Creata dal vulcano, con sorgenti calde e scenografiche conformazioni rocciose, tra miniere a cielo aperto, spiagge da scoprire e villaggi dal bianco abbacinante, Milos è la più spettacolare delle isole Cicladi.
Centosessanta km² di superficie, la sua storia si riassume in fretta: dapprima miniera di Minoici e Micenei per l’ossidiana, il vetro naturale formato dalla lava quando si raffredda rapidamente, nel IV° secolo a.C. diviene colonia di Atene, dividendone poi il destino. Famigerato rifugio di pirati in epoca turca, poi cava di perlite, gesso e barite, ora è rifugio di turisti in cerca di mete dove coniugare silenzio, natura e sole. Attenzione però la voce si è diffusa e l’economia dell’isola sta facendo sempre più affidamento sul turismo. Conviene raggiungerla a Maggio/Giugno o a Settembre/Ottobre per evitare il turismo di massa e abbattere i costi.
Qualunque sia il mese che scegliete, il nostro consiglio è di andare alla scoperta di Milos in bicicletta. Potrete spostarvi in giornata lungo strade affidabili e raggiungere tutti le mete più interessanti. Le distanze gestibili ma occhio ai dislivelli, queste sono pur sempre le pendici di un vulcano.
Adamas è il primo luogo abitato cui si approda, dal cielo e dal mare, il punto di partenza per visitare Milos. La (poca) movida dell’isola si concentra tutta qui come i negozi che noleggiano biciclette.
In cima alla scogliera trovate Plaka, costruita sull’antica acropoli: mura ciclopiche, antico teatro e soprattutto la Signora di Philakopi, una statua votiva in ceramica d’epoca minoica. E l’altra famosa signora di Milo, la Venere? Vi accoglie nell’atrio del Museo Archeologico – ma è una copia di gesso, l’originale è al Louvre dal 1821.
Nel sobborgo di Trypiti, a 2 km. da Plaka, l’attrazione, restaurata di recente e messa in sicurezza, è sottoterra: le catacombe cristiane del I sec. d.C. – uniche in tutta la Grecia, 184 m. per 291 tombe. Dalle catacombe un sentiero, indicato, porta al luogo dove venne ritrovato, da un contadino, il primo troncone della Venere: c’è una targa, se siete interessati a queste curiosità.
Il resto delle attrazioni dell’isola è tutto naturale: baie, cale, scogliere, panorami e colori, tanto che Milos è propagandata come “l’isola dei colori”.
A ovest di Adamas, la piccola spiaggia sabbiosa di Lagkada è l’ideale per le famiglie. Lungo la strada si trovano le terme municipali, con acque calde minerarie. A Sud di Adamas, sempre restando nella baia che occupa l’antico cratere vulcanico, parte una serie di spiagge in successione, da collezionare di giorno in giorno: tra tutte, dirimpetto a Lagkada, spicca Chivadòlimni, alle cui spalle giace un lago d’acqua salata, d’un azzurro intenso e magico. Sul confine esterno dell’isola, sul versante meridionale merita Agia Kyriaki, vicino al villaggio di Provatas, candida di detriti di conchiglie; e l’altrettanto bianca spiaggia di Tzigrado, per arrivare alla quale si scende (a piedi) per 25 metri di canyon.
A 10 km direzione Nord-Est da Adamas, raggiungete Apollonia, la più frequentata: cinta da alberi (insolito, qui), è il punto di partenza dei taxi d’acqua per Kimolos – l’isola che vedete a poca distanza. Oggi quasi disabitata, brulla e arida, un tempo era cava di gesso (kimolia, in greco): è un’escursione veloce in un posto per cui in genere si usa l’espressione “paesaggio lunare”.
Da Apollonia, prendendo la strada che porta a Sud Ovest, potete arrivare a Philakopi, una piccola Atlantide: rovine di case e sepolcri, mura d’epoca micenea, la maggior parte delle quali è ora sommersa dal mare. Attorno a questa zona, gli appassionati di geologia troveranno tre attrazioni imperdibili: le concrezioni di pietra pomice di Sarakiniko, roba di due-tre milioni di anni fa; le formazioni di lava dette “Canne d’organo”, che spuntano dal mare di Glaronisia, al largo di Philakopi; e la baia di Papafragkas, dove nel blu intenso dell’acqua di mare si scioglie lo zolfo delle viscere della terra.
A Voudia, invece, il giacimento minerario ancora attivo e il relativo porto industriale vi impediranno di fare il bagno, ma non di riuscire a discernere, tra la devastazione della modernità, i resti di un paesaggio incredibile, dove l’ocra delle rocce traforate dai lavori dell’uomo si confonde nel verde delle acque sottostanti.
A Sarakinko, la cosa più fotografata è il relitto della nave naufragata tra gli scogli, meta anche di esplorazioni subacquee per gli appassionati; ma le grotte lasciano davvero senza fiato.
Mantrakia invece, a Ovest di Sarakinko, sembra fuori dal mondo: una decina di casette di pescatori, immacolate e da cartolina, con barche colorate all’ancora nella piccola rada, una chiesetta e il mare tutt’attorno.
Tutte possibili mete per le vostre escursioni in bicicletta, ma ricordate: Milos è fatta per perdersi con serenità tra le 80 spiagge e gli innumerevoli scorci che rimarranno indelebili nei vostri ricordi.
Come arrivare a Milos. Voli diretti per Milos non ce ne sono, bisogna fare scalo ad Atene e lì optare per un volo interno (con Olympic Air) oppure prendere il tradizionale traghetto che durante la stagione estiva ha frequenza giornaliera dalle isole vicine (maggiori dettagli sul sito del turismo).
Dove dormire a Milos. Meglio prenotare via internet l’alloggio se non ci si vuole rassegnare a prendere le stanze al volo, per strada, a prezzi decisamente più alti. Consigliamo a Pollonia Nefeli Sunset Studios, soluzione a conduzione familiare nota per la posizione panoramica e la cordialità dei propietari; ad Adamas, Dionisis Hotel o Filoxenia Apartments.