Jarramplas: la battaglia delle rape in Estremadura

“Que viene! Que viene!”. “Sta arrivando! Sta arrivando!” gridano voci emozionate. Poi, all’improvviso, l’adrenalina si trasforma in rumore. Quello di un razzo che sibila nel cielo per avvisare il paese del suo arrivo. Quello del primo lancio che colpisce il bersaglio: è il rumore che fa un nabo (la rapa) sulla maschera del Jarramplas, il personaggio che causa scompiglio fra gli abitanti di Piornal, un comune di mille e cinquencento abitanti in provincia di Cáceres, nella regione spagnola dell’Estremadura.

La Fiesta del Jarramplas a Piornal è una celebrazione più attesa del Natale, in cui l’attività principale è quella di colpire con dei grandi tuberi un personaggio strampalato e dalle sembianze piuttosto tribali. Si organizza ogni anno, il 19 e il 20 gennaio, in occasione di San Sebastían, in questo piccolo borgo a milleduecento metri di altezza, che si raggiunge attraverso strade tortuose e cascatelle che si filtrano fra le rocce.

Le origini della festa del Jarrampalas

La battaglia della Fiesta del Jarramplas si potrebbe paragonare, per alcuni versi, a quella della Tomatina di Buñuel, o quella delle arance di Ivrea. A Piornal il bersaglio dei pesanti tuberi è il Jarramplas, una persona trasformata in una sorta di minotauro, con un vestito fatto di stracci colorati, una maschera conica, quasi tribale, due grandi corna, canini appuntiti e un crine di cavallo nella parte posteriore.

Prima di buttarsi nella locura della festa è d’obbligo farsi un giro nel Museo del Jarramplas per scaldare i motori e, soprattutto, scoprire qualcosa in più su questa stramba celebrazione. L’origine è incerta ma una delle teorie più ripetute dagli abitanti di Piornal vuole che il Jarramplas simboleggi un ladro di bestiame, punito a colpi di rape dagli abitanti. Per essere il bersaglio del paese c’è una lista d’attesa piena per i prossimi vent’anni. Essere Jarramplas è molto duro ma è un onore per chi lo interpreta. In alcuni casi, lo si diventa per tradizione familiare o dopo aver fatto una promessa, magari per la guarigione di un parente. In altri tempi, invece, erano le madri a farlo per vedere i propri figli tornare sani e salvi dalla guerra.

Anche se le origini della festa si perdono nella memoria del paese, ogni anno, sono due i fortunati a indossare questo costume che, negli ultimi anni, viene composto, nella parte sottostante, da un’armatura di fibra di vetro di cinquanta chili, a cui si aggiunge il peso psicologico del vivere queste due lunghe giornate. Sono circa venticinquemila i chili pronti a essergli lanciati contro, provenienti dalla vicina località di Jarandilla de la Vera. Al fianco del Jarramplas ci sono sempre due mayordomos, solitamente amici o parenti che finanziano la sua performance.

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Ermita de la Concepción, piornal, Cáceres. La ermita de la Concepción se encuentra en Piornal, municipio español de la provincia de Cáceres, Extremadura. Es una construcción realizada en mampostería con refuerzo de granito datada en el siglo XVIII, en su interior se encuentra la Virgen de la Concepción, tallada en madera policromada del siglo II. #iglesia #piornal #caceres #extremadura #church #photography #ermita #nature #naturaleza #arte #landscape #hermitage #landscapephotography #chiesa #eglesia #jcmcalle #picoftheday #photohoot #photoart #naturephotography #photographer #image #nofilters #jcmcalle #TurismoPiornal #descubriendopiornal #pasionpor_lavera

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Vivere la festa a Piornal

Più che un evento da guardare come spettatori, la festa è un evento da vivere con tutto il paese. La mattina inizia presto per i protagonisti della celebrazione. I ragazzi del paese che hanno compiuto diciotto anni, probabilmente svegli durante tutta la notte, sono gli incaricati di suddividere il carico di rape nei vari punti strategici del paese, sfrecciando a bordo di macchinari agricoli. A parte i canti dei ragazzi e al rumore dell’acqua che scorre nelle fontane, Piornal sembra piuttosto pigra e silenziosa, immersa fra la nebbia (o la neve in alcuni casi).

Nel labirinto del centro storico si preparano i due Jarramplas: seguiti da amici e organizzatori della festa, vanno in giro senza maschera per le tradizionali ofrendas al santo, le offerte al santo. Le strade si risvegliano quando inizia ad aggregarsi gente nella piazza del comune. Bambini mascherati e persone di tutte le età trattengono il fiato per la prima uscita del Jarramplas. I due protagonisti si daranno il cambio durante le due giornate ma non si faranno mai vedere insieme con indosso le maschere.

Per prepararsi alla battaglia campale, anche le case di Piornal si vestono con teloni o con barricate improvvisate con pezzi di cartone e legno per evitare la rottura di porte e finestre. Molti edifici del paese, inoltre, sono coperti anche da uno strato di pittura. Se c’è qualcosa che rende famoso Piornal, ovviamente oltre al Jarramplas, sono i suoi murales. La superficie ondulata delle facciate di molte case, realizzata in uralita per proteggerle dall’umidità si veste di immagini grazie a un’iniziativa degli alunni della facoltà di Belle Arti dell’Università di Siviglia. Dalle picotas, le ciliegie tipiche della zona, al Jarramplas finp ai simboli LGBT+, vecchio e nuovo si mescolano.

Queste barricate tessili trovano subito un senso nel momento in cui si assiste alla prima uscita del Jarramplas, armato con il suo tamboril (un piccolo tamburo) e il suo fare piuttosto baldanzoso. C’è chi corre immediatamente verso di lui tirando i pesanti nabos, mentre si protegge la faccia con il braccio, e c’è chi cerca riparo, spesso cercando di non scivolare sul ghiaccio o sulla neve che ricopre le strade di Piornal. Queste piccole battaglie durano qualche minuto: quando il Jarramplas non ne può più il lancio si ferma immediatamente. A volte, il ladro cade in ginocchio, soprattutto quando si fa bersagliare sulla porta della chiesa o in altri punti strategici. Spesso, gli viene tolta la maschera, gli si asciuga il sudore e lo si lancia in alto per celebrare il suo coraggio.

Durante le due giornate, le battaglie sono tante e vengono segnalate dal lancio di piccoli razzi e dalla pioggia fitta di rape che si avvista in lontananza. Tutto il paese partecipa in qualche modo alla festa: signore, con il fiatone per le risate, che ritornano bambine correndo per le strade del paese, bambini spaventati e, allo stesso tempo, magneticamente attratti dalla figura del Jarramplas, giovani e anziani uniti nell’organizzazione. La festa, in apparenza barbara, è uno dei fili che mantiene coesa la comunità che vive isolata in cima al monte.

Non solo rape: le altre celebrazioni

San Sebastián fa da contraltare al Jarramplas, l’indiscusso protagonista della festa. Oltre al lancio delle rape, infatti, c’è spazio anche per i bambini, i dolci, i riti religiosi e i canti. Il 20 gennaio è la festa del santo e a Piornal si susseguono i riti in suo onore. Innanzitutto, il 19, la chiesa accoglie il rito del “vestir al Santo” quando, al ritmo del tamboril e delle alborás, un canto tradizionale, si prepara la statua del santo per la processione del giorno dopo.

Se i grandi rispolverano la loro anima giovane, per i bambini c’è il cosiddetto regocijo, un momento di riposo in cui corrono con i jarramplas a volto scoperto per le strade del centro storico, cantando a ritmo del tamboril e con le campane a festa. Quando cade la notte le rape restano a terra o si congelano nelle fontane, si riparte con i canti, le processioni notturne, qualche birra o liquore nei bar o nelle case. Verso le due, ci si riunisce in un locale della strada principale per mangiare le migas, un piatto a base di mollica di pane, pancetta, chorizo, peperoni, patate e aglio, per mitigare il freddo dell’inverno.

Nonostante la voglia di fare festa, sono in molti a doversi svegliare presto il giorno dopo, per la festa di San Sebastián. Al santo vengono dedicati riti come la messa e la processione in cui partecipano i Jarramplas senza maschera, camminando all’indietro. Seguono il santo un gruppo di donne vestite con i costumi tipici che, con l’aiuto di un bambino, cantano la tradizionale canzone “Rosca de San Sebastían”. A concludere l’atto è un’asta che decide chi riporterà il santo all’interno della chiesa.

Nonostante il freddo, si torna a uscire con un’altra processione, la scusa perfetta per mangiare dolci e riprendere canti e balli. Il pomeriggio del 20, dopo l’ultima uscita del Jarramplas un ultimo atto chiude e, al tempo stesso, riapre la celebrazione: i due minotauri si dirigono a casa del maggiordomo dell’anno seguente, dando così continuità a una festa che unisce un paese intero.

Dove mangiare a Piornal
Uno dei punti di riferimento gastronomici di questo piccolo borgo è Tormantos. Tuttavia, durante la festa del Jarramplas, è preferibile prenotare in anticipo per evitare di rimanere a bocca asciutta. Se invece avete tempo potete mangiare qualche ración in uno degli altri bar di Piornal o scendere fino a Garganta de la Olla, per conoscere un altro borgo extremeño.

Come arrivare a Piornal
L’Estremadura è una delle regioni spagnole meno facilmente raggiungibili. Una delle opzioni possibili è quella di arrivare a Madrid con uno dei tanti voli procedenti dall’Italia e poi affittare un’auto per raggiungere Piornal in poco meno di tre ore.

DOVE DORMIRE: Appartamento a Piornal

Destinazione: