Lanterne rosse (大红灯笼高高挂) è uno dei film più famosi del regista cinese Zhāng Yìmóu. Risale al 1991 ed è un adattamento, sceneggiato da Ni Zhen, del romanzo Mogli e concubine di Su Tong. Racconta la storia di Songlian (Gong Li), una diciannovenne che, negli anni venti del secolo scorso, lascia l’università per entrare in una famiglia rigidamente tradizionale, sposando un uomo che ha già tre mogli.
Malgrado gli uomini siano il motore di tutte le vicende, vengono a malapena inquadrati, lasciando al centro del film un universo femminile carico di tensioni e di una violenza sottile. Mogli e serve passano la loro esistenza nella tipica abitazione a corte cinese, fra rituali che nel loro mondo ristretto si caricano di significato fino a diventare un’ossessione. Quello più importante è l’accensione di una lanterna rossa davanti alla stanza della moglie con cui il signore della casa vuole passare la notte, cosa che per la prescelta significa privilegi come un massaggio ai piedi e il diritto a scegliere il pasto del giorno successivo. Al centro del film è l’incontro e lo scontro fra l’istruita e moderna Songlian e le tradizioni del passato, che presto si volge in tragedia.
Uno degli aspetti del film che rimangono di più nella memoria è la bellezza della fotografia. La storia è ambientata a Píngyáo, una città del nord della Cina, che ha conservato praticamente intatto fino ai giorni nostri il centro storico di epoca Ming e Quing (1368-1911). Grazie al potere economico dei suoi banchieri Píngyáo divenne in epoca Quing, il centro finanziario del Paese.
La città vecchia è perfettamente conservata. Con un biglietto unico da 150¥ si possono visitare tutte le attrazioni. Le più interessanti sono: le Mura cittadine, quasi completamente originali, il Museo della Casa Finanziaria di Rìshēngchāng, la prima banca di progetto della Cina, uno schermo dei nove draghi, il tempio taoista intitolato al Dio della città, il tempio di Confucio, un complesso enorme che contiene il più antico edificio sopravvissuto di Píngyáo (la sala Dàchéng, risalente al 1163), il tempio taoista Qīngxū Guān, risalente alla dinastia Tang (618-907), la banca Xiétóngqìng, con le sue camere blindate sotterranee, il museo dei giornali.
I luoghi da visitare sono tantissimi, ma quelli in cui si ritrovano maggiormente le ambientazioni del film di Zhāng Yìmóu sono le case a corte di pietra grigia, con interni d’epoca ricostruiti. Ma per rivivere l’atmosfera basta anche passeggiare per strada di notte, quando vengono accese le numerosissime lanterne rosse.
Meno tradizionale, ma comunque da fare, è un giro di shopping in Nan Dajie, una via su cui si allineano negozi e bancarelle di cibo e cianfrusaglie di ogni genere, tipici e meno tipici. Fra gli acquisti più interessanti ci sono scarpe ricamate, cimeli maoisti (veri o finti), e ritagli di carta complicatissimi.
In definitiva Píngyáo è una città che è riuscita a conservare il suo patrimonio storico e artistico senza snaturarsi, approfittando del turismo per creare un’atmosfera al contempo festaiola e rilassata che aggiunge solo fascino alla bellezza senza tempo della città.
Dove dormire. Per chi ha amato Lanterne Rosse, un’altra esperienza da non perdere è dormire sul tradizionale letto kang, una piattaforma di pietra che, durante i periodi freddi, veniva riscaldata come un camino, inserendo combustibile in un’apposita fessura (oggi i letti kang vengono riscaldati tramite più pratiche tubature). Potete farlo al Píngyáo Harmony Hotel, al n°1 di Duan Lane, in posizione centralissima nella città vecchia. L’hotel stesso è una casa a corte che la sera si illumina di lanterne rosse e sembra essere uscita direttamente dal film.
Dove mangiare. Da provare è anche il cibo, che spesso in Lanterne rosse diventa motivo di conflitto fra le mogli. La cucina della regione è particolare perché usa l’aceto nero (in vendita in moltissimi negozi della città) al posto della salsa di soia. Anche le tagliatelle artigianali di Píngyáo sono molto famose. Il posto giusto dove provare i piatti locali è Déjūyuánn, al n°82 di Nan Dajie, un piccolo ristorante su due piani, dall’arredamento spartano con qualche tocco hipster. Il menù include specialità come la carne di Píngyáo, le tagliatelle di montagna e quelle tagliate spesse con cetriolo e peperoncino, ma anche piatti tipici del nord della Cina, come la fonduta mongola. Bisogna assaggiare anche le deliziose melanzane. Fra le bevande il ristorante offre frullati di frutta fresca fatti al momento. Ha un menù inglese con fotografie e il personale parla inglese. La qualità è altissima e i prezzi bassi.
Come arrivare a Pingyao. Non c’è un aeroporto vicino a Pingyao, se si vuole raggiungere via aria bisogna arrivare al Taiyuan Wusu Airport, distante 90 chilometri, e prendere un autobus o un treno. La città ha due stazioni ferroviarie, Pingyao, vicino alla città vecchia, e Pingyao Ancient Town, dove arrivano i treni ad alta velocità. Un treno normale da Pechino a Pingyao impiega più di 12 ore, ma con un treno ad alta velocità ce ne si impiegano poco più di 4. Una cuccetta su un treno standard costa circa come un biglietto di prima classe su di un treno ad alta velocità (circa 25€). Un’altra opzione sono i bus, le cui tratte però sono prevalentemente fra Pingyao e Taiyuan e altre province vicine.