Dalla capitale, Windhoek, ci dirigiamo verso nord in direzione del Waterberg Plateau, prima tappa a circa 380 km. Ci abituiamo alla guida a sinistra. Le strade, delimitate dalle recinzioni delle vastissime proprietà degli Africakaners, sono molto buone per essere in Africa. Le highway sono asfaltate, le altre strade sterrate, quasi sempre in buone condizioni e, salvo diversa indicazione, percorribili con auto normali. Buona norma comunque è viaggiare solo di giorno rispettando i limiti di velocità.
A Okahandja, a soli 70 km da Windhoek, ci fermiamo per visitare il mercato d’intagliatori di legno; molti prodotti provengono in realtà dallo Zimbawe. Il mercato è pittoresco, costituito da una fila di baracchini che espongono di tutto, sopratutto animali in ogni forma e dimensione. A Okahandja, a fine agosto, si tiene un evento straordinario, quando il popolo Herero in abiti tradizionali si raduna per celebrare i capi caduti nelle guerre contro i Tedeschi e i Khoi-Khoi. Gli Herero sono facilmente riconoscibili per il tipico cappello a cono delle donne. L’abito tradizionale femminile risale all’epoca coloniale quando i missionari tedeschi lo imposero per coprire il seno.
Riprendiamo la strada principale che collega Sud Africa e Botswana in direzione Otjiwarongo, da dove si può proseguire per il Bushmanland (terra dei boscimani); noi invece raggiungiamo il Waterberg National Park.
Waterberg è un rilievo montuoso di 1930 mt con un’estensione di oltre 400 km2, un’oasi di verde lussureggiante che s’infrange contro una formazione di arenaria rossa. La natura porosa della pietra arenaria permette all’acqua piovana di scendere fino allo strato di roccia argillosa dove si forma una falda acquifera che alimenta le tante sorgenti naturali del plateau, fonte di vita per la ricca vegetazione della zona. E’ uno dei siti geologici più interessanti della Namibia, dove specie minacciate dall’estinzione vengono protette e reinsediate. La cima dell’altopiano, che può essere visitato solo con guide e veicoli del parco nazionale, è l’habitat di molte specie rare tra cui il rinoceronte nero o bianco, il leopardo, l’antilope nera o roana, il ghepardo, più di 200 specie di uccelli, tra cui l’unica colonia di avvoltoi del Capo della Namibia che vive sulle cime di Okarakuvisa, che dominano il plateau; nel parco sono registrate inoltre circa 500 specie diverse di piante.
La giornata è tersa, ideale per brevi e facili trekking nei 9 percorsi naturalistici intorno al Bernabè de la Bat rest camp, uno di questi porta al mountain view sul bordo dell’altopiano, dove la vista spazia dalle dune pietrificate del plateau, all’arida savana che ci circonda. E’ possibile organizzare camminate di 4 giorni nel parco, con o senza guida (informarsi c/o il NWR Namibian Wildlife Resorts di Windhoek). Nel primo pomeriggio fino al tramonto ci prenotiamo per il safari in cima all’altopiano. Non abbiamo la fortuna d’incontrare specie rare, ma tanti uccelli, gazzelle e giraffe, il panorama è splendido ovunque. La guida ci indica in mezzo alla vegetazione cespugliosa il rinoceronte bianco che fugge al nostro arrivo, così veloce che riusciamo a malapena a vederne la sagoma.
Ci fermiamo a guardare la piana, dove si svolse la battaglia decisiva della guerra del 1904 tra le truppe tedesche e gli Herero durante la quale questi ultimi furono quasi sterminati. Un cimitero per i caduti si trova vicino all’ufficio del custode. Il parco chiude regalandoci uno splendido tramonto in mezzo alla boscaglia.
Fa molto freddo nel fuoristrada scoperto che corre veloce verso il rest camp, dove troviamo ad attenderci un accogliente fuoco all’aperto, e mentre osserviamo le scintille scoppiettanti del legno, si cuoce la nostra cena barbecue: bistecche di orice, kudu e forse, d’antilope…
La mattina seguente partiamo riprendendo la strada a nord verso l’area di Grootfontein per una sosta al famoso meteorite Hoba, il più grande presente sulla terra, dichiarato monumento nazionale. Deve il suo nome alla fattoria Hoba perché è qui che un cacciatore di nome Brits lo scoprì nel 1920. Si ritiene che sia caduto circa 80.000 anni fa, pesa 60 tonnellate e il fatto più sorprendente è che nella zona circostante non c’è traccia di un cratere formatosi all’impatto, forse per la forma a disco del meteorite… E’ un’attrazione della Namibia visitata da migliaia di turisti.
Riprendiamo la strada verso Otavi fino a raggiungere il vicino Ohange Safari lodge consigliatoci da David dell’agenzia. Ottima scelta, le 10 capanne del lodge sono all’ombra di alberi di Maroela e Tamoboti, tutti con una bella vista sui monti Otavi. L’immensa tenuta evoca perfettamente il significato di Ohange in herero, “pace”. Piacevoli sono i percorsi guidati per ammirarne la flora e la fauna selvatica. Una sosta bella e rilassante in attesa di raggiungere il famoso parco Etosha l’indomani.