Lontano dal centro e sconosciuto ai più, l’Ortica è il quartiere che non ti aspetteresti di trovare a Milano. Nato come borgo contadino vicino al fiume Lambro (un tempo la zona era verde e ricca di orti, come suggerisce il nome), è diventato parte del comune di Milano nel 1931 con la costruzione della ferrovia, i cui binari racchiudono il quartiere in un triangolo. Da centro agricolo a polo industriale, con il boom del dopoguerra, l’Ortica è cambiata nel tempo senza perdere le sue radici: ancora oggi, quando si cammina tra le sue vie raccolte e silenziose, la sensazione è quella di essere in un piccolo paese di provincia.
Per preservare e raccontare la storia di questo quartiere è nato Or.Me (Ortica Memoria), un progetto di street art urbana partecipata realizzato dall’Associazione Orme in collaborazione con il collettivo Orticanoodles e il patrocinio del Comune di Milano. Il primo murale è arrivato nel 2015, in occasione del 70° anniversario della Liberazione. I ragazzi delle scuole locali, insieme alle associazioni no profit del quartiere, hanno colorato con le parole di libertà il trafficato cavalcavia Buccari. Oggi si possono ammirare tredici dei venti murales in programma, a cui si aggiungono altre opere di street art in fase di realizzazione.
Or.Me, un museo a cielo aperto
Or.Me è un museo permanente a cielo aperto che si snoda tra le case, i muri, le botteghe e le scuole dell’Ortica. Le opere non sono a sé stanti ma vanno a comporre un itinerario culturale ben preciso, uniforme e coerente da un punto di vista tematico e artistico, grazie anche allo stile inconfondibile del collettivo Orticanoodles.
La particolarità del progetto è il coinvolgimento degli stessi abitanti dell’Ortica, che diventano parte attiva nel gesto creativo. Ogni murale, infatti, è il risultato delle pennellate di studenti, famiglie e cittadini, che insieme si sono ritrovati a dipingere la storia sui muri. Il tutto è possibile grazie alla tecnica dello spolvero, già utilizzata nel Rinascimento, che permette la riproduzione di un disegno su varie superfici e pareti monumentali.
Or.me è così una grande opera collettiva in continua espansione, di tutti e per tutti.
Itinerario tra i murales dell’Ortica
Arrivate all’Ortica con il tram 5 (capolinea) o il bus 54 (fermata piazza San Gerolamo). Dirigetevi in via Giovanni Antonio Amadeo: sulle mura della casa all’angolo con via Villa troverete i due murales dedicati al partigiano e al vescovo. L’opera ritrae i volti del ferroviere partigiano Luigi Morandi e del Vescovo vicario Marco Virgilio Ferrari, due figure rappresentative del quartiere che hanno lottato negli anni bui del fascismo.
Una volta superato il sottopasso vi ritroverete in uno slargo, dove si trova la piccola, semplice chiesa dei SS. Faustino e Giovita. Svoltate a sinistra in via San Faustino, dove al civico 5, sulla parete della storica Cooperativa Edificatrice Ortica, si trova il murale della cooperazione: i volti di Gesù Cristo, Carlo Marx e un gruppo di pionieri cooperatori sostengono insieme il pensiero del socialista Robert Owen “la cooperazione di tutti per il bene di ognuno”.
Continuate il vostro percorso: in fondo alla via, prima del cavalcavia, spiccano i due coloratissimi murales della legalità e della musica popolare. Il primo è dedicato a coloro che si sono battuti, spesso perdendo la vita, in nome della giustizia: legati da pennellate di colore verde sfilano i volti di Giorgio Ambrosoli, Walter Tobagi, Lea Garofalo e tanti altri. È invece il rosso il colore dominante del murales dedicato alla musica popolare, che riunisce alcuni autori e interpreti della canzone milanese che hanno raccontato l’anima dell’Ortica, come Dario Fo, Giorgio Gaber e Ornella Vanoni.
Il sottopasso tra via San Faustino e via Rosso di San Secondo è dipinto con i volti spaventati dei bambini del murale HUMAN, caratterizzato da uno stile crudo, definito espressionismo silenzioso. L’opera è dedicata alle migrazioni, “a chi è emigrato, a chi migra, a chi migrerà”, e ci ricorda che “siamo tutti umani”. Dopo il sottopasso le vie si allargano: procedete lungo via Domenico Tretacoste, dove sui muri dell’ITIS Pasolini si staglia il murale dedicato alle donne che hanno fatto grande il Novecento. Da Alda Merini a Liliana Segre, fino a nomi meno conosciuti come Anna Kuliscioff ed Ersilia Majno, qui sono rappresentate quelle figure femminili che nel secolo scorso hanno lottato per l’emancipazione femminile.
Alla fine di via Tretacoste girate a destra, in via Pitteri, dove è in corso la realizzazione di un nuovo progetto di street art firmato Orticanoodles. Divisa in cinque grandi murales, l’opera ha come soggetto il Duomo di Milano, simbolo della città e “poesia incisa nel marmo”. Passeggiando per via Pitteri si incontrano sui muri la navata centrale, le guglie, le vetrate e la celebre Madonnina: ecco che un pezzo del centro arriva anche in periferia.
In fondo a via Pitteri, svoltate a destra in via Camillo e Otto Cima dove si trova il murale dedicato al lavoro e al movimento dei lavoratori, che rappresenta le lotte operaie del Novecento e le fabbriche del quartiere, come la Innocenti, raffigurata con una leggendaria Lambretta. Poco più avanti incontrerete un murale vivace e coloratissimo, dedicato agli orti e alle origini agricole del quartiere.
Imboccate il tunnel ferroviario Ortica, i cui muri sono dipinti con il murales dedicato alle due guerre e agli alpini, soprannominato “l’altare della patria della street art”. Inaugurata nel maggio 2019, in occasione dell’Adunata Nazionale degli Alpini, l’opera vuole celebrare la memoria di “chi la guerra l’ha dovuta fare”.
Attraversate il cavalcavia Buccari, dove scorrono le parole di libertà, il murale che ha dato il via al progetto, e arrivate in via Tucidide. Qui si incontra il murale dello sport, dedicato a grandi personaggi sportivi del Novecento, con qualità agonistiche ma anche sociali, come i calciatori Mazzola (Inter) e Rivera (Milan), il ciclista Coppi e il pugile Muhammad Alì. Sempre in via Tucidide si trova il murale dedicato agli antifascisti e ai perseguitati politici di ogni orientamento culturale, politico, sociale, religioso e di genere, pensato per il 75° anniversario della Liberazione (25 aprile 2020).
Il tour dell’Ortica si chiude con l’ultima opera realizzata da Orticanoodles: un murale coloratissimo lungo cento metri dedicato alla musica rap. Finanziata da MTV, celebra i rapper milanesi degli ultimi anni, come Rkomi, Sfera Ebbasta, Ghali, Articolo 31 e Marracash. La tela scelta non è casuale: sono i muri dell’ex fabbrica Ginori (via Corelli), ora riconvertita in complesso residenziale per artisti, cantanti e musicisti.
Consigli per visitare il quartiere Ortica
Fedra Pavesi, è una guida turistica che da anni risiede all’Ortica.
Balera dell’Ortica (via Amedeo 78): per i suoi piatti di cucina casalinga (da non perdere gli arrosticini) e le serate danzanti.
Pasticceria Eoliana (via Ortica 1), se amate i dolci siciliani: granite, cannoli e cassate
Il Giardino della Birra (via Ortica 10), microbirrificio artigianale che mescola la cucina bavarese alle carni argentine