in un gioco di colori bianco su bianco che lascia a bocca aperta i ciaspolatori delle Alpi, abituati agli abeti e ai larici. Passeggiata lunga e piuttosto impegnativa, da affrontare da allenati. Monte Conca è a quota 1830, mentre il paese è a 500. Per chi non ha troppe gambe o fiato, meglio partire direttamente da Piano Provenzana, dove il sentiero è più segnalato e il dislivello decisamente inferiore. Tuttavia lo spettacolo di colori della pineta bassa è davvero imperdibile. E sbucare nel pianoro innevato alle spalle del camino dell’Etna è un’emozione non da poco, che i più allenati e gli appassionati non vorranno perdersi.
Rifugio Citelli – Crateri
Il rifugio Citelli è probabilmente il punto di partenza in assoluto più panoramico per una passeggiata. Costruito in una antica caldera del versante nord-est del vulcano, sul cucuzzolo del Monte Concazze, è stato ristrutturato da poco ed è un’accogliente rifugio nel paesino di Sant’Alfio. Si raggiunge in automobile, lungo una tortuosa ma segnalatissima strada di montagna. Appena scesi dall’automobile, ci accoglie la vista del cratere principale a monte e del mare che si apre ad Oriente. Uno spettacolo. Dormite, rifocillatevi, riposate. Al mattino inforcate le racchette e scegliete una via. Il cratere è sempre visibile. Potete affrontare i saliscendi che portano agli altri Rifugi vicini, ad esempio il Brunek, accerchiando il monte. Oppure seguire uno dei sentieri che portano al comignolo spesso fumante e, in un paio d’ore, raggiungere quasi le vette, in uno spettacolo di colori contrastanti, tra il bianco candido della neve e le venature rossastre nel colore bruciato tipico della roccia lavica; con l’azzurro in lontananza a richiamare lo sguardo. Semplicemente una meraviglia. I sentieri che risalgono dal Citelli sono vari. Scegliete a seconda delle vostre condizioni di forma e del consiglio dei gestori.
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