Viaggio in Australia: Canberra

Questo articolo è una tappa del viaggio di Thomas in Australia. Leggi l’itinerario completo qui »

L’arrivo nella capitale ci coglie impreparati: non si vede una capitale, non si vede quasi nulla. Si intravedono appena moderne casette bianche dietro boschetti di alberi, tra prati immensi leggermente ondulati. Al tramonto il nostro girovagare ci conduce, a nostra insaputa, a “sbattere” quasi letteralmente contro la collina parlamentare, attorno alla quale un quadrilatero di asfalto consente la circumnavigazione di tutta la struttura, senza, con nostro sommo stupore, essere fermati da guardie o poliziotti o alcun controllo generico. Lo stupore aumenta ancora di più quando il giorno dopo ci lanciamo in una visita all’interno del Parlamento, addirittura sostando il van nel parcheggio sotterraneo, tra auto diplomatiche e auto turistiche, ancora una volta senza la presenza di particolari controlli, né tanto meno di un pedaggio o un parcheggio da pagare. Ci sta che è il 27 dicembre, ma così pare più una struttura turistica che non legiferativa!

Dall’alto della collina – il tetto del parlamento – la vista schiarisce l’immagine della città: la maggior parte delle costruzioni sono bianche e ordinate secondo strade che si tagliano perpendicolarmente a partire da grandi ramificazioni circolari. Un altro punto panoramico è la cima della Black Mountain, una collina che domina Canberra dalla quale svetta la Telstra Tower. Il tessuto urbano è scisso in due dal fiume Molonglo che nella parte centrale si allarga fino a diventare il lago Burley Griffin. Tutto sembra essere stato progettato con razionalità geometrica, secondo una logica celebrativa, a volte quasi eccessiva, perché dà l’idea di una città incapace di crearsi un’anima al di là della vetrina istituzionale. Forse a conferma di ciò vi è anche la storia della sua fondazione, datata 1913, secondo la quale le fondamenta della nuova capitale dovevano essere posate diplomaticamente a metà strada tra Melbourne e Sydney. E il nome stesso “Canberra” in lingua aborigena significa “luogo di incontro”.

Canberra, Australia
© Thomas Ronchetti

Comunque interessanti a livello storico e artistico sono la National Gallery of Australia, che espone una collezione di arte australiana a partire da quella tradizionale aborigena, alle opere del XX secolo di Boyd e Tucker; il National Museum of Australia è quasi come un libro di racconti australiani, un incontro-scontro di estetiche che attraverso l’uso di tecnologie interarattive sfata autoironicamente il concetto di identità nazionale lasciando al visitatore la libertà di crearsi una propria opinione sulla storia del continente australe. L’Australian War Memorial propone interessanti visite guidate gratuite tra fotografie, diorami, ricostruzioni di battaglie, cimeli di guerra e modelli di armi pesanti, a testimonianzza della presenza australiana in entrambe le guerre mondiali. Infine, come in ogni città, gli Australian National Botanic Gardens, situati alle pendici della Black Mountain su una superficie di 90 ettari, offrono lo spettacolo di numerose specie di fiori autoctoni, il passaggio attraverso una fresca foresta pluviale e un prato che contiene addirittura 600 specie diverse di eucalipti.

Camminare per le vie del centro è leggero, ma nello stesso tempo impegnativo quanto guidare un personaggio all’interno degli scenari di un gioco di ruolo, e le poche persone e il silenzio irreale non fanno che aumentare questa sensazione, insieme a strane opere d’arte che spuntano dietro l’angolo e a costruzioni visionarie che sembrano quello che non sono. Insomma lasciamo la giovane capitale di questa giovane nazione con la voglia di rituffarci in qualcosa di più antico, autentico e vivo, che precede e forse seguirà alla prima pietra delle fondamenta di Canberra: la selvaggia natura australiana.

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