Valle Peligna e Gole del Sagittario in 5 giorni

L’Abruzzo è una di quelle regioni italiane poco note al turismo internazionale, ma che noi italiani sappiamo essere custodi di incommensurabili meraviglie naturali e culturali. C’è da dire però che molti di noi – abruzzesi esclusi – non saprebbero che elencare poche imperdibili località. Vi proponiamo oggi, dopo un articolo dedicato a 5 tra le più belle mete d’Abruzzo, un itinerario di cinque giorni nella Valle Peligna: un altopiano in provincia dell’Aquila abitato sin dall’antichità e, secondo leggenda, legato alla figura dell’eroe troiano Solimo (1180 a.C) che si riteneva essere figlio di dei. Il consiglio è di trovare un posticino confortevole e strategico nel cuore della Valle per pernottare e raggiungere in giornata le varie mete.

Sulmona, Tempio di Ercole Curino e Pacentro

Sulmona. Nel 43 a.C. qui nacque il poeta Ovidio: “Sulmo Mihi Patria Est” è il motivo delle lettere ‘SMPE’ inserite nello stemma di Sulmona. Visitate il Complesso monumentale dell’Annunziata che risale al secolo XII con Palazzo Annunziata, sede del Museo Civico, annesso al Convento della Santissima Annunziata; piazza XX Settembre con la statua di Ovidio e le botteghe del confetto; la Fontana del Vecchio con il Complesso monastico di San Francesco della Scarpa che risale alla fine del secolo XI. Passando dall’acquedotto medievale si raggiunge piazza Garibaldi con il Fontanone monumentale e la Chiesa di San Filippo Neri. È però Santa Maria della Tomba la chiesa più importante con facciata in stile romanico-gotico risalente al secolo IX; più defilata la Cattedrale di San Panfilo, patrono della città, con la suggestiva cripta a volte.

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Valle Peligna: Sulmona
Sulmona © IG/maresados

I dintorni e l’area archeologica di Ercole Curino. Nei dintorni, a pochi chilometri da Sulmona, non perdete l’Abbazia di Santo Spirito al Morrone circondata da mura di cinta e torri; l’Eremo di Sant’Onofrio, quasi un tutt’uno con la parete rocciosa della montagna; la Fontana dell’Amore, in onore di Ovidio, considerata miracolosa fin dall’antichità. Vi trovate in un’importante area archeologica che ha portato alla luce preziose fonti storiche d’epoca romana tra cui l’Ercole in riposo, un bronzetto databile III secolo a.C.; nel cuore dell’area si trova il Tempio di Ercole Curino che risale al IV secolo a.C. e fu uno dei più importanti luoghi di culto della zona in epoca romana e pre-romana.

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Pacentro. A circa otto chilometri da Sulmona incontriamo Pacentro con il suggestivo castello dei Caldora, risalente al secolo X, che la sera avvolge in un’atmosfera fatata. È un altro borgo in cui perdersi a piedi incontrando sul percorso preziose testimonianze del passato come la chiesa della Santissima Concezione, l’antica chiesa di San Marcello, quella della Madonna delle Grazie e la chiesa Madre con l’imponente facciata cinquecentesca e la meridiana; si cammina tra palazzi signorili, come palazzo Tonno, La Rocca, Massa; andando in cerca de I Canaje, l’antico lavatoio in pietra, e della Preta tonna, la pietra dello scandalo dove chi non pagava doveva esporsi nudo al ludibrio pubblico. Poco distante dal paese c’è la grotta di Colle Nusca con graffiti di uomini armati di frecce e archi, qui conservati da migliaia di anni. Pacentro, non dimentichiamo, è la porta naturale del Parco Nazionale della Maiella: il nostro itinerario non ne prevede la visita del parco, ma ovviamente potrebbe esserne arricchito.

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Anversa degli Abruzzi

Gabriele D’Annunzio vi ambientò La fiaccola sotto il moggio che narra il dramma di Gigliola Di Sangro e la fine del castello normanno di Anversa: lo scrittore definì il romanzo il suo dramma perfetto.
Perdersi a piedi tra i vicoli del borgo medievale sormontato dai ruderi del castello normanno che risale al secolo XII, con il belvedere sulle Gole del Sagittario, basterebbe a giustificare la visita. Non perdete, già che siete qui, la chiesa di Santa Maria delle Grazie che risale al secolo XVI con l’eccezionale portale rinascimentale in pietra calcarea; la chiesa di San Marcello, risalente al secolo XI, di impianto romanico con un elaborato portale tardo gotico; e  i resti del monastero benedettino e della chiesa di Santa Maria ad Nives risalente al secolo IX.

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Gole del Sagittario e Castrovalva

Gole del Sagittario. Il fiume Sagittario erode da millenni le rupi calcaree, quasi a voler donare a noi, fortunati viaggiatori di questo tempo, lo spettacolo di gole e sorgenti. È una Riserva Naturale Regionale Oasi WWF quella delle Gole del Sagittario, visitabile tutto l’anno gratuitamente con possibilità di visite guidate a pagamento. Molti i sentieri percorribili, il più noto e suggestivo è il Sentiero Geologico n°18 che in circa otto chilometri conduce dalle sorgenti del Cavuto, oggi giardino botanico, a Castrovalva. Punto particolarmente amato è il lago artificiale di San Domenico con il suggestivo eremo omonimo.

Gole del Sagittario: lago San Domenico
Lago San Domenico © IG/Valentina Collalti

Castrovalva. Abbarbicato su uno perone roccioso, il borgo di Castrovalva è noto per essere stato ritratto in una litografia di Escher. Si incontra a piedi lungo il Sentiero Geologico, ma si può anche raggiungere percorrendo la Strada Regionale 479 che collega Anversa degli Abruzzi al lago di Scanno. Occhio perché la svolta per la strada “SR479 Sannite” che conduce al borgo è poco visibile. Godetevelo.

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Castrovalva, Gole del Sagittario
Castrovalva © IG/lucky_luk78

Scanno

La ricchezza di Scanno fu per secoli la pastorizia. Tra il XVII è XVIII secolo il benessere del popolo dedito alla cura del bestiame fu tale che le famiglie si prodigarono nell’arricchire le facciate (e non solo) delle proprie case creando un singolare contrasto – che giunge fino a oggi seppur solo parzialmente conservato – tra architetture gotiche, romane, barocche e il selvaggio ambiente montano. Archi tra i vicoli, portali in pietra, fontane, chiese, per non parlare della botteghe orafe dove trovare la presentosa, il tradizionale gioiello della donne promesse. Seguendo il Sentiero del Cuore di Scanno si arriva al più grande lago naturale della regione con la piccola chiesa dedicata alla Madonna del Lago: un panorama fiabesco per concludere in bellezza le giornate abruzzesi.

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Valle Peligna: Scanno
Scanno © IG/Peppe Vasile

Valle Peligna: cosa mangiare. Ad Anversa quagliatelli e fagioli, il capretto cacio e uovo, le pizzelle e i ceci ripieni. Non dimenticate che la ricotta affumicata è fiore all’occhiello della gastronomia abruzzese. A Pacentro provate la pecora bollita all’u cuttur e la polta: un pasticcio di cavoli, patate e fagioli con aglio e peperoncino. Infine non lasciate Scanno senza aver provato gli spaghetti alla chitarra.

Valle Peligna: artigianato locale. Simboli di Anversa degli Abruzzi sono la pignata, recipiente in terracotta per cuocere i legumi, e il cucù, fischietto d’argilla. Sulmona invece è famosa in tutto il mondo come patria dei confetti: fate incetta. A Pacentro protagonista da secoli è la lavorazione della pietra bianca della Maiella, filet all’uncinetto e la lavorazione della terracotta in particolare per popolare i presepi.

Destinazione: